INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

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Messaggio da Bridge » 14 giu 2012, 10:50

A seguito dello scambio info nella sezione generale ""gente rara", inserisco lo schema di un converter semplice, ma funzionale e dalla generosità estremamente esuberante con foto della sua messa a punto.- E' un'esperienza che non gratifica l'occhio, ma il portafoglio sicuramente si!.- E' realizzato con componenti di recupero che possono essere facilmente trovati. E' la semplificazione di una realizzazione di un convertitore con costruzione sinusoidale della forma d'onda in Out, che effettuai nel lontano 1993, ...credo.- E' tuttora in funzione, giorno e notte ed alimenta le utenze dell'abitazione in assoluta scioltezza.- L'induttore, nel periodo più caldo d'estate è appena, appena tiepido.- Il dispositivo di riposo entra in funzione nel momento di mancanza di load.-
Funziona in questo modo:
un trasduttore rileva la corrente in transito ed ad una determinata soglia impostabile, manda in ON l'inverter, per esempio un frigo; nell'istante in cui lo stesso cessa il suo funzionamento e mettiamo che non ci sia altro carico nel circuito elettrico dell'abitazione, il circuito di controllo mette il convertitore in uno stato di riposo mandando comunque nell'impianto di casa qualche impulso al secondo.-
Nel momento in cui viene inserito un carico oltre la soglia impostata, si verifica la condizione di far saltare sull'attenti l'inverter che inizia nuovamente e puntualmente ad erogare energia.-
Nello schema manca il filtro di out, ma se ne può fare a meno, con i ...dovuti accorgimenti.- Qui si potrebbe aprire un'altra discussione in merito nell'intento di sfatare tanti modi comuni.-
Ripeto è una versione semplificata, che può essere messa in piedi con un pò di buona volontà.-
Sono disponibile per eventuali chiarimenti
Un saluto da

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 14 giu 2012, 11:29

Grazie per lo schema. Ovviamente io non posso capire quasi nulla del suo funzionamento, riconosco a malapena il 7812, i 555, resistenze, condensatori e poco altro, a intuisco che funziona.
Che potenza ha? Potrebbe essere modiicato in modo da funzionare a 60V?
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 14 giu 2012, 15:17

La potenza è suscettibile dalla disponibilità dell'accumulo e dal dimensionamento del chopper (IGBT o Mosfet e trasformatore).- Qui ho un limitatore impostato sui 3kW come valore massimo in modo che intervenga nel caso si inserisca qualche carico "tosto" in aggiunta ad altri. Il valore di 3kW è da me voluto per limitare la corrente circolante entro valori contenuti.- Il trasformatore pesa sui 65Kg.
Considera che in condizioni favorevoli di insolazione, la tensione lato CC sia di 150V e la corrente in transito sia di 15Ampere che da come risultato una potenza di ingresso allo stadio finale di 2250W.- Si fa presto in questa maniera.-
12/24 Volt hanno le "gambe" corte e .....
Allego qualche foto del circuito in fase di test. Lo stadio di potenza è composto solamente da due IGBT, ...tutto qui.- Non c'è bisogno di fare nulla per portarlo a 60V, basta dimensionare diversamente il primario bifilare del trafo e sostituire il valore di qualche resistore sul prelievo dei riferimenti.-
Mi dispiace che ci sia difficoltà per un'eventuale replica.-
Un saluto da

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 14 giu 2012, 17:46

belin che laboratorio!!! (woot) :P

ma quanto potrebbe costare riprodurre il tuo inverter da 3kW?
Supponenedo di dover comprare tutto il necessario tra trasformatore, transistors, finali ecc.

Inoltre, questo inverter ha bisogno di tarature con oscilloscopio?

Te lo chiedo perché non è che mi ci voglia tanto a convinvermi a mettere in serie e parallelo 20 batterie da auto. E se è alla mia portata magari commetto la pazzia e lo riproduco... certo sarebbe più facile con schema pratico, ma al limiti ci si arrangia con qualche programma apposito.

