Mi è morta una cella delle mie trojan

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 1 ott 2012, 17:24

Ferrobattuto ha scritto:Forse vedo male, o forse non capisco bene, ma dal foro del tappo mi sