...o semplicemente come farsi del buono e sano aceto in casa.
In autunno e inverno, mentre mangiamo le nostre due o tre mele giornaliere (per ora di un'azienda bio di amici mentre aspettiamo che in nostri giovani alberi entrino in produzione regolare), raccogliamo con cura le bucce e il torsolo per soddisfare due importanti fabbisogni casalinghi.
Il primo prevede l'incorporazione con altri scarti di cucina e la somministrazione a sei galline, che ricambiano il favore producendo proteine e carbonato di calcio (utile nell'orto) sotto forma di uova, e deiezioni fertilizzanti che facciamo compostare con paglia.
Il secondo processo è la produzione di aceto.
Semplicemente mettiamo le bucce e i torsoli in un grande vaso di vetro che man mano riempiamo d'acqua.
Il vaso deve avere il coperchio appoggiato sopra per lasciar entrare l'ossigeno e uscire l'anidride carbonica, essere coperto da uno strofinaccio scuro e mantenuto a temperatura ambiente (sopra il piano della cucina).
La fermentazione acetica inizia subito e quando il vaso è pieno di bucce e d'acqua, lasciamo a riposo per almeno un mese, dopodiché filtriamo grossolanamente il liquido (che è ancora torbido) dalle bucce esauste e acidule (che finiscono anch'esse nella dieta delle galline).
L'aceto in divenire rimane sempre in vaso di vetro o bottiglia con tappo aperto, al buio e alla temperatura ambiente, per concludere la fermentazione.
Dopo un mese il contenitore viene chiuso e spostato nella dispensa fredda per far depositare la sospensione e ottenere un aceto più limpido.
Dato che la produzione non continua tutto l'anno non ci interessa tenere la madre che si forma (che diamo sempre alle galline) e ogni volta ricominciamo il processo da zero.
Quando con la primavera la temperatura della dispensa comincia ad alzarsi spostiamo le bottiglie nel frigorifero.
Quello che otteniamo è un aceto molto delicato.
Utile fermentazione acetica dei carboidrati della frutta
Moderatore: Ferrobattuto
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Re: Utile fermentazione acetica dei carboidrati della frutta
Complimenti per la biosostenibilità.
In realtà credo che gli zuccheri contenuti nei torsoli e nelle bucce prima fermentino in alcool e poi in acido acetico, ma potrei sbagliare.....
Comunque penso che la cosa funzioni anche con altri scarti di frutta, come pere, pesche, albicocche, e prugne. Non credo invece che funzioni altrettanto bene con gli agrumi, sicuramente non con le loro bucce, ma si può sempre provare.....
A me ad esempio andò in aceto un intero bacile di kaki, ma non essendo stati ne lavati ne preparati correttamente (successe per caso) dovetti buttare il tutto.
In realtà credo che gli zuccheri contenuti nei torsoli e nelle bucce prima fermentino in alcool e poi in acido acetico, ma potrei sbagliare.....
Comunque penso che la cosa funzioni anche con altri scarti di frutta, come pere, pesche, albicocche, e prugne. Non credo invece che funzioni altrettanto bene con gli agrumi, sicuramente non con le loro bucce, ma si può sempre provare.....
A me ad esempio andò in aceto un intero bacile di kaki, ma non essendo stati ne lavati ne preparati correttamente (successe per caso) dovetti buttare il tutto.
Inviato manualmente dal mio vecchio e sgangherato, ma fedele computer
Buone realizzazioni a tutti!
Ferrobattuto
Buone realizzazioni a tutti!
Ferrobattuto
Re: Utile fermentazione acetica dei carboidrati della frutta
Si, in realtà dovevo scrivere fermetossidazione perché inizialmente i lieviti presenti nell'aria e sulle bucce fermentano gli zuccheri in alcol etilico, che poi i batteri acetici ossidano prima in aldeide acetica e infine in acido acetico.
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