Impedenza Batterie e elettronica opensource

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Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da maxlinux2000 » 14 set 2012, 12:25

mi è venuta in mente una vecchia discussione fatta anni fa quando ancora ero in erba :) e non sapevo nulla delle batterie al piombo.

Quando ho scoperto che batterie differenti o usate non possono essere messe in parallelo diretto perché hanno una resistenza differente e provocherebbe lo scorrere di forti correnti da una all'altra...
Quindi ho proposto di misurare l'impendeza con il tester e colelgare tra loro solo le batterie omogenee :) era semplice no?

Ovviamente mi avevate detto che non si poteva misurare con un tester e che serviva un apparecchio speciale... e oggi ho trovato questo:

http://it.emcelettronica.com/semplice-c ... batteria#_

pensate che sarebbe utile?

Immagine

la seconda idea che mi viene alla mente dopo aver misurato l'impedenza delle singole batterie, sarebbe quella di interporre nei collegamenti in parallelo delle impedenze tarate in modo che le batteire siano tutte accordate tra loro

In questo modo si eliminano i diodi e le relative cadute di tensione.
Pensate sia fattibile?


approposito... il sito di opensource elettronica sembra interessante. :)
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da maxlinux2000 » 14 set 2012, 14:19

qui parlano dei vari metodi di test delle batterie, e spiegano la differenza tra resistenza e impedenza...

http://it.emcelettronica.com/test-rapid ... e-2a-parte

Prima di analizzare i metodi di prova diversi, dobbiamo brevemente rinfrescare cosa si intende per resistenza e impedenza interna, termini che vengono spesso utilizzati in modo non corretto quando si affronta l'argomento batterie. La resistenza è un valore puramente resistivo e non ha reattanza. Non vi è alcun spostamento di fase perché la tensione e corrente sono all'unisono. Un elemento di riscaldamento è un carico resistivo puro. Funziona altrettanto bene con corrente continua (DC) e corrente alternata (AC). La maggior parte dei carichi elettrici, compresa la batteria, contengono una componente di reattanza. La parte reattiva del carico varia con la frequenza. Per esempio, la reattanza capacitiva di un condensatore diminuisce con frequenza crescente. Un condensatore è un circuito aperto, un isolante in CC e nessuna corrente può passare attraverso. L'induttore, al contrario, agisce in senso opposto e la sua reattanza aumenta all'aumentare della frequenza mentre in CC si comporta come un corto circuito. Una batteria avrà resistenza ohmica come pure reattanza capacitiva e induttiva. Il termine impedenza rappresenta tutti e tre i componenti. La batteria pertanto può essere vista come un insieme di elementi elettrici.


Immagine

...al che credo che se si potesse mettere un condensatore + una resistenza calcolati in modo che si accordino tutte le batterie, avremmo risolto il problema senza usare i diodi che per funzionare funzionano, ma obbligano a diversi compromessi,
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Hal9000 » 14 set 2012, 14:36

hehe capisco gli sforzi per risolvere il problema, ma per come la vedo io semplifico un botto e risolvo il problema alla fonte, non uso batterie di recupero, o meglio le uso ma come fonte di materia prima, prendo gli ossidi e li ri-sistemo in una nuova nazione con le autostrade nuove a 5 corsie per gli elettroni che arrivano d'appertutto al posto dei sentieri mezzi franati delle batterie auto usate :D

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Hal9000 » 14 set 2012, 14:41

Il vero problema dell'impendenza diversa ecc ecc è che le batterie usate hanno tutte le griglie rotte e corrose, per la maggior parte completamente sparite, poi ci sono i separatori pressati tra le piastre (poverini!!) che non ce la fanno più ad isolare e lasciano passare la corrente tra + e -
Insomma possiamo mettere tutte le accrocchiate che volgiamo fuori dal contenitore ma se dentro queste batterie sono flagiellate perchè progettate per dovenire così a mio avviso sono solo sforzi inutili.

La reazione chimica sulle materie attive a fronte della corrente di ricarica riequilibra tutto, su tutte le celle, sempre che i percorsi per la corrente dentro le materie attive siano in ottimo stato e che non ci siano ponti conduttivi tra positivo e negativo, poi basta caricare con gli impulsi elettrici giusti e avere la densità uguale in tutte le celle e stai tranquillo che puoi mettere tutto in parallelo e andare a dormire tranquillo.