Se capisco bene l'onda ottenuta è una triangolare invece di una sinousidale pura, ma non crea problemi con carichi induttivi tipo motori da lavatrice e frigoriferi?
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 14 giu 2012, 21:09

offgrid2 ha scritto:belin che laboratorio!!! (woot) :P

Guarda che qualcuno lo sa cos'è il "belin". :D

Se capisco bene l'onda ottenuta è una triangolare invece di una sinousidale pura, ma non crea problemi con carichi induttivi tipo motori da lavatrice e frigoriferi?

Ecco, anche io credo ci sia un "filtro" di qualche tipo. Questo sarebbe molto interessante.... Anche perché io sono convinto che l'onda sinusoidale pura è indispensabile solo in pochissime occasioni. Quasi tutti i moderni utilizzatori accettano in entrata perfino l'onda quadra. Per cui si potrebbe evitare di spendere una cifra per un inverter ad onda pura costruita.

Bel laboratorio! Ma non poteva essere altrimenti.... :D
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 15 giu 2012, 7:36

Un primo filtro è a valle dell'induttore, ...verso l'out 220ac.- Non ho inserito i valori dei componenti L e C poichè è discrezionale. Dipende molto dalla filosofia e dal modo di pensare di chi lo realizza.-
Ripeto è una versione molto semplificata ma efficientissima (utile anche sotto un profilo didattico) della versione sinusoidale realizzata nel '93.- Allego un paio di foto del PCB della sezione controllo, che disegnai a mano libera (altri tempi) e sul lato saldature si può leggere anche la data 28/03/93.-
Attualmente utilizzo la versione "alleggerita e fredda", hi!, (quella dello schema) ad onda quadra modificata.- Mi piace un ...sacco!.- Sono daccordo con Ferro in merito alla compatibilità di questa forma d'onda con gli utilizzatori.- Il contenuto armonico comunque può in qualche caso creare qualche "insofferenza", ma non ho mai notato problemi gravi di compatibilità con i frigo, lavatrici e per queste ultime sono disponibili sul mercato modelli economici con gestione trifase del motore entrocontenuta (Ariston, Indesit).- Vanno braccetto insieme in silenzio, felici e daccordo.- Il vantaggio di questa soluzione è il rendimento incredibilmente elevato che è fondamentale nelle situazioni di carenza energetica (n° moduli FV, Batterie, ecc.).- Tutto è "freddo", hi!.-

Per maxlinux2000:
credo di aver capito che hai difficoltà di allaccio alla rete esterna, altrimenti ti avrei proposto una soluzione che ponesse fine alla problematica di alimentare grossi carichi con correnti di spunto importanti. Sto terminando un progettino (sempre per sperimentare con diletto) di un'INVERTER GRID-TIE agganciato ed in sincronismo con la rete.
In sostanza trattasi di un sistema che si energizza tramite moduli fotovoltaici, ....."annusa" la rete esterna, si mette in fase con lei e SEMPRE con lei alimenta il o i carichi presenti nell'abitazione, ....con discrezione, in punta di piedi abbattendo i consumi soprattutto quelli della fascia più alta!.- Il tutto rimane confinato entro l'impianto di casa (nulla esce anche in presenza di surplus!!).- Non necessita di accumulo (batterie).- Se ha l'energia sufficiente per l'ipotetico carico che si presenta, lo alimenta, se non ce la fa, la DIFFERENZA viene prelevata dalla rete, ...tutto in automatico.-
Un cordiale saluto da

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 15 giu 2012, 13:15

Il sistema grid-tie sarà sicuramente molto interessante per molti di noi, dove c'è carenza di accumulo o non ce ne può essere affatto. Io personalmente preferisco le batterie..... In vista di futuri peggioramenti nella distribuzione dell'energia (vedi la discussione "Prove Generali.....") e nell'aumento dei prezzi.
Proprio stamattina, mentre pasticciavo con i contenitori per gli elementi quadrati, mi è venuto in mente che per me, avendo un sistema di accumulo decente e un inverter ben funzionante e di buon rendimento, la commutazione con l'enel si limiterebbe ad un caricabatterie a corrente bloccata. Un semplicissimo comparatore a soglie di tensione, in caso di mancanza di sole e di vento, azionando un semplice relè accenderebbe un caricabatterie per il tempo strettamente bastante a riportare su il livello di tensione. Un circuito così è semplicissimo, si può fare con un operazionale, o con una logica schmitt trigger, o anche solo con quattro transistor uno zener e poco altro.

