Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 16 lug 2012, 1:33

perché hal9000 ha fatto quelle bobine (sono induttori in aria) così grosse con matasse di filo per impianti elettrici?
almeno ci sono 10kg di rame, almeno...

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Hal9000
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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Hal9000 » 16 lug 2012, 14:03

Ferro ha praticamente già detto l'80% di quello che c'era da dire ;)

Mi permetto solo di aggiungere:
La frequenza usata per generare gli impulsi della bobina ha un ruolo marginale, visto che da innumerevoli prove e deduzioni dai risultati mi pare di aver capito, ragionando anche assieme ad Ferro, che il tocca sana per desolfatare le batterie è il rilascio induttivo di una qualsiasi bobina.
L'attenzione dovrebbe essere focalizzata sul rilascio induttivo, quando apriamo il ricuito su un induttore tutta l'energia accumulata DEVE essere scaricata in qualche modo, questo è un processo elettro/magnetico naturale che diamo come dato di fatto, quello che ci interessa è che questa energia X accumulata nell'induttore può essere scaricata in diversi modo, ma a prescindere da come viene scaricata resta costante la quantità X di energia accumulata ad ogni ciclo.
Ora se l'energia da scaricare X viene scaricata mettendo in corto la bobina, per esempio tramite un diodo (come avviene con i diodi di protezione sulle bobine dei relè) si produce una corrente elevata che si protrae molto nel tempo, questo perchè il diodo tiene una tensione di circa 0,5 - 0,7V e l'energia immagazzinata divisa per questa tensione produce una certa corrente per un certo tempo.
Ora se la bobina viene lasciata aperta durante la fasce di scarica ai suoi capi invece che una bassa resitenza se ne presenta una elevatissima (la conducibilità dell'aria tra i due punti elettricamente più vicini del circuito della bobina quando viene aperta) quindi visto che per scaricare il campo magnetico (l'energia accumulata) serve una corrente la bobina inizia a generare una tensione in uscita sufficentemente alta a vincere la resistenza in uscita (in questo caso l'aria tra i contatti) fino a che inizia a scorrere una corrente, però appena la corrente inizia a scorrere l'energia viene consumata subito in quanto in questo caso per far scorrere la corrente abbiamo raggiunto una tensione molto più elevata del corto del primo caso, così se l'impulso in uscita raggiunge tensioni elevate la durata dell'impulso di scarica diventa brevissimo.
In pratica la bobina si comporta come uno strumento naturale e molto semplice in grado di scaricare un tot di energia sul carico in uscita adattandosi alla sua impedenza, questo significa che se facciamo scaricare una bobina su una batteria solafata la bobina ad ogni impulso generà una tensione sufficentemente elevata a vincere la resistenza elettrica del solfato di piombo fino a far scorrere un pò di corrente, il vantaggio è che se la batteria è molto solfatata gli impullsi sulla batteria saranno di breve durata e a tensione elevata, se la batteria è in buono stato o man mano che si riprende aumenterà la corrente e la durata degli impulsi, adattandosi bene ai vari casi.
Quello che fà lavorare bene il desolfatatore sono i rilasci induttivi della bobina, quindi in realtà non sono impilsi di elevata corrente a desolfatare, anzi quelli probabilmente sgretolano solo le piastre, ma sono i picchi di sovratensione dei rilasci induttivi.
Ora è ovvio che più frequentemente mandiamo impulsi di questo tipo alla batteria e più velocemente curiamo la batteria, ma sperimentalmente ho notato che c'è un limite pratico in funzione della dimensione della batteria, quindi è un gioco di potenza media inviata alla batteria, ovvero quanta energia si accumula nella bobina per ogni impulso motliplicato per il numero di impulsi al secondo.
Un altro fattore che interviene e che ci obbliga a corregere la freauenza è la dimensione dell'accumulatore, non dimentichiamoci che una batteria si comporta anche come un condensatore elettrilitico, più è grossa e più piastre affacciate ci sono al suo interno, quindi tanti impulsi brevi possono essere effettivamente livellati dall'effetto capacitivo delle piastre affacciato, andando a livellare i rilasci induttivi della bobina proprio comme accade in un normale regolatore switching e quindi caricando la parte chimica con una normale DC, è per questo motivo che su accumulatori grossi ho notato che è necessario ridurre la frequenza e aumentare il valore dell'induttore, in modo tale che la quantità di energia accumulata nella bobina sia sufficente a soprassedere la capacità parassita delle piastre e proseguire nella sua scalata di tensione fino a far condurre il solfato ed avviare il processo che ci serve.

