Un congegno del genere lo feci molti anni fa per realizzare un saldatore rapido a 12V. Funzionava....
Naturalmente era fatto con due transistor, a quei tempi i mosfet di potenza erano introvabili. Fu in quel famoso periodo in cui la sera la tensione si abbassava talmente tanto che si spegnava il TV. Quando misero poi il nuovo strformatore ENEL non l'ho più usato.
Ce l'ho ancora.....

Una delle tante cose che non ho avuto il coraggio di buttare. Quando l'ho "fermato" funzionava. Adesso non so, ma credo che ancora funzioni.
Eccolo, appena portato giù dalla soffitta.


Gli ho dato una spolverata.....


Come si vede mi toccò costruire anche lo chassis di lamierino da 1mm in alluminio, rigorosamente piegato a mano :: ) e montato con vitine autofilettanti. In un secondo momento volevo modificarne uno di quelli di plastica del commercio, ma poi non ce n'è stato più bisogno.
I fili sono sa 2,5mmq, lunghi 2m, con due "banane" alle punte, che andavano infilate ad una specie di "distributore" di corrente a 12V che avevo sul banco, alimentato dalla batteria a 12V sotto.
Nel "manico" c'è un relè a 12V, con la bobina comandata dal pulsantino, altrimenti avrei dovuto mettere un "pulsantone" gigante, visto che assorbiva tra 12 e 15A. La bobina del relè è "polarizzata" con un diodo in serie in modo che se per errore si invertivano i terminali il circuito non veniva alimentato e non si bruciavano i transistor.

C'è anche il fusibile.
I due bulloni da 8mm (dado 13mm) che sporgono dalla bakelite sono di rame, e sono stati presi da un elettromagnete di comando di un vecchio motorino di avviamento per auto. La "punta saldante" è di filo telefonico, di acciaio rivestito in rame, si usava una volta per gli impianti "in bosco", ora non si usa più.... Spellando il rame sulla punta, e limandolo un po', lì se ne aumenta la resistenza e si scalda molto di più che altrove. Sopra la bakelite sporge la lampadina spia. E' proprio una lampadina, a 12V.

Vista (si fa per dire.....) dell'interno.

Riaprendolo, poco fa, mi sono chiesto come cavolo abbia fatto a mettere tutta quella roba la dentro..... oO
Al centro c'è un nucleo di trasformatore di riga TV, sul quale ho fatto gli avvolgimenti. I due dissipatori ad "U" laterali, sorretti da distanziali isolanti, sono per raffreddare i due transistor in TO3 metallici, e quelli che ne vengono fuori, isolati in tubetto sterling telato, sono i terminali dell'avvolgimento primario bifilare. Perché in pratica è un inverter.... Solo che autooscilla tramite un avvolgimento secondario di poche spire di filo sottile, bifilare anche lui, che polarizza le basi tramite due resistenze e un condensatore. Le due resistenze si intravedono dentro in alto a destra fissate contro il metallo del contenitore che ne fa da raffreddatore.
Altra vista d'insieme.

Quì sotto invece ho distaccato leggermente il frontale con la punta, per far vedere l'avvoglimento. Il secondario, che fa capo ai bulloni di rame che sorreggono la punta, è realizzato con della calza di rame di grossa sezione presa da uno spezzone di cavo coassiale per trasmissione (RG8), di grossa potenza, mentre il primario, di cui si vedono i terminali che vanno ai transistor e il centrale che va all'alimentazione, è realizzato con diversi fili smaltati appaiati insieme.

Il montaggio è piuttosto grezzo.... Lo so. Ma daltronde mi serviva di corsa, e poi montare tutto compatto in quel modo è stato un vero lavoro da certosino. La necessità fa miracoli.....
Questa è la parte posteriore, col nucleo di ferrite, intorno a cui si vedono i radiatorini dei transistor, che invece purtroppo non si vedono.

Visti da sopra.

Il sopra anteriore.

Probabilmete scartabellando tra la "documentazione" potrei ritrovare lo schema, ma non so se ce l'ho ancora.... Comunque era molto semplice, due transistor di grossa potenza, un paio di resistenze, un condensatore o due, un nucleo di ferrite TV su cui erano avvolti gi avvolgimenti. Il primario a 12V, un secondario con spira unica per la punta saldante, un secondo secondario con poche spire per polarizzare le basi, il tutto avvolto rigorosamente in bifilare e il più simmetrico possibile. Il "segreto", se proprio lo vogliamo definire così, sta tutto nel rappoerto spire tra il primario e il secondario di polarizzazione delle basi. Deve essere aggiustato in modo che la corrente di polarizzazione porti in saturazione la base del transistor, ma la tensione deve essere contenuta, pena la rottura della giunzione tra base ed emettitore. Questo lavora ad una frequenza "sonica" tra i 5 e gli 8KHz, non posso essere più preciso perché non l'ho mai misurata. Lavorare a frequenze superiori, coi transistor che ho usato, sarebbe stato difficile e ne avrebbe aumenteto il riscaldamento. Se le basi sono polarizzate adeguatamente, i transistor lavorano in "saturazione", con caduta di tensione interna bassissima, e dissipano pochissimo.
Il tutto "gestisce" 150W o poco più, ma è possibile fare di meglio e più potente. Specialmente coi moderni mosfet è facile arrivare al KiloWatt. Se il tutto viene gestito da un integratino tipo l'SG3525, è facile anche realizzare una regolazione o una limitazione di potenza.