Bello lo stampato fatto a mano..... ;)
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 15 giu 2012, 14:20

bellissimo!! :D

qui da me, non è che manchi la corrente elettrica, infatti passa a 200 mt un traliccio delle media tensione (3000V credo) ma il preventivo è dai 15 ai 20.000 euro. A quel punto tanto vale essere autonomo e non pagare ne i 20k euro ne la bolletta.

Il tuo nuovo sistema tie-grid, potrebbe essere usato in parallelo ad un altro inverter a onda pura?

Ho un victron da 1000W ma a volte ho bisogno di più potenza e allora stavo cercando un sistema per mettere in parallelo più inverter in base alle necessità. Esistono soluzioni commerciali, ma obbligano a cambiare l'inverter e comprarli nello stesso momento, visto che versioni differenti non si sincronizzano.

L'ideale sarebbe un inverter simil tie grid che possa essere collagato alle batterie, annusi la tensione generata dall'inverter principale e inserisca in rete un tot di corrente in base alle richieste. impossibile?
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 15 giu 2012, 15:20

offgrid2 ha scritto:......L'ideale sarebbe un inverter simil tie grid che possa essere collagato alle batterie, annusi la tensione generata dall'inverter principale e inserisca in rete un tot di corrente in base alle richieste. impossibile?

So che qualcuno l'ha fatto con gli inverter grid-tie che si montano per gli impianti senza batterie, mettendo a monte un inverter sinusoidale puro, merò mi pare ci voglia un trasfo intermedio o qualcosa di simile..... Sempre se ho capito bene. Ma a me pare una specie di "marchingegno", qualcosa di "precario".....
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 15 giu 2012, 15:56

No, non è possibile, almeno con il criterio da me adottato.- E' possibile invece, mettere in parallelo diverse unità gemelle che si agganciano in sincronismo tra loro prendendo il riferimento esterno.- Questo sì, ..concettualmente il ragionamento ...fila.-
Comunque il "marchingegno" di una unità è complesso e già contiene un'inverter con andamento sinusoidale.-
Lo stadio più "affollato" è il circuito di controllo che deve "sentire, soppesare" ciò che avviene in quel crocevia e capire la direzione del flusso di energia prevalente, "sentire e soppesare" l'eventuale utenza, modulare in sincro i due "rubinetti": lato rete e lato inverter.- Non si può parlare di direzione della corrente in transito poichè siamo in regime alternato quindi la corrente inverte il proprio segno secondo il ritmo imposto.- Non è proprio ortodosso e corretto parlare in questi termini, ma così è più semplice capirsi.- L'inconveniente maggiore, e questo crea una difficoltà aggiuntiva, si verifica quando c'è un'eccedenza di produzione energetica che nei prodotti commerciali (GRID-TIE mi sembra di aver letto da qualche parte), si traduce in un trasferimento verso la rete esterna di energia e questo non è consentito in mancanza di autorizzazione.-

Un saluto

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 15 giu 2012, 16:26

Ahhh!, ho capito solo ora la domanda. Si, per lui non fa differenza, non sa e non vuole nemmeno sapere chi gli da una mano a spingere la carriola!!, hi!, il controller gli tasta il polso e si aggancia alla sua pulsazione.- Tutto qui.-
Ciao

Bridge

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 15 giu 2012, 21:39

bridge... non hai mai pensato di vendere il tuo inverter da 3kW, in kit? :mrgreen: oppure con la piastra già montata e tarata a cui collegare un trasformatore idoneo da comprare in loco?
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 16 giu 2012, 10:50

Stavo anche pensando..... che norme di sicurezza elettrica bisogna usare per trattare con 130V in continua?