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Ferrobattuto » 14 set 2012, 14:44

Concordo con Hal9000, e aggiungo che nelle batterie usate, proprio a causa dell'usura, l'impedenza interna varia continuamente e incostantemente, per cui una misura fatta oggi con buona probabilità dopo qualche giorno non sarebbe più attendibile. Ci sono troppi fattori che concorrono a variarla....
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da maxlinux2000 » 14 set 2012, 14:47

l'idea sarebbe quella di fare un circuito del genere con condensatore e resistenza accordati alla batteria a cui sono collegati in modo da fare raggiungere al sotto-circuito una impedenza superiore alla batteria più elevata.

Adattatore-impedenza-batterie.png
Adattatore-impedenza-batterie.png (3.04 KiB) Visto 13064 volte



questo ipotetico sistema secondo le mie teorie (sicuramente sbagliate) dovrebbe sostituire questo circuito

Immagine

ciao Hal... mi sembra che fossi stato tu a tarparmi le ali anni fa :mrgreen: ... che fai... ricominci?? :mrgreen: :mrgreen:

Si, capisco il tuo punto di vista, ma credo che possa essere utile anche a te... per esempio, se tu volessi ora raddoppiare il tuo banco batterie aggiungendone altre (autocostruite o comprate) potresti farlo senza interporre un diodo o separare i sistemi?
Io credo di no, perché anche le tue batterie sono destinate ad un aumento dell'impedenza con il passare del tempo, e quindi un "accordatore di impedenza" potrebbe essere utile a tutti.

Io ho fatto l'esempio con due batterie da automobile, ma nessuno vieta di considerare 2 banchi da 48V a 1000Ah, di cui uno vecchio di 5 anni, ma ancora in ottimo stato pur avendo aumentato la sua impedenza del 25% e l'altro nuovo di zecca.
Come le colleghiamo in parallelo senza usare diodi?
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Hal9000 » 14 set 2012, 14:58

hehe si ma guarda che non l'ho mica voluto io un mondo così, che ci posso fare?
Ho comprato subito un grosso banco batterie proprio per evitare di attaccarci in parallelo altre batterie più giovani in seguito, fino a quando esalerà l'ultimo respiro lo lascio così com'è il banco attuale, quando sarà messo talmente male da richiedere un intervento allora lo sostituirò in blocco con un banco totalmente nuovo adeguatamente dimensionato per le future necessità o uguale all'attuale.

L'idea di partire da un accumulo piccolo e poi espanderlo purtroppo non è la scelta ideale ma non è che lo dico per fare dispetto a qualcuno, l'ho appreso mio malgrado negli anni passati prima da chi me lo suggeriva e poi sbattendoci la testa.

Ma comprendo benissimo che c'è chi non si può permettere l'acquisto in una sola volta dell'accumulo completo o forse non conoscendo bene la materie non vuole rischiare di buttare via così tanti soldi se qualcosa non và come ci si aspetta, ma è comprensibilissimo.
In questi casi, se avete manualità e la testa sulle spalle per operare con sostenze pericolose (acido e ossidi di piombo) forse sarebbe un investimento migliore del vostro tempo a realizzare il vosto accumulo fai-da-te, fatevi le vostre batterie tutte uguali e collegatele tutte in parallelo, poi andate con soli 2 pisitivo e negativo fili al regolatore e all'inverter, bon basta fine, semplice ma garantito.

Fate batterie incazzate, quelle con le piastre spesse, spazi generosi, pesanti, ingombranti, fatene a bizzeffe, ci metterete un bel pò di tempo, ma sarà tutto tempo ben investito!

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da maxlinux2000 » 14 set 2012, 15:13

un altro che potrebbe trovare giovamento potrebbe essere Barabba..

ha un banco da 96... no... 92Volts perché ha rotto 2 celle. Dovrebbe comprarne altre 2 nuove, ma tutte le altre hanno una decina di anni, sono ancora decenti, ma lungi da essere come nuove.... Puó sostituire le due celle con altre nuove simili, ma avrá sempre una componente di rischio e potrtebbe tranquillamente succedere che le 2 celle nuove si scarichino lentamente ma costantemente sulle altre, in quanto hanno una impedenza minore.

che dovrebbe fare? cambiare tutto il banco?...improponibile!
E se interponessimo un ipotetico adattatore di impedenza, non potrebbe migliorare la situazione?

