

Stà di fatto che ho voluto realizzare delle piastre "piane", anche se molto spesse, appiattendo i soliti tubi in PVC giallo per scarichi. Avevo a disposizione diversi spezzoni di vari diametri, ma più che altro da 100mm di diametro, e mi sono adattato con quelli, più vari altri ritagli avanzati a precedenti "dimostrazioni" (vedi quì: http://www.offgrid2.altervista.org/view ... p?f=7&t=86 ).
La foto sotto, come al solito mostra il materiale di partenza.
Nella foto si vedono anche lo "stampo" in legno usato per "formare" i tubi e un paio di primi tentativi, ben riusciti. Lo stampo altro non è che una tavoletta di legno di dimensioni opportune, in questo caso 2cm di spessore per 13cm di larghezza. I tubi usati hanno uno spessore medio di circa 2,5mm, per cui il diametro interno è di 9,5cm che moltiplicato per pigreca da circa 29,8cm. Per cui i lati escono da 2x13cm. Mi sono tenuto "piatto" per avere la maggior superficie possibile, compatibilmente con uno spessore "maneggiabile". Più sottili avrebbero dato problemi sia per la formatura che per lavorarci dentro.
Lo stampo è ben lisciato e abbondantemente incerato con normale cera da candele, favorisce lo scorrimento a caldo e permette di sfilare agevolmente i pezzi dopo raffreddati. Ovviamente la formatura è a caldo, come al solito. Mi raccomando la solita prudenza, lavorare coi guanti di cuoio e attenzione alle scottature.
Sotto si vedono in particolare i primi due pezzi formati.
Per poter tagliare con discreta precisione il tubo, visto che è rotondo e la squadra serve a ben poco, ho usato una sorta di "cravatta" ottenuta tagliano via l'imboccatura da un gomito. Entra precisa sul tubo, ha il foro interno uguale al diametro esterno del tubo, con appena quel tanto di gioco da pemetterle di scorrerci sopra. Non ho rovinato un gomito per averla, è un avanzo anche quello....


Si segna con una punta metallica tutt'intorno al tubo alla distanza voluta, in questo caso a 20cm, usando la parte della cravatta più dritta, ossia il bordo di fabbrica.
Si taglia col seghetto seguendo il segno facendolo scorrere pian piano intorno al tubo. Ci vuole un po' di pazienza, ma questa è una "merce" di cui bisogna "abbondare" in questi casi. Alla fine si ottengono tanti tubi come quelli delle foto sopra. Io ho usato le misure secondo il materiale che avevo, ma non sono vincolanti. Ognuno, volendo, può sperimentare come crede.
A quel punto mi occorrevano delle lastre piane, per i fondi e i laterali. Ho usato il solito sistema di tagliare uno spezzone di tubo longitudinalmente, scaldarlo fino a farlo rammollire nel solito modo e spianarlo tra due superfici piane.
Il forno è un normale forno a GPL di recupero. La temperatura impostata sul termostato è di circa 150 o 160°C, come si vede sotto. Di più non serve.
Il tubo è uno spezzone di tubo da 14cm, e i piani sono quello della pialla da falegname e una lastra di vetro da 8 o 10mm di spessore. Un buon peso sopra consente di avere una lastra ben spianata.
Ho usato il piano in ghisa della macchina perché raffredda velocemente il PVC (e perché lo avevo a portata di mano.....), ma nulla vieta di usare un altro piano qualsiasi, come ad esempio un tavolo col piano di marmo o di vetro spesso. Serve un piano molto rigido, possibilmente buon conduttore di calore.
Il materiale ottenuto.
La lastra semitrasparente che vedete sopra è un foglio di polistirolo "Fumée" di 2mm di spessore, copriva il monitor di un vecchio portatile ormai fuori uso, demolito per recuperare l'HD ancora funzionante. Di quella lastra mi piacque il colore e decisi di tenerla, ora torna utile. Il polistirolo è un po' più cristallino e delicato del PVC, si deve tagliare col seghetto badando bene a non scheggiarlo, altrimenti si frantuma e non serve più a niente. Però s'incolla benissimo con la stessa colla del PVC. Mi servirà per fare uno dei fianchi del contenitore, in modo che si possa vedere dentro e controllare sia il livello dell'elettrolito che eventuali sedimenti.