Da prove sperimentali ho visto che far risuonare la batteria non è necessario per desolfatare, quindi Mhz e studi scentifici sulla frequenza di risonanza del solfato a me sembrano solo chiacchere inutili per lo scopo pratico di ricaricare un accumulatore com materie attive scariche cristallizzate, io lo vedo solo come un problema di conducibilità elettrica.

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 16 lug 2012, 14:24

Vorrei porre qualche domanda, poichè qualcosa non mi è chiaro, per mia colpa, in quel circuitino atto a desolfatare una batteria oramai esausta.-
PREMETTO che non ho alcuna esperienza in merito, anzi non conoscendo questa modalità di eventuale recupero, leggendovi, ...in un primo istante mi si sono drizzati i capelli!.-
Qualcuno di Voi ha messo mai una sonda oscillografica in parallelo ad un piccolo shunt in modo da controllare l'andamento temporale della corrente sotto i guizzi di tensione imposti dal chopper (risposta al gradino)?.- E' sufficiente una resistenza di una frazione di ohm da inserire a valle dell'induttore.-
Guardando lo schema si evidenzia che la reazione dell'induttore viene smorzata dalla R=15ohm ed anche dalla R interna dell'elemento solfatato.- Questo credo ridimensioni immensamente l'effetto della reazione spontanea dell'induttore che inverte la polarità della tensione ai suoi capi in quell'istante.- Mi sembra che l'intenzione sia di ottenere un valore elevato di tensione (Ferro) in modo da distruggere i cristalli e non la corrente che in questo caso non può raggiungere valori importanti poichè il circuito non lo consente.-
Altra domanda: perchè si spreca energia dalla fonte di alimentazione esterna per veicolarla anche in quella resistenza (15ohm), ed ancora sprecarla nella bobina del relè costantemente eccitato.-
Io credo che un diodo veloce al posto del relè sia giustificato poichè non siamo in regime alternato, bensì la corrente con andamento "articolato" può scorrere solo in un senso.- Nell'istante ON del gradino la corrente inizia a fluire verso il carico ed anche su quella R e nel periodo di OFF l'induttore scarica l'energia accumulata precedentemente sull'elemento solfatato, attraverso il diodo di recupero che chiude il circuito, ...mantenendone il verso sino allo sfinimento energetico con andamento smorzato. La polarità è sempre positiva ((ecco il perchè sostituirei il relè con il diodo veloce)), ma varia il suo valore con andamento periodico possedendo di per sè già un'off-set: 2V o più Volt.- Sin qui tutto è OK, considerando anche l'osservazione fatta da Ferro in merito all'efficacia del valore della tensione per ottenere l'effetto desolfatante. Il valore di questa tensione è vincolato da diversi fattori, valore dell'induttanza, correnti in gioco, valore della resistenza interna in quell'istante dell'elemento solfatato.- Più quest'ultimo valore è elevato, più la tensione della risposta dell'induttore al gradino è elevata.- Ed ecco che quella resistenza esterna da 15ohm svilisce l'intenzione e l'effetto desiderato.-
Così è da me interpretato, osservando lo schema.-
Dove sbaglio??.-

Per il matenimento della R da 15ohm un'idea l'avrei, ma attendo lumi per capire dove non ho ben interpretato.-

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 16 lug 2012, 16:08

ciao

@ermete50
si ermete, il principio è più chiaro adesso, insomma (come riprende anche hal9000) possiamo considerare la cella al piombo come un condensatore, ed in effetti in alcune applicazioni una cella viene usata come "spianatore d'onda".
Questo condensatore ha due piastre in piombo ed uno strato di dielettrico di PbSO4 (solfato di piombo).
Da piccolo mi divertivo a dare corrente alternata a 220V ai condensatori elettrolitici danneggiati, era un vero spasso, lo mettevo fuori, spegnevo la luce ed "azziccavo" (inserivo) la spina, dopo lo scoppio di un 10000uF (diecimila) tutta le persone uscivano pensando ad una granata (woot) (:)
(naturalmente non si è mai saputo cosa fossero quelle insolite esplosioni.