Come dicevo... anche le tue batterie autocostruite per quanto incazzate possano essere da nuove, tra 5 anni avranno una impedenza differente da ora e tu non potrai collegarci altri secchielli :)

...ma lasciamo perdere la batteria da auto e concentriamoci su delle ipotetiche batterie ancora buone, ma con impedenze differenti, vuoi per la vita fatta, vuoi per la costruzione differente.

Per esempio... trovi 2 offerte buonissime di batterie nuove... 500Ah di una marca, e altri 500Ah di un'altra... che fai? le colleghi in parallelo?

Oppure... hai speso 12.000 euro per un banco di X dimensioni, ma dopo 5 ani ti rendi conto che non ti permettono di fare il tuo nuovo lavoro che hai sviluppato in garage :)

ci sono tante situazioni nella vita che ti impediscono di pianificare tutto, e i produttori di batterie non hanno nessun vantaggio ad inventare un apparato del genere, ammesso che possa essere costruito... quindi

sarebbe fattibile questo accordatore?...magari regolabile con un trimmer e un led che indica quando si è accordato con le altre batterie???? :)
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Hal9000 » 14 set 2012, 15:36

Il problema di collegare le batterie assieme è più marcato per il parallelo, meno per la serie, nel caso di Barabba è sufficente recuperare delle celle 2V simili alle sue, per esempio un banco di un muletto usato, estrarre quelle in miglior salute e metterle in serie alle tudor esistenti.
Potrebbe anche pianificare l'autocostruzione se si sente in grado, guarda che mettere sul forum tutta la documentazione del lavoro fatto non è facile e richiede tempo, lo faccio non per vanità, non me ne frega niente, ma per dare un idea ed un aiuto a chi come me ha l'impianto offgrid e che purtroppo soffre dell'annoso problema dell'accumulo, che è sempre il tallone d'achille in questa configurazione.
Condivido le mie esperienze cercando di documentarle al meglio possibile con lo scopo di vedere altre persone appasionate riuscire a realizzare la propria indipendenza energetica con un sistema valido che duri negli anni e che sia affidabile anche perchè studiando i prodotti commerciali negli anni mi sono talmente incazzato nel vedere come i produttori ci prendano per i fondelli su concetti che ad indagare sono veramente banali.

Parlando di parallelo il problema dell'impedenza interna è solo una questione di come si suddivide la corrente e dei corti:
1) la corrente --> scorrerà più forte nel ramo delle batterie con minor impedenza, queste potrebbero essere quelle più nuove o quelle più grosse, o ancora se colleghi delle tubolari in parallelo a delle piane la corrente scorrerà preferenzialmente nelle piane da avviamento, il chè di per se non sarebbe un vero problema se non altro per il fatto che ti fà invecchiare prima alcune batterie rispetto alle altre collegate in PARALLELO
2) i corti --> se una cella va in corto la stringa a cui appartiene cambia il suo valore di tensione scalando di 2V e quindi diventa un ramo preferenziale per la corrente ma al contempo le altre stronghe di celle in parallelo diventano dei caricabatterie per la stringa a tensione più bassa e qui subentra il problema dell'sutoscarica tra batterie in parallelo

Con i diodi risolvi solo in parte il punto 2 perchè la stringa con la cella in corto non mangia energia dalle altre grazie ai diodi ma quando i pannelli iniziano a ricaricare la corrente trova una via preferenziale nella stringa con una o più celle in corto.

Quindi se elimini il problema de corti e hai delle piastre talmente spesse che la loro resistenza interna diventa inifluente nel circuito anche dopo 40 anni hai già risolto tutti i problemi, batterie fai-da-te come i secchi ne puoi fare anche a distanza di 30 anni e collegarle in parallelo si atuo adeguano da sole con i cicli nell'impianto, basta che le proporzioni di reagenti siano uguali, nel senso che se una stringa a carica completa ha una denisità maggiore di acido solforico rispetto ad un altra genera un voltaggio leggermente superiore, basta solo equalizzare la desnità dell'elettrolita nella fase iniziale di messa in opera.

Nel mio caso specifico il progetto per il futuro è di realizzare un accumulo con batterie fai-da-te, visto che ci metterò qualche anno a completare l'opera è scontato che quelle che verrano finite man mano le inizierò ad usare come appoggio, come aiuto al banco commerciale che uso attualmente, e per interfacciarle userò dei convertitori switching auto-costruiti pilotati dalla cpu centrale, ma ne avevo già accennato da qualche parte, non ricordo dove.