Per esempio:
come isoli in modo sicuro le batterie?
Usi fusibili o magnetotermici?
L'interruttore salvavita funziona?
La messa a terra è normale?
Il negativo delle batterie va a terra?
Servono cavi speciali o bastano i normali ricoperti in pvc?
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 16 giu 2012, 13:36

Innanzitutto il ....buon senso!.-
Non bisogna MAI aver timore, bensì avere la consapevolezza delle grandezze in gioco.- Quando attraversi una strada trafficata o ....no, guardi sempre con attenzione e rapidamente @ dx e sx prima di fare un passo.- Se stai manipolando 12Vdc o 150Vdc stai sempre accorto in egual maniera.- In caso di "inciampo" è solo l'effetto che è diverso.- E' l'inciampo che NON DEVE verificarsi mai, ed è qui che bisogna avere delle precauzioni e NON dimenticarsi mai di metterle in piedi qualunque sia il voltaggio a disposizione.- Non c'è scusante!.-
Alla domanda: "come isoli in modo sicuro le batterie?", ...non capisco, ......isolarle da che!.-
-I vasi stazionari si trovano al piano inferiore dell'abitazione ed il locale ha delle prese d'aria idonee per creare un moto convettivo spontaneo di aria. L'accumulo è riposto su delle scaffalature idonee e ogni vaso ha una protezione, una sorta di guscio plastico (rosso nella foto) a protezione dei collegamenti. Comunque la tensione dei vasi è controllata per evitare la formazione di idrogeno- La tensione giusta per evitare o contenere la gassificazione è 2,223Volt per elemento (s.e.o), quindi per la classica batteria avviamento la V idonea e di 13,338V, leggermente al disotto dei classici 13,8V.-
-A metà circa della serie ho inserito un fusibile da 20A.
-Alla fine della stessa è presente un magnetotermico.-
-Il collegamento all'inverter è effettuato con circa una venticinquina di metri di cavo a 4 conduttori da 6mm cadauno, tramite un secondo magnetotermico (lato inverter).- Nello stesso punto arrivano i conduttori provenienti dal parco fotovoltaico e connessi co altrettanti magnetotermici.-
-Il salvavita è presente nell'impianto generale con le classiche tre levette di azionamento.- L'interruttore dell'impianto illuminazione e delle prese a passo piccolo è disinserito per svincolarsi dalla rete ext.
-Il negativo è isolato poichè non è presente l'avvolgimento secondario sul nucleo del trafo.- Guai a metterlo a terra in questo caso!.- Discorso diverso con un trasformatore con primario bifilare e secondario tradizionale.-

Comunque la grande differenza che si può notare tra la Vac e Vdc è che in caso di collasso l'eventuale arco che si può venire a creare, cessa spontaneamente e facilmente con la Vac durante la distruzione del fusibile o componente coadivato anche dal fatto che è sempre presente il transito per lo zero della corrente, mentre con la Vdc, più è elevato il valore della tensione più
è difficoltoso lo spegnimento anche in presenza di distruzione del fusibile.- E qui si risolve facilmente aumentando la distanza tra i reofori del fuse stesso.- Considera comunque anche l'intervento del magnetotermico/i che già ci mette/ono una "pezza" avendo una distanza tra i poli abbondante.-
Ho letto, ..mi sembra in questo forum di un tale che ha dovuto sostituire i termostati di un copioso numero di boiler con termostati allo stato solido (bravo, se li è fatti da solo!), per via della distruzione degli stessi. Ho la sensazione che il problema sia stato generato proprio dall'alimentazione in continua delle resistenze che hanno messo in crisi i contatti dei termostaci non tanto alla chiusura (anche se quella è una fase critica per diversi motivi che non sto qui a dire), quanto all'apertura quando gli stessi hanno raggiunto la temperatura prefissata, per i motivi detti sopra.- Forse mi sbaglio, ma.....

Peccato, che ci siamo incontrati ora; è da poco che ho dato una ripulitina al caos infernale che regna stazionario qui da me, ed avevo qualche scheda di generatori frutto di prove realizzate tempo indietro.- Dò una rovistatina ancora e se rimedio qualcosa ti metto al corrente.-

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Messaggio da Ferrobattuto » 16 giu 2012, 13:50