Ma torniamo a noi, ora hal9000 specifica ermete50 dicendo che si tratta di questo, e che la frequenza di risonanza non c'entra nulla, mi sembra assolutamente convincente la cosa, in effetti anoi interessa bucare l'isolante, e per questo si usa la sovratensione che genera un induttore, ottimo hal9000, dopo i tuoi costanti esperimenti meriti di ridurre quelle bobbbinone, quindi ti dico che puoi utilizzare un nucleo di lamiera ed ottenere la stessa induttanza con pochissime spire.
Quando dicevo induttore in aria, mi riferivo al nucleo, non al fatto che la scintilla scoccasse nel vuoto, ma sono stato generico (prima).
Quindi tagliando dei pezzi di lamiera ed attorcigliandoci attorno un filo anche grosso per sostenere una grossa corrente, si ottengono induttori di valore molto più elevato grazie al campo magnetico 5000 (cinquemila) volte superiore che è in grado di immagazzinare il ferro, rispetto all'aria, ma con poche spire, il rame costa in modo pazzesco!!!

Poi non basta solo la tensione, perché le piastre hanno una certa capacità che stpianerebbe l'impulso (come dici tu) così come avviene nell'elettrolitico di un convertitore a commutazione di tipo boost (elevatore) quindi bisogna aumentare l'energia immagazzinata E=1/2*L*I^2 che dall'equazione della fisica è proporzionale all'induttanza L, cosicché appena le piastre hanno saziato la loro voglia di elettroni, ci sia ancora energia per far aumentare la carica tra le piastre e quindi far aumentare la tensione V che in un condensatore è E=1/2*C*V^2 cioè per far giungere un condensatore (cella al piombo nel nostro caso) noi diamo la E che proviene dall'induttore, la C è quella che hai nel tuo banco e dipende dalla grandezza del banco ed è costante per il tuo bel banchetto da 96KWh--->
(secondo me 9000 ha un significato diverso dall'associazione ad hal, secondo me hai intenzione di arrivare a 9000[KWh] e poi montare il banco su uno yellow submarine :mrgreen: :mrgreen: (woot) ) o sbaglio? ;)
rimane la V che aumenterà di tanto quanto è grande l'induttore, e come dicevi tu hal9000, e del tempo di acquisizione della corrente deltaT.

Quindi in definitiva, se mi dici il valore della Lx (non è riportata nello schema di cui mi ha dato il link ermete50) posso dirti come si può realizzare in modo mooolto più compatto, quanto sono costate quelle tre matassine di filo? (se non lo riduciamo offgrid2 dovrà mettere mano ai suoi dobloni per replicarlo :mrgreen: :mrgreen: )

@bridge
credo che sia ragionevole il dubbio sulla resistenza in parallelo, dalle parole mi sembra inutile qualsiasi resistore in parallelo, non serve se il processo è quello di cui abbiamo discusso. ma se puoi inviarmi un link sullo scema cui ti riferisci posso dirlo in modo più certo, dal punto di vista circuitale

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 16 lug 2012, 16:39

Lo schema è il medesimo della pagina precedente.-

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 16 lug 2012, 17:45

Quello con LM2576, L=100uH ?
Perché ermete50 mi aveva dato un link con un desolfatatore dove era indicata Lx ma non il suo valore, magari ho cliccato male io... :)

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 16 lug 2012, 19:08

Innanzitutto buona sera,
mi scuso per non averti salutato precedentemente.-

Si è proprio quello con LM2576.-


Una curiosità: per ravvivare le batterie ricaricabili al Nichel-Cadmio, tipo Torcia, stilo ecc. ho usato qualche volta un condensatore di capacità molto elevata 63000uF ed oltre caricato con una tensione una quindicina di volte superiore al valore di targa 1,2Volt, scaricandolo brutalmente tra le due polarità (immagina il valore della corrente di scarica!).- Qualche elemento si riusciva a recuperare, ma provavo ORRORE nel farlo.- E' stata soltanto una prova accantonata subito.-