Il prototipo dei convertitori che ho intenzione di usare per trasferire l'energia da un banco all'altro è quello che stò usando per ricaricare i 6 elementi nei secchi prototipo, ovvero i 6 elementi secchio + il circuito con bobine in aria che le ricarica è proprio il prototipo di quello che mi accingo a replicare in scala, lo schema del "trasferitore di energia" da un banco all'altro è il seguente:

Immagine

Immagine

La sezione nel rettangolo rosso nello schema è provvisoria per fare test veloci.
Ma l'avevo già esposto altrove nel forum, le batterie non si vedono per niente tra di loro, è solo la bobina che ad ogni ciclo trasferisce un pochetto di energia, uso una bobina in questo circuit switching per trasferire energia in quanto adatta tensioni ed impedenze in maniera ottimale ed automatica, basta solo agire sull'ampiezza del pwm per regolare la quantità di energia, poi se un banco è a 48V e l'altro a 24 o 12 o 35 o 74 o 18V non importa, basta solo tarare il pwm per non sofrare certi limiti oltre i quali la resa cala.

Una tensione carica il campo magnetico, poi quando si apre il circuito il decadimento del campo magnetico genera una tensione tendente all'infinito ma che viene subito tagliata dalla tensione che sono in grado di assorbire le batterie destinazione, più la tensione è bassa e più lunga è il tempo di scarica della bobina di conseguenza più la tensione è bassa e più alta è la corrente media del regime discontinuo.

Per fare un esempio attualmente quando prelevo 1A a 48V ne immetto quasi 4A a 12V nelle batterie secchio, ed ecco fatto l'adattamento, inoltre caricando le batterie con i rilasci idnuttivi abbiamo anche un discreto effetto desolfatante, unico inconveniente è che non bisogna accenderlo senza carico in uscita altrimento il rilascio induttivo trovandosi di fronte un'impedenza elevatissima (l'uscita scollegata) fà salire la tensione così tanto da bruciare i mosfet nel giro di pochi millisecondi.
Un altra avvertenza è quella di usare batterie con elettrodi solidi e sani, ma io non ho di questi problemi, le batterie autocostruite hanno piastre conduttive molto spesse non c'è il pericolo di apertura del circuit accidentale.
Ad ogni modo prevedo di mettere uno scaricatore in uscita con circuito di sensing che spegne tutto in caso si aprisse il circuito, ma è ancora da realizzare e testare, ora il tempo liberò e interamente dedicato alla produzione di accumulatori.

Ora pensa a quel circuito doppio, uno che dal banco primario va verso quello secondario ed il secondo che dal secondario và varso il banco primario, la cpu centrale attiva uno o l'altro a seconda dello stadio di carica, ovvero se c'è sole ed energia in esubero ricarico le batterie secondarie (le ricarico per ultime perchè essendo molto più resistenti delle commerciali non si danneggiano restando scariche a lungo), poi al calar del sole la cpu spegne il primo circuito ed accende il secondo, invertendo il flusso di energia, ovvero scaricando le batterie secondarie per riversare energia nelle primarie in modo da limitare la loro scarica notturna e quindi la loro usura.

Un interfaccia di questo tipo mi permette di spostare la quantità di energia che desidero da un banco all'altro molto diversi tra loro, di fatti abbassa o alza la tensione indifferentemente, anche se le batterie nei secchi scendono a metà della loro tensione nominale lui su comando della cpu continua a spostare energia verso il banco primario.
Ovviamente poi programmerò la cpu centrale per fermarsi entro certe soglie.

Questa soluzione la userò fin tanto che le batterie comemrciali che uso attualmente godranno di buona salute e ne frattempo che le batterie secchio non saranno in numero sufficente, ma poi arriverò ad un punto che le secchio saranno in numero sufficente da alimentare l'inverter direttamente e quelle commerciali saranno sfiancate, a quel punto toglierò le commerciali e collegherò direttamente tutte le stringhe di quelle secchio all'impianto direttamente, e le commerciali ormai tutte corrose e/o in corto, insomma arrivate alla loro fine vita, diventeranno materia prima per nuove stringhe secchio.

Ecco questo è il progetto a grandi linee nella sua completezza, semplice da realizzare, c'è solo da tirarsi indietro le maniche, è solo questione di fare e fare piano piano con il tempo, mi piaciono le cose semplici ;)

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da maxlinux2000 » 14 set 2012, 15:49

Qui dobbiamo davvere mettere su una sezione di elettronica :)

Hal... come tutti i geni hai il problema che non riesci a spiegare in poche parole il complesso problema che hai risolto.
Se lo dovessi spiegare a tua nonna, come risponderesti a questa domanda... usanso 20 parole? :)

Nonna: Cosa serve quella macchina con quelle matasse di filo colorato? :mrgreen:
Hal: ....