I contenitori così ricavati in realtà sono tutt'altro che perfetti. Per farli venir meglio sarebbe occorso uno stampo che avesse anche l'esterno, e non solo "l'anima" in legno, per far venire bene gli spigoli e i lati piccoli. Invece io mi sono limitato a pressare i due lati grandi del tubo ancora caldo con due ritagli di compensato, in modo da farli venire il più piani possibile, senza curarmi del resto. Non me ne sono preoccupato un granché, trattandosi di un prototipo singolo, ovviamente nel caso di doverlo replicare in maggiori dimensioni si prenderebbero maggiori precauzioni. Ora conviene cercar di "accoppiarli" 2 a 2 e trovare quelli più simili possibile. Due numeri messi sulle rispettive "facce interne" indicano sia la coppia che la posizione dei contenitori.
A questo punto si debbono sforacchiare le facce interne, quelle affacciate e segnate coi numeri, altrimenti la corrente dove passerebbe?... Perché ovviamente, uno è il contenitore della "piastra positiva" e l'altro di "quella negativa".

Per non sforacchiare a caso mi sono avvalso di una "guida" fatta con uno spezzone di lamierino forato, come si vede nella foto sotto.
Si posiziona bene sul contenitore, si fanno due fori diametralmente opposti e ci si infilano due perni qualsiasi del diametro del foro, in modo che non si muova più durante la foratura. In questo caso i fori erano da 6mm e ci ho infilato due viti dello stesso diametro.
Due parole sul lamierino: si può acquistare in qualche magazzino di materiali metallici ben fornito, ma difficilmente ve ne venderanno meno di 2mq..... Però si trova anche dentro a dei vecchi filtri per l'aria delle auto, quelli cilindrici "a cartuccia". Di solito racchiude una "fisarmonica" di carta porosa che filtra l'aria, e la rende rigida. Penso che basti chiedere ad un meccanico o un demolitore qualsiasi. Anche usato e sporco d'olio e di polvere va bene ugualmente, una volta ricavato basta pulirlo con un po' di benzina e torna lucido. Quello che ho usato io ha quella provenienza lì.

Si fora seguendo le linee diagonali con una punta dello stesso diametro del foro. Il trapano deve girare velocemente, il mio girava a 1200g/min, ma fate attenzione perché il PVC tenta di "incastrare" la punta, di "prenderla dentro" e di spaccarsi. Io ho usato una punta affilata come per forare l'ottone, ossia col taglio smussato, ma mettermi a descrivere quì come si fa è piuttosto lungo. Eventualmente se ne riparla poi o si cerca in rete qualche immagine. Credo comunque che basti un po' di cautela, non spingere troppo e tener ben spianato il lamierino. Alla fine la superficie sarà completamente sforacchiata, ma regolare.
Si puliscono le bavature interne sui fori con un raschietto o una spatola o la punta di una lima.
I due contenitori da affacciare.
Come si vede, i fori non coprono completamente le facce, ma terminano a circa 1cm dal bordo superiore, perché lì difficilmente arriverà il materiale attivo che metterò dentro, altrimenti traboccherebbe, e a circa 1,5cm dal bordo inferiore. Questo serve per lasciare spazio ad eventuali sedimenti, che se i fori arrivassero sul fondo, cortocircuiterebbero le due piastre. Cosa che succede regolarmente alle batterie per auto......
A questo punto si incollano i "distanziali", ossia dei quadratini di PVC che tengono equidistanti le due facce interne. Il PVC usato è da 2,5mm, ne ho messi due sovrapposti per un totale di 5mm, che addizionati a quelli dello spessore dei contenitori diventano in tutto 10mm di distanza tra i materiali attivi contenuti.
Le due facce interne dopo la foratura hanno la tendenza ad ingobbarsi leggermente verso l'interno, per dui incollati i distanziali bastano due mollette per i panni per tener tutto fermo.
Incollati i distanziali, verificare bene che i contenitori siano il più allineati possibile, poggiandoli sia in piedi che di lato. Nei primi momenti il collante ancora "scorre" poi si blocca e non si muovono più. A questo punto conviene lasciar asciugare il tutto per almeno due o tre ore.