Un saluto e lieto di fare anche la tua conoscenza.-

Bridge

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 16 lug 2012, 20:11

Ciao bridge, figurati, penso che siamo tra amici e se ti scordi di salutarmi non fa nulla, comunque qui parlano bene di te, nei messaggi privati naturalmente :mrgreen: , quindi non ci avevo fatto nemmeno caso.
Comunque ciao e piacere di conoscerti!!
Come discutevamo con hal9000 e ermete, io deduco che il condensatore per "ravvivare" non sia molto efficace (ma è una deduzione, mi tolgo il cappello di fronte agli esperimenti :) ), perché lui quando ha una resistenza ci scarica subito la tensione, invece l'induttore eleva la tensione fino al punto in cui si rompe il dielettrico fatto dal solfato di piombo nel caso delle piombo-acido ed analogo materiale isolante che si forma nelle Ni-Cd.
In fondo il principio di tutti gli accumulatori è il medesimo, la chimica insegna che appena si mettono due metalli diversi in una soluzione elettrolitica(ben precisa) i due elettrodi si polarizzano e se poi gli si fa scorrere corrente lo strato di materiale di polarizzazione aumenta in scarica e diminuisce in carica.

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 16 lug 2012, 22:49

Grazie Elettrauto,

è poco tempo che mi sono iscritto a questo forum ed il motivo era quello di complimentarmi con i fautori e gli iscritti per lo spirito di "avventura" e di indipendenza che trabocca dai vari post.- Veramente entusiasmante ed è detto da chi ha trascorso letteralmente una vita dietro agli esperimenti, rubando sempre ore preziose soprattutto al sonno.-
L'idea del condensatore mi è venuta misurando una stilo @ nichel-cadmio con l'ohmetro che rilevava un cortocircuito netto ed anche solido che persisteva anche tentando di caricare l'elemento con un'alimentatore a corrente costante, per ovvi motivi di "salute" di quest'ultimo.- Quindi il pensiero di utilizzare una corrente di scarica di qualche centinaio di ampere per POLVERIZZARE il CC mi sembrava pertinente, ma pur sempre distruttiva.- Questo pensiero era suffragato dal fatto che la R era tendente allo ZERO ed il modo migliore per cercare di rimuovere il corto era quello di crearne uno nuovo ma poderoso con una corrente elevetissima e distruttiva.- Eliminare il corto in questa modalità è semplice, ci si riesce sempre, comunque il danno che ha condotto a questa situazione è sempre presente.- Lo si nota con un'autoscarica più o meno accentuata (varia tra un'elemento e l'altro) controllando la tensione in tempi diversi, dopo il trattamento "FEROCE" con susseguente ricarica, logicamente interrotta al raggiungimento del valore limite di 1.525Volt per le Ni-Cd.-

Tornando all'argomento desolfatatore la risposta dell'induttore è condizionata, come detto più sopra, da vari fattori, tra cui nel caso di interesse, anche dalla resistenza offerta dall'elemento sotto "cura" che nel caso sia di valore effettivamente alto (decina di kOhm) possa far nascere una situazione che scateni un'extraV particolarmente elevata.- Non sto ovviamente considerando il parallelo con la R=15ohm.-
Ferro aveva accennato giustamente al fatto che la scarica la si nota con i conduttori aperti ma sufficientemente vicini, poichè la R tendente all'infinito limita la I facendo salire di conseguenza la tensione sino al limite di rottura (ionizzazione dell'aria circostante), preceduta da un'istante di effluvio.- Lo avevo accennato precedentemente che sarebbe veramente interessante monitorare il transitorio con l'inserimento di una sonda oscillografica.-
Inoltre sarebbe opportuno, sempre secondo il mio pensiero, separare, tagliare i ponti che uniscono i sei elementi costituenti una batteria, giudicata difettosa; in questo modo si può monitorare con una certa esattezza lo stato di "salute" dei vari elementi così da intervenire solamente sul o sugli elementi risultanti difettosi.- Comunque sono scettico sul fatto che possano generarsi tensioni elevate ai capi dell'elemento per il motivo esposto sopra (R) che in definitiva va a CARICARE l'induttore "soffocandolo".- Situazione diametralmente opposta nel caso i due elementi (+ e -) siano effettivamente isolati ed in questo caso mi trovo daccordo.-
Ferro avrai certamente condensatori di valore elevato e con Vn alta.- Fai una prova su un'elemento da 2V certamente solfatato e vedi se si ottiene qualcosa di positivo nel qual caso mettiamo in piedi un dispositivo automatico che alterni la carica del condensatore ad una tensione regolabile e susccessivamente la scarica sull'elemento da "curare".-
Chissà se Hal ha fatto queste verifiche?.- Sarebbe interessante avere un suo parere.-