Hemm..... Approfitto per porre qualche domanda pure io.... :mrgreen:
Abbi pazienza Bridge, sono completamente autodidatta, e a volte sono costretto ad "arrampicarmi sugli specchi".....
Nello schema ad inizio discussione non sono riuscito a capire qualcosa. Il 555 è l'oscillatore, a 8KHz per avere maggiore precisione, il 4520 è il divisore binario da cui prelevare i 50Hz necessari all'inverter perfettamente simmetrici, i due AND 4081 coi darlinton seguenti pilotano i gate degli IGBT che ovviamente lavorano in commutazione sull'inverter. Quello che non mi è chiaro è il ruolo del 4067 e dei NOR da lui pilotati.
Discretamente chiaro il ruolo del quadruplo operazionale LM324, sensore di carico, e controllo di funzione sugli AND. (Il circuito è una meraviglia....)
Ancora una cosa: gli IGBT funzionano in commutazione "semplice" a 50Hz, per cui in teoria l'uscita dovrebbe essere un'onda quadra, diventa triangolare per via del filtro o mi sono perso qualcosa? oO
Scusa l'ottusità..... :: )
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Messaggio da Bridge » 16 giu 2012, 15:47

OK, non c'è problema!.- E' un piacere trovare persone che fanno girare i neroni spinti dalla passione; spero solo di non portarvi "fuori Strada".- Io dico sempre come la penso, ma tutto va preso sempre con le .....pinze!.-
Hai decodificato bene parte dello schema, Ferro.- Per semplificare immagina di dividere ogni semiperiodo (10ms+10ms) in 8+8 pezzettini su cui puoi scegliere con precisione la massima durata dello stesso.- Ossia la massima escursione del PWM è disciplinata da questa scelta.- Che significa ciò: è che tu puoi imporre la massima escursione in potenza disponibile sull'inverter. Sei tu che decidi non il carico!.- La massima ampiezza della cadenza in PWM presentata sui gate dei Mos o Igbt è stabilita da ciò.- C'è comunque un'ulteriore vantaggio di non poco conto e sarebbe la garanzia di stabilire una pausa (dead time) programmabile tra gli impulsi che si alternano sui gate.- Questo dà la garanzia che non potrà mai avvenire accidentalmente l'eccitazione contemporanea dei gate con evidente collasso dei dispositivi di potenza.- Un'ulteriore beneficio è che questo tempo morto dà la possibilità di far scaricare sul carico l'energia residua accumulata nel semiperiodo appena trascorso.- Lo stadio finale nello schema è un controfase, ma si può cambiare configurazione a piacimento e simpatia (mezzo ponte, ponteintero).-
La stabilizzazione della tensione AC di uscita è governata da un circuito automatico di guadagno che determina l'ampiezza del PWM in funzione del load connesso e può accadere che in caso di sovraccarico, o di un malaugurato malanno, l'AGC vada fuori range.- Normalmente questo evento, quasi sempre "catastrofico" determina lo sbandamento del circuito che come risultato fa trovare all'unisono comando contemporaneo sui gate dello stadio di potenza con logica distruzione.- Anche questa possibilità è preclusa (vedi sopra).-
Ma non è niente di particolare, forse è più utile a scopo didattico che altro.- Oggi ci sono altre strade meno articolate e decisamente più semplici con filosofie progettuali diametralmente opposte.-
L'out del contatore binario 4520 va a rifornire gli ingressi logici ABCD del multiplexer 4027 che abilita in sequenza le sue 16 uscite.-
Un "giro" avviene in 20ms.- Ora si può stabilire l'inizio e la fine dei due semiperiodi:

il pin 1 del primo NOR accende (inizio1°sp), .......il pin6 spegne (fine 1°sp).

il clock successivo determina il tempo morto (così nello schema).-

il successivo clockancora da inizio al secondo semiperiodo:

il pin 9 4001 accende (inizio 2°sp), .......il pin12 spegne (fine 2°sp).

Così il giro ricomincia.-

Inserisco un'immagine dove si vede il principio di funzionamento.- Spero che dia la giusta sensazione.- Non ha niente a che vedere con lo schema di cui sopra, ma la filosofia è la stessa.- Si riferisce alla costruzione sinusoidale di altro inverter.-


Spero di non dimenticare nulla.-

Un saluto da

Bridge
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Messaggio da Bridge » 16 giu 2012, 15:58

Ho dimenticatio di citare la risultanza oscillografica.- No, nel test l'onda triangolare visualizzata si riferiva al segnale da presentare sull'input dell'OPA per generare il PWM.-
NERONI= NEURONI!!!.- hi!.-

