Una di queste è una batteria di recupero da 110Ah che uso sul trattore, che stà fermo per la maggior parte dell'anno, un'altra è quella che tengo collegata all'UPS, quì sotto al computer, da 60Ah circa, una terza ancora da 110Ah la uso per l'alimentazione di un ricetrasmettitore da 100W, che assorbe 22A in trasmissione, un'altra da 90Ah la uso per gli "esperimenti" con circuiti in bassa tensione, l'ho usata anche nella discussione sugli UPS di recupero, poi ne ho un'altra da 80Ah che presto in giro agli amici in difficoltà, e altre ancora di amici e parenti che mi sono passate per le mani.
Questo sotto, con un link direttamente dall'archivio di Hal9000, è lo schema:

In passato qualcuno al quale fu dato lo schema, elaborò uno stampato, eccolo in versione pdf:
Ovviamente non l'ho mai realizzato, per cui chi ne fosse interessato, prima controlli bene i collegamenti tra le piste e i piedini dei componenti.
Questo è il datasheet dell'integrato usato:
Come dice Hal in pratica si tratta di un alimentatore switching in cui sia stato omesso il condensatore di livellamento in uscita, così che i picchi induttivi dell'induttanza in uscita vengano "sparati" direttamente dentro la batteria da ricaricare. La resistenza da 15 Ohm 30W serve per produrre un picco di assorbimento negativo, una specie di "tira e molla" con la corrente del circuito che aiuta di molto la distruzione del solfato. Senza di quella il circuito funziona ugualmente ma è molto meno efficace. Il trimmer viene regolato per una tensione di fine carica di 13,8 o 13,9V, ma nulla vieta di aggiustarselo per i propri scopi. Solo che se poi la batteria deve stare sotto trattamento per molto tempo, a causa di un'alta capacità o di una solfatazione un po' "testarda", si finisce per sovraccaricarla. Il relè si rende necessario per non fa scaricare la corrente della batteria sul circuito in caso di mancanza dei 220V di rete, e il fusibile è una semplice sicurezza aggiuntiva.
La massima capacità che ho trattato con questo desolfatatore è stata di 220Ah, ma l'ho tenuta sotto trattamento per una quindicina di giorni.
Questa sotto è la foto del montaggio interno, anche questa con un link direttamente dal suo archivio personale.

Come si vede è stato usato un contenitore di recupero di un vecchio alimentatore da PC, che ormai si trovano un po' dovunque, con tanto di ventolina originale che raffredda il radiatore su cui sono montati il diodo schottky e l'integrato switching a 5 piedini, e il ponte raddrizzatore imbullonato sulla scatola. Una basetta millefori sostituisce il vecchio circuito stampato. In passato avevo fatto delle foto della basetta dal lato saldature, ma non le trovo più, appena posso le rifaccio, tanto in questo momento (stranamente!) non è in uso.

In futuro conto di mettere altri schemi di desolfatatori trovati in rete, e possibilmente anche quanto ricavato da Dolomitico e da me da un vecchio desolfatatore commerciale guasto e aperto per capirne il circuito.
Naturalmente chiunque sia in possesso di schemi e immagini di altri desolfatatori può (deve!