Mi sa che ho detto un sacco di frescacce.-

In ultimo, sono estremamente convinto che uno strumento come il forum in questione sia veramente prezioso per potersi scambiare lealmente le proprie convinzioni, i propri dubbi per confrontarli poi avendo la possibilità di rifletterci, ragionarci sopra off-line.-
Un grazie di cuore a chi ci offre questa opportunità.-

Bridge

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 16 lug 2012, 23:13

Figurati... :)
Infatti, appena avrà tempo hal9000 ci potrà dire la sua.
tagliare i ponti che uniscono i sei elementi

già!!! infatti le batterie stazionarie sono tutte di questo tipo, ermete parlava di quelle che tanti anni fa vedeva nelle centrali telecom e se non ricordo male diceva che erano tutte separate, cella per cella.
Ma perché ti dedichi al recupero di batterie al nichel cadmio? ne esistono anche di grossa capacità come quelle al piombo? per uso stazionario?
ciao

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Ferrobattuto » 16 lug 2012, 23:29

Bridge ha scritto:.......Mi sa che ho detto un sacco di frescacce......

Tutt'altro. Penso che le tue argomentazionbi siano valide. Mi pare di ricordare che anche Hal9000 mi parlò di prove con condensatori, ma non sono sicuro o non ricordo bene. Eventualmente ce lo dirà lui.... ;)
Inviato manualmente dal mio vecchio e sgangherato, ma fedele computer

Buone realizzazioni a tutti!
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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 17 lug 2012, 10:21

@ elettrauto,
Immagino che la domanda --"Ma perché ti dedichi al recupero di batterie al nichel cadmio? ne esistono anche di grossa capacità come quelle al piombo? per uso stazionario?"-- sia rivolta a me.-

No ...no, non mi dedico al recupero delle NI-CD.- Avevo fatto delle prove per approfondire un pò la questione.- Non è che mi siano tanto "simpatiche" oltretutto.-

Già posseggo un parco stazionario illustrato qui:

http://offgrid2.altervista.org/viewtopi ... =175#p2419

Sono innamorato di queste 65 sorelline umili e laboriose ma soprattutto "silenziose", hi!.-

@ Ferro:

sarebbe interessante conoscere le conclusioni di Hal9000

Ciao

bridge

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Hal9000 » 17 lug 2012, 13:51

Mi spiace "inquinare" la bella discussione sull'esperimento di Ferro, ma lui e Offgrid dicevano che possiamo permetterci certe libertà qui, nel caso sposteranno loro i vari messaggi ;)
Rispondo brevemente in quanto il tempo è tiranno, per la resistenza da 15hom è stata una scoperta casuale, d'apprima usavo il circuito senza la resistenza ma il processo era lento, poi un giorno dimenticai attaccata una lampadina da 21W (quelle degli stop per dire) assieme al circuito switching ed il giorno dopo trovai le piastre di quella piccola batteria da 14Ah di uno scooter con le piastre da completamente bianche diventare a chiazze nere (positive) ed in effetti aveva recuperato capacità in 1 solo giorno tano quanto un altra ci metteva in 10 giorni.
Provando la stessa tecnica su altre batterie solfatate mi accorsi che quel carico "tampone" assieme al circuito switching velocizzavano di molto il processo di recupero delle batterie solfatate.

Ragionandoci sopra si conviene che quella resistenza carica il regolatore switching obbligandolo a dare un certo pwm sulla bobina e quindi generando impulsi, inoltre crea una brevissima scarica tra un impulso e l'altro (quando il pwm è basso, ovvero nella fase iniziale di batteria ad alta impedenza), la somma di questi fenomeni su questo circuito specifico in cui la bobina è in serie al transistor e alla batteria da ricaricare migliora notevolmente il processo di "guarigione".