Capico che ti sto mettendo forse in difficoltá, e me ne scuso in anticipo, ma sarebbe vitale per l'uomo della strada capire cosa fa la tua "macchina" e a che serve... poi magari separiamo la discussione e apriamo un altro tread per darli maggiore visibilitá.
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Hal9000 » 14 set 2012, 16:15

Non è altro che un DC/DC senza condensatore in uscita e senza retroazione, forza un trasfermento di una quantità di energia elettrica da un banco batterie ad un altro, avrei potuto usare un comune DC/DC da commercio ma per potenze da 500-1000W costano un occhio, qui me la sono cavata con 30€ di filo e 10€ di elettronica inoltre mi funge da caricabatterie-desolfatante un pò più potente ma meno fine dell'altro classico che conoscete già.

Serve solo a trasferire energia da due banchi di batterie con tensioni e caratteristiche diverse, lui se ne frega delle differenze.

Immagine

Ovviamente è ancora in fase prototipo, sperimentale, lo schema come anche le celle secchio subiranno raffinazioni e/o aggiunte di parti.

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Ferrobattuto » 14 set 2012, 21:12

Che dire: il nick "Hal9000" è senz'altro appropriatissimo.... :sweet:
Devi solo trovare una "Dama Rossa" in carne ed ossa con cui far coppia e avremo tanti piccoli MicroP genietti in giro per l'Italia. :mrgreen:

"Complicatissimo circuito misterioso di Hal9000".... (woot) No no, il circuito è semplicissimo, e proprio per questo geniale. Il difficile, per le "comuni nonne della strada", è capire come funziona, quella specie di "auto adattamento" alle tensioni differenti, ma quì occorre leggersi un po' qualcosa di elettrotecnica, altrimenti ogni spiegazione sarà vana a meno di non scrivere un post lungo come un libro di testo scolastico. O accettare il fatto che funzioni, e funzioni bene, un po' come si accetta il Credo...... Oppure, "Cogito ergo sum".
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da elettrauto » 15 set 2012, 9:41

ciao Hal... mi sembra che fossi stato tu a tarparmi le ali anni fa :mrgreen:

In effetti credo che Hal9000 da un punto di vista di convenienza tecnica a lungo termine (i suoi secchi sono un validissimo esperimento) abbia proprio ragione nel voler cercare di tarparti le ali :D , ma ciò non toglie che tu devi sentirti libero di continuare ad accumulare accumulatori :mrgreen: usati e di usarli in questo modo! Motivo per il quale cercherò di aiutarti per quanto posso.

Spero che per mia nonna vada pure bene (woot) ;)
Allora, se una batteria va in corto con i diodi risolvi il problema perché la batteria A non si scarica sulla B.
Se però devi ricaricare ti trovi il problema della batteria in corto che assorbe la corrente dei tuoi pannelli.

NON mi sembra una buona cosa cambiare il sistema a diodi con quello ad adattamento di impedenza (l'adattamento di impedenza si effettua quando vuoi trasferire il massimo della potenza dal generatore al carico, e se il carico è induttivo, come in un frigo, nel mettere un condensatore all'uscita del generatore) perché la tua batteria eroga corrente continua e l'adattamento di impedenza si fa nei sistemi alimentarore-carico in cui c'è in gioco corrente alternata, solo con la corrente alternata si ha un beneficio nell'adattamento di impedenza!!! Infatti l'impedenza di un induttore ad una frequenza=0 che è la corrente continua, ha valore nullo, zero!!!

Il problema dela batteria in corto che assorbe durante la carica puoi risolverlo con un circuito messo dietro il suo diodo che tasti la tensione della batteria ed apra un relè in serie alla batteria stessa nel momento che si accorge del corto, ma è complicatino fare un circuito per ogni batteria, in alternativa puoi controllare la tensione di ogni batteria periodicamente e scollegarla e farci un "secchiello" appena si danneggia!!! :D

L'adattamento di impedenza avrebbe un senso solo se dalla batteria si volesse prelevare una corrente alternata...