Ciao

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Messaggio da Ferrobattuto » 16 giu 2012, 20:36

Questo utlimo schema si riferisce ad un inverter ad onda sinusoidale costruita, credo.......
Conosco gli SG3524 per averli usati in passato per qualche alimentatorino switching e per un convertotore DC-DC in salita. Ma roba semplice. A questo proposito: ma se si collegassero le uscite Q e -Q di uno di questi direttamente ai darlington che pilotano gli IGBT del tuo inverter, non si avrebbe già un sistema finito? Forse sarebbe meno sicuro? Anche questi hanno un dead-time tra una semionda e l'altra, o sbaglio?
Hal9000 ultimamente ha usato il suo "fratello più giovane", il 3525, più adatto per pilotare dei mosfet.

Non ti preoccupare per i neuroni.... Vanno da soli, non c'è problema. (woot) :D
E non c'è problema neanche per il resto: uno racconta le sue cose, poi gli altri prendono quello che vogliono.... ;)
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 16 giu 2012, 22:32

Noto Ferro, leggendo qua e la, che esiste una sorta di riluttanza quando si parla di inverter che hanno in uscita una forma d'onda non sinusoidale.- Bisognerebbe fare una riflessione sull'uso a cui sono destinati.- Prendi per esempio la situazione di maxlinux2000, il quale se non erro non ha a disposizione una fonte di approvvigionamento esterna, quindi con ciò che ha messo in piedi deve tirare avanti la "carriola".- E' chiaro che guarda all'efficienza ed all'uso parsimonioso e oculato con estrema attenzione.- Comunque nota che sull'OUT dello schema è presente un filtro con ingresso capacitivo su cui NON sono stati messi i valori sui componenti proprio per focalizzare il punto di intervento dello stesso.- Ciò significa che in base al proprio pensiero, alla tipologia dei carichi inseriti, al "peso" del contenuto armonico consentito, ecc. è possibile dimensionare la frequenza di taglio del filtro stesso che determina un'out perfettamente sine.- Sistemi moderni si affidano alla commutazione a frequenze elevate dello stadio di potenza, qualunque esso sia, per poter avere un'out con contenuto armonico risibile. Lo stato On-Off non è istantaneo come si crede, ma ha sempre un tempo finito e proprio durante quel tempo di transizione che avviene una certa dissipazione che contribuisce all'aumento della temperatura del dissipatore.- Più la frequenza di commutazione è elevata e più si evidenzia questo fenomeno.- Per focalizzare meglio: mi sembra che tu abbia un'inverter sine da un migliaio di W, se non sbaglio. Quando inserisci un carico importante prova a monitorare la variazione della temperatura del dissipatore in funzione del tempo.- Con il sistema di cui sopra con 2Kw inseriti!! il dissipatore si stiepidisce ed il trasformatore resta gelido.- Ecco la differenza!.- Mahhh, l'argomento è complesso e si presta a mille sfaccettature ed anche a diverse filosofie di pensiero, che portano comunque alla stessa meta.- Esiste una sorta di tifoseria sull'argomento.-
Lo schema di principio si riferisce ai PCB delle due foto subito sopra dell'exciter sine del 1993.-
Se prendi il datasheet dell'SG3524/5 o del TL494 alias TL7500, IR3M02, MB3752, che trovi inseriti nel PCB degli alimantatori AT o ATX dei vecchi computer, trovi l'applicazione per costruire facilmente un'inverter completo di AGC ecc.- Basta dimensionare adeguatamente i componenti.-

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 16 giu 2012, 22:53

Scusa Ferro, ma mi sono accorto che non ho risposto alla tua domanda, ...mi faccio sempre prendere la mano dall'argomento.-

Si è possibilissimo, basta ricordarsi di prendere il riferimento della tensione di errore per l'AGC.-
L'inverter dello schemino mi consente di scrivere questa ulteriore e-mail insieme a tutte le utenze della casa.-
Dovrei trovare le risultanze mensili della produzione fotovoltaica e del prelievo dalla rete esterna realizzate nel 2007 quando rinnovai il parco stazionario, già digitalizzate, ma non ricordo dove le ho parcheggiate.-
Ciao da

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