Decisi di provare a fare delle modifiche per abbassare il numero di giri di inizio carica, in quanto il sistema con cui era avvolto sembrava permetterlo. Riporto qui sotto il lavoro svolto allora, nel caso possa essere utile a qualcuno.
I vari post hanno titoli differenti, secondo l'argomento affrontato o la parte di lavoro eseguito.
I dati di targa dell'alternatore sono:
Tensione 28V
Corrente erogabile di continuo 65A
Corrente massima intermittente 130A
Il collegamento interno delle tre fasi era a triangolo.
Lo statore è quello della foto sotto.

Mi spiace di non avere una foto di quando aveva l'avvolgimento, che comunque era carbonizzato e non molto ben visibile. Penso di rimediare a breve, in quanto dovrei aprire anche l'altro.
Le sue caratteristiche fisiche sono:
Diametro esterno 18,6cm
Diametro interno 12,6cm
Altezza del pacco 4,5cm
N° delle cave 48
Profondità delle cave 14mm
Spessore delle espansioni 4mm
Spessore del giogo magnetico esterno 6mm
Il rotore interno ha 16 poli, per cui l'avvolgimento esterno era formato da tre fasi composte ognuna da 8 "ondulazioni", ossia un avvolgimento ondulato invece che avvolto in bobine singole, del passo di tre cave. Ne ho conservato uno che sono riuscito a sfilare intatto, anche se ormai inservibile perché senza isolante, del quale ho la foto:

L'ho conservato in quanto utile, nel caso si voglia riavvolgerlo, per fare una forma su cui avvolgere il filo prima di reinserirlo nelle cave, senza dover operare direttamente sullo statore, molto scomodo.
I due terminali di fase sono quei due fili che si vedono sporgere dalla corona sulla ondulazione più vicina all'obiettivo. L'avvolgimento era composto di nove "passaggi" di filo, equivalenti a 9 spire per bobina. Presumo che l'avvolgimento fosse fatto in quel modo per risparmiare una testata per ogni bobina, in modo che il conduttore totale fosse più corto, tanto le teste esterne alla corona magnetica sono inerti e necessarie soltanto per collegare i conduttori rettilinei, in serie tra loro.
Ogni fase era composta però da due di questi avvolgimenti collegati in parallelo, spostati di tre cave, in modo che le teste dell'ondulazione, in ogni fase, fossero una sotto e una sopra la corona. In questo modo si risparmia spazio e si impedisce la "fuga" (dispersione) del campo magnetico dalla parte scoperta.
Mi rendo conto di aver fatto una descrizione un po' complicata, ma è difficile (almeno per me) farne una più semplice.
Foto dell'alternatore. Questa è quella del rotore.

Questo invece è l'alternatore completo, chiuso. Il metro da falegname chiuso messo vicino serve per vedere le dimensioni.

La parte posteriore, con il regolatore integrato e un condensatore per la soppressione dei disturbi. Dentro si intravede il gruppo raddrizzatore.

I due bulloni con passo da 8mm (dadi da 13mm) sono per i capocorda dei cavi d'uscita. Quella di seguito è la foto del rotore visto dalla parte del collettore di eccitazione.

Si vedono 8 lobi: sono 8 lobi per il Nord e 8 per il Sud. E' un sedici poli.
Nonostante l'aspetto scuro e la sporcizia il rotore è in perfetto stato, e l'isolamento buono, per cui si può riadoperare. Montato pesa una decina di chili, ma daltronde è una bella sveglia: eroga oltre 3600W di picco!!! Potendolo riadattare per un generatore eolico si potrebbe accoppiare ad un grosso rotore.
Aperto anche l'altro uguale, malandato anche lui ma non bruciato, e spero con due di potercene fare uno buono. Unico neo è che la sede della chiavetta che rende solidale l'asse con la puleggia è spaccata, perciò è inservibile per uso bus, ma a me non importa perché devo comunque adattarci un giunto. E' quello della foto sotto.

Come si vede l'ho aperto ed è in condizioni migliori dell'altro. Il rotore è lucido e il collettorino di eccitazione in ottimo stato. La resistenza dell'avvolgimento del rotore è di circa 7 ohm.
A destra si vede lo statore, ancora attaccato al ponte raddrizzatore, con l'avvolgimento a prima vista intatto.
Sarà un problema poter allestire qualcosa per fare le prove, visto che per il momento non ho motovariatori ne banco prova.
E ora per il divertimento di tutti due foto: quella del mio banco da lavoro "quasi" al massimo del disordine.

In basso a destra si vedono i lingotti di piombo recuperati da batterie vecchie e possibilmente destinati a nuova batteria (il progetto è tutt'altro che accantonato), più avanti l'alternatore "nuovo" smontato e parte di quello "vecchio", più oltre a fianco della bombola di ossigeno (vuota, sig) una pila di piastre di accumulatore da riciclare, in fondo..... Vedete un po' voi. Quasi in primo piano c'è anche il cartoccio di un trasformatore di un grosso caricabatterie, che vorrei riavvolgere con tensione differente, e che se è di interesse generale potrebbe diventare una nuova discussione sull'argomento trasformatori.
Nella seconda foto si vede una parte dell'antro dell'orso, con gli attrezzi attaccati e parte dell'attrezzatura.
Per il pubblico divertimento.


Il seguito al prossimo post.