Che ne dici della nonna? :mrgreen:

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Fabio13 » 15 set 2012, 16:40

Quel sito di elettronica, principalmente, traduce articoli stranieri in italiano. La mia idea è che le traduzioni siano fatte da persone poco pratiche di elettronica, perché certe volte si leggono errori grossolani.

A parte questo, il circuito non ha niente di particolare, a parte il MAX471 che è un misuratore di corrente, che a seconda della corrente che scorre sulla resistenza interna (Rsense) fornisce in uscita una tensione proporzionale.
Il principio di funzionamento è semplice, si applica un carico variabile sulla batteria e si misura la variazione di tensione ai capi della stessa. Poi tensione diviso corrente ottieni "un valore" di impedenza interna. Tutto questo si potrebbe fare manualmente con un due tester e un carico attivo (o elettronico).

A mio parere, la misura ha poco senso perché l'impedenza interna dipende da un sacco di fattori: costruzione interna, temperatura, stato di carica, valore del carico applicato, usura delle piastre, stratificazione dell'acido e probabilmente ce ne saranno altri.
Poi, i diodi impediscono il fenomeno dell'autoscarica in un banco parallelo di batterie, mentre le impedenze aggiunte non hanno questa possibilità.
Inserendo queste impedenze, aumenti "virtualmente" le impedenze interne di tutte le batterie in modo da allinearle alla peggiore del banco.

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da solarino » 15 set 2012, 17:20

Fabio13 ha scritto:A mio parere, la misura ha poco senso perché l'impedenza interna dipende da un sacco di fattori: costruzione interna, temperatura, stato di carica, valore del carico applicato, usura delle piastre, stratificazione dell'acido e probabilmente ce ne saranno altri.


concordo

elettrauto ha scritto:Il problema dela batteria in corto che assorbe durante la carica puoi risolverlo con un circuito messo dietro il suo diodo che tasti la tensione della batteria ed apra un relè in serie alla batteria stessa nel momento che si accorge del corto, ma è complicatino fare un circuito per ogni batteria ...


ed anche molto antipatico e costoso fare un un circuito per ogni batteria ( un comparatore, o micro, un rele ed una manciata di resistenze, condensatori e transitor).

@ offgrid2

Anche io sto utilizzando batterie di automobili riciclate principalmente perche' sono alle prime armi e non vorrei mandare in fumo una batteria da tanti soldini.
Oggi sono stato allo "sfascio" ed il mio amico mi ha detto che c'e' un consorzio che gli paga le batterie 40 cents al Kg. quindi ho almeno capito quando le deve pagare usate.

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Bridge » 15 set 2012, 19:15

Bravo Fabio.-

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Ferrobattuto » 15 set 2012, 19:41

Ma infatti, credo sia inutile complicarsi la vita con marchingegni strani, le batterie usate sono quello che sono, prendiamole così come vengono e quando sono definitivamente esauste si buttano e basta. Già è macchinoso di per se il sistema dei diodi, che è un ripiego, figuriamoci aggiungere altri pastrocchi.
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da elettrauto » 16 set 2012, 16:06

Infatti lo penso anche io che non sia molto conveniente, lo dicevo come possibilità, ma Ferrobattuto perché dici che appena sono esauste si buttano? Si possono ancora recuperare gli ossidi facendo cilindriche o cilindriche quadrate no? (o lo dici nell'ottica di maxlinux2000 che ne userebbe altre da auto per evitare il lavoro di trattamento degli ossidi?

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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da Ferrobattuto » 16 set 2012, 16:53

elettrauto ha scritto:....ma Ferrobattuto perché dici che appena sono esauste si buttano?....

A volte sei esasperante...... :mrgreen: :(
"Buttano" era un modo sbrigativo per dire che si tolgono da mezzo e si sostituiscono con altre usate come quelle! Che poi le porti all'isola ecologica, le ricicli, le rifondi, le rivendi, le riadopri, ecc ecc, questi sono affati di chi le usa!
Io ad esempio tenterei di ridurre gli ossidi e ricavarci il piombo nuovo, Hal9000 ci farebbe le sue cilindriche, Dolomitico magari le scambierebbe con altre, maxlinux2000 non so cosa ci farebbe, tu ci fai quello che ti pare, e così via. :: )
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Re: Impedenza Batterie e elettronica opensource

Messaggio da maxlinux2000 » 16 set 2012, 21:32

Ferrobattuto ha scritto:...maxlinux2000 non so cosa ci farebbe, tu ci fai quello che ti pare, e così via. :: )


per il momento le accumulo... ma ne ho solo una decina
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