A volte ritornano.....
Nel senso che ne sto facendo un altro.
Questo è più potente, dovrebbe poter erogare 25A circa, adatto anche per grosse batterie, sempre a 12V, per trattori o pale meccaniche, o autocarri.
Lo schema sarà sempre il solito: trasformatore, pilotato dal circuito col triac, ponte raddrizzatore, gruppo condensatore, bobina, diodo in uscita prima dei morsetti.
Ovviamente i componenti sono più potenti e più grossi, e alla fine sarà più grande e più pesante anche il caricabatterie. Se mi riuscirà vorrei equipaggiarlo con due strumenti digitali, Voltmetro e Amperometro.
Tutto materiale di recupero, ovviamente.
Preso dal mucchio di "ciarpame" accumulato negli anni.
Il trasformatore è da 250W, smontato dai resti di una imprecisata apparecchiatura elettrica, col primario a tensione di rete e un secondario a più prese con tensioni sopra il centinaio di volt. Ho dovuto svolgere il secondario, potendo cosi contare le spire e trovare il numero di spire per volt che servivano, e riavvolgerci il secondario a bassa tensione.
Svolgerlo è stato facile, per riavvolgerlo invece ho dovuto usare il "solito sistema", usato anche qui:
viewtopic.php?f=134&t=70&start=20#p3128 nella quinta foto.
Qui sotto come mi sono attrezzato questa volta.
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Un blocchetto di legno delle dimensioni del buco per i lamierini, con una "manovella" di legno chiodata di fianco per girare il rocchetto.
Nella foto sotto si vedono meglio i particolari.
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Quelli che si vedono vicino sono spezzoni di tubetto Sterling, per isolare i terminali in uscita dal secondario.
Il filo smaltato ha il diametro di circa 2,8mm, è "tosto", in senso reale, per tenderlo bene ho dovuto tenerlo stretto dentro uno straccio di cotone pulito con la sinistra, mentre con la destra giravo la manovella. Un po' più faticoso di quello che credevo, ma fattibile.
Sotto si vede come ho fissato il rocchettone su cui era avvolto alla colonna di cemento della porta.
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Il tondino di ferro che lo sorregge è stretto alla colonna con una tavoletta di legno e un morsetto da falegname. Non si vede, mi dispiace, ma tanto ognuno può trovare la soluzione che più gli è congeniale.
Questa sotto è la foto presa in "standby" dopo il primo strato, per far vedere come girava il filo. Purtroppo ho solo due mani e non ho aiutanti.
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Li ho già coperto il filo smaltato con il nastro da carrozzieri, per tenerlo fermo e isolare gli strati, mentre in quest'altra foto si vede meglio il primo strato appena finito.
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Qui invece è già nastrato, pronto per il scondo strato.
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Avvolgimento finito e sfilato dalla manovella.
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Ora non resta che rimettere pazientemente tutti i lamierini, intercalando le "E" con le "I" in modo da limitare al massimo dispersioni di flusso magnetico.
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Lavoro di pazienza...... E di precisione, debbono accostare bene badando a non lasciare traferri (air gap), compattandoli con qualche leggero colpo di martelletto.
Alla fine la "prova al banco".
Con una grossa resistenza sul secondario, il tester e il primario connesso alla presa.
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19,2V sotto carico di 5A. Veramente avevo calcolato 20V..... Ma per l'uso che devo farne va benissimo anche così.
Per adesso mi fermo qui, oggi approfittando del tempo avverso ho quasi terminato il montaggio e le connessioni della parte "di potenza", ossia il trasformatore, il ponte raddrizzatore, il gruppetto del condensatore, la bobina e il diodo in uscita. Però non ho fatto foto, le farò domani.