Non ci posso credere!! L'italiano riscopre la vita frugale
Inviato: 10 nov 2013, 7:58
L'italiano riscopre la vita frugale
A dispetto del nanismo politico e di tutti gli imboscati nelle "zone franche"
delle rendite e nelle pieghe dei privilegi, l'Italia sta galleggiando e con
ogni probabilità riuscirà a sfruttare l'alta marea della ripresa nel prossimo
biennio. Una sua efficace rete galleggiante é la famiglia con la sua capacità
d'interpretare in positivo la fase avversa.
Sulla crisi sociale - disoccupazione e consumi -, al momento, si sa solo che
durerà ben oltre la recessione economica.
Nel frattempo, una buona parte di quel 90% d'italiani colpito dalla crisi ha
rielaborato il lutto dell'austerità imposta dai governi, percepita come una
sorta di digiuno dai propri desideri consumisti, sollecitati ai tempi credito
facile e ora frustrati dallo stato di deprivazione relativa. Nel senso comune,
è passata l'idea che, di fronte a una crisi così profonda, l'unico modo di
reagire è impegno sul lavoro, sobrietà nel consumo, senso del risparmio. La
fragilità emotiva dei primi anni di crisi sembra lasciare il passo a una
rielaborazione con la quale gli individui tentano di reagire a partire dal
proprio capitale relazionale a prescindere dalla debolezza del ponte di
comando. Non tutti ce la fanno: la crisi ha messo a nudo l'importanza di ruoli
e status e, inoltre, non tutti gli italiani oggi possono avvalersi di quel
formidabile ammortizzatore sociale rappresentato dalle reti familiari, che
danno quotidianamente buona prova di sé in tutti i campi in cui il welfare
pubblico palesa le sue "magagne".
Se non sei integrato in reti familiari prossime che ti proteggono dai rischi
(disoccupazione o reddito insufficiente), puoi cadere più facilmente in una
fascia a forte disagio e povertà. Se è vero che negli ultimi 5 anni è emigrata
una quantità di giovani pari alla popolazione di Firenze, il numero di giovani
che vive protetto dalla famiglia senza studiare, né lavorare, né formarsi è
però paragonabile alla popolazione di Roma: aspettano, con l'atteggiamento
sbagliato, che passi fatalmente la "nuttata". Nel bene, nel male e nel
controverso è la famiglia che si mobilita, si adatta e detta le linee di
resistenza. Più difficile sottrarsi ai rischi sociali indotti dalla crisi se si
è soli o di classe inferiore. Il Belpaese è tale anche per la longeva
persistenza delle famiglie che, in questi anni di crisi, hanno sì ondeggiato di
fronte alla paura di finire nel braciere dei mercati finanziari e negli stalli
della politica. Poi, però si sono messe a fare quel che nessuna forza politica
o intellettuale di grido erano stati capaci di proporre per evitare paura e
pessimismo inconcludente: hanno reinterpretato l'odiosa austerità dei governi,
sdrammatizzandola con uno stile di vita frugale, scoprendone i lati positivi.
L'austerità dei tecnocrati europei e nostrani ha tuonato come una punizione; la
frugalità, ormai diffusa tra le famiglie italiane, è il modo più indolore per
"stringere la cinghia", coniugando il senso della misura nello stile di vita
con la consapevolezza della necessità di lavorare bene, risparmiare sul
superfluo e l'ingiustificato, adottare un atteggiamento selettivo: la spesa per
casa al discount, una settimana in meno di vacanze e, se costretti, uno o due
affitti in arretrato. All'estero non ci si va più in vacanza, ma per lavorare.
Nelle nostre campagne urbanizzate si è tornati a usare la legna per
riscaldarsi. Un pragmatismo frugale quanto dotato di senso della misura, della
concretezza, della sobrietà: bandite le spese pazze, solo in casi eccezionali
acquisti di case, auto ed elettrodomestici. L'incidenza delle spese telefoniche
e di comunicazione è, al contrario, salita, segno che il senso di connessione
che alberga in tutti noi non conosce i divides economico-sociali che la crisi
ha reintrodotto.
Persino lo spauracchio dell'aumento del carburante si è stemperato, nei
commenti a tavola delle famiglie italiane, con la constatazione che i rincari
hanno ridotto l'utilizzo dell'auto allo "stretto necessario", con una
diminuzione dei consumi di carburanti da cui consegue un minor inquinamento. Le
famiglie italiane non solo mettono mano ai loro proverbiali risparmi, ma stanno
sperimentando uno stile frugale di consumo, fino ad apprezzare i vantaggi
indiretti derivanti da limiti nel consumo di un bene scarso come la benzina,
con controversa utilità sociale e certa dannosità ambientale. Il vecchio
stereotipo del consumatore eccessivo e spensierato cede il passo a uno più
oculato e razionale, molto più preoccupato della volatilità delle alte tasse
italiane. Lo stile di vita delle famiglie, a partire dai ceti medi, sta
cambiando al punto che forse nei prossimi anni nessuno avrà più nostalgia di
quei tempi sciagurati in cui credito facile e desideri volavano a braccetto
dietro una finanza tanto spensierata quanto interessata. Quella bolla
finanziaria ha colpito duro l'economia e la società, non si può neppure
rischiare di ricrearla. Meglio riposizionarsi sulla prudenza e su forme di
frugalità che costituiscano un assist anche per il ponte di comando, per dare
senso allo sviluppo che verrà.
c.carboni@univpm.it
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ABwA40b