Per riassumere sinteticamente le ragioni della resistenza da 15hom:
1) dà un carico minimo allo stadio switching in presenza di batterie ad alta impedenza in modo da avere una eccitazione minima sufficente sull'induttore
2) effettua una microscopica scarica dopo ogni impulso di ricarica, il solfato occupa più volume, ricaricandosi si contrae lasciando il successivo strato di solfato elettricamente isolato, scaricando il solfato appena ricaricato in ossido o metallo si crea una sorta di vibrazione e propagazione di carica
3) protegge il circuito e la batteria in caso di apertura improvvisa/accidentale del circuito evitando pericolosi ed incontrollati picchi di tensione, sia per evitare di bruciare il regolatore sia per evitare di innescare l'idrogeno se internamente alla batteria si dovesse aprire il circuito per via della corrosione di ponti
4) semplifica il circuito rendendolo alla portata di tutti, in alternativa si potrebbe usare qualcosa di più complesso che dopo dongi impulso di ricarica effettua una micro scarica riversando l'energia nel condensatore primario per riutilizzarla nel ciclo successivo ed usando una bobina che chiude a massa, ma il circuito si complicherebbe e le bobine caricate a massa hanno dei rilasci induttivi pericolosi, sia per la salute che per l'eventuale innesco idrogeno

Con l'altro schema di desolfer/caricatore con le matasse di filo uso la tecnica di chiudere a massa la bobina in fase di carica, questo mi permette di evitare di usare una resistenza di carico ma questo sistema è da usare su batterie ben funzionanti con ottimi collegamenti e da chi è ben consapevole che se si apre il circuito in uscita quando operativo possono succedere cose spiacevoli, sia per scossa elettrica che per innesco idrogeno (nel caso di batterie difettose)
Inoltre da prove pratiche il sistema senza resistenza necessita di effettuare tipo 4 - 10 scariche parziali durante il trattamento per attivare il recupero, cosa che con questo schema (LM2576 + 15hom) si evita, insomma si sacrifica efficenza energetica per guadagnare semplicità di realizzazione e recupero componenti e comodità d'uso, lo accendi e te ne dimentichi ;)

Io uso il sistema con LM2576 per trattare batterie solfatate, lo uso come cura o ricarica di piccole batterie tipo l'auto o per inizializzare batterie fai-da-te, ma per regolari trasferimenti di ingenti quantità di energia stò provando altri sistemi con induttore caricato chiudendo verso massa o comunque in serie al banco ma con deltaV evidente.

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Hal9000 » 18 lug 2012, 9:21

Dimenticavo di aggiungere che sul circuito con LM2576 il relè è stata una scelta obbligata, anche io avrei preferito usare un diodo (niente di meccanico) ma tra batteria e circuito viaggiano correnti AC, ovviamente non sinusoidale ma con forme d'onda particolari, e questo collegamento bi-direzionale è essenziale per non vanificare la presenza della 15hom, se si mette un diodo la batteria si ricarica ugualmente ma l'effetto desolfatante verrebbe attenuato molto.

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 18 lug 2012, 10:13

...........mannaggia!!!!.-
Quando si fanno questi incontri casuali con persone con cui si ha in comune la voglia di sperimentare e soprattutto la mente che gorgoglia di idee, ........c'è sempre la distanza e quant'altro a porre limiti invalicabili ad alimentare e promuovere questo slancio!.-

OK di tutto Hal, sarei stato veramente contento aver potuto partecipare alle tue esperienze, ma l'importante è farle e rendere poi partecipe il gruppo di ciò, in modo da avere la possibilità di attingere impressioni anche da altre angolazioni, coerenti o meno con il proprio pensiero, comunque sempre benefiche per la finalità auspicata.-

Hal9000 ha scritto:poi un giorno dimenticai attaccata una lampadina da 21W (quelle degli stop per dire) assieme al circuito switching ed il giorno dopo trovai le piastre di quella piccola batteria da 14Ah di uno scooter con le piastre da completamente bianche diventare a chiazze nere (positive) ed in effetti aveva recuperato capacità in 1 solo giorno tano quanto un altra ci metteva in 10 giorni.


Interessante!


Ferro ha detto di ricordarsi che avevi forse fatto dei test con condensatori ad alta capacità.- E' così?.-

Un caro saluto da

Bridge

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Hal9000 » 18 lug 2012, 11:04

Ciao Bridge,
si è vero, perdonami ma sono sempre di fretta ed involontariamente mi dimentico di rispondere ad alcuni messaggi....
Ho provato diverse configurazioni combinate tra loro:
- alta capacità bassa frequenza (da 10Hz a 1000Hz con capacità da 100uF fino a 40000uF)
- bassa capacità e alta frequenza (da 1Khz a 50Khz con capacità da 100nF fino a 9400nF)
Queste prove lo ho fatte usando due gruppi di mosfet in parallelo a realizzare due "interruttori", il primo che caricava il condensatore da una sorgente di alimentazione e il secondo che scaricava il condensatore sulla batteria in oggetto, come switch ho usato 3 o 4 (non ricordo bene ma ho in giro il circuito) mosfet IRFP4321 che sono dei 150V 78A, mettendone alcuni in parallelo mi sono assicurato che a) non si danneggiassero con le potenti correnti istantanee di scarica e b) che la corrente di scarica iniziale fosse la più istantanea possibile con la caduta minima da me realizzabile in modo da cercare di avere il picco di corrente il più squadrao possibile.
Nelle varie combine di configurazione ho modificato la tensione di ricarica dei condensatori (l'alimentazione esterna) in un range da pochi volt sopra la batteria a circa il quadruplo della V nominale della batteria in "trattamento".
Ho anche fatto alcune prove con piccole capacità (range da 470nF fino a 100uF) ma caricate a 150-200V usando un scr come innesco di scarica verso la batteria (ho anche fatto un piccolo cimitero di scr per l'occasione), si sentivano delle legnate sui cavi, sui morsetti della batterie surante gli inneschi......

Morale della favola, di tutte le combine da me provate non ho notato nessun beneficio sulle batterie trattate in questo modo, per essere sicuro ho anche usato un elemento singolo 2V fatto a mano con due lamiere di piombo (uno dei vecchi prototipi che avevo in giro dell'altro filone di sperimentazioni degli accumulatori fai-da-te) la cui capacità era bassissima ed era bianco dal solfato, in modo da non dover attendere decine di giorni di trattamento e anche perchè si vede a occhio il cambiamento delle sostanze chimiche essendo in un barattolo di vetro, eppure nulla, nessuna desolfatazione evidente.

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Bridge » 18 lug 2012, 11:51

...sempre estremamente interessante soprattutto per me che ho conosciuto proprio qui questa procedura per desolfatare, recuperare elementi KO.-

Ritornando all'induttore:
Possiedi un'oscillografo?.-
In caso negativo mi sembra che mastichi con disinvoltuta il software. Potrebbe essere possibile acquisire il transitorio attaverso l'input della scheda audio, anche in modo parziale (limitazione della BW della stessa)??.-
Senza srumenti mi sembra di essere cieco, hi!.-

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 18 lug 2012, 22:57

@hal9000
per quanto riguarda il relé hai provato ad utilizzare un tiristore? (credo potrebbe risolvere il problema)

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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da Ferrobattuto » 18 lug 2012, 23:05

elettrauto ha scritto:@hal9000
per quanto riguarda il relé hai provato ad utilizzare un tiristore? (credo potrebbe risolvere il problema)

In realtà non c'è nessun problema, il circuito di Hal funziona benissimo così com'è.
Un tiristore conduce in una sola direzione, invece lì serve che la corrente circoli in entrambe le direzioni.
Inviato manualmente dal mio vecchio e sgangherato, ma fedele computer

Buone realizzazioni a tutti!
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elettrauto
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Re: Batterie "Cilindriche"....... Quadrate!

Messaggio da elettrauto » 19 lug 2012, 0:33

intendevo un tiristore bidirezionale, che conduce in entrambi i sensi, lo dicevo perché hal9000 voleva fare tutto a stato solido ed il relé per lui era un accontentarsi, ma anche il relé va benissimo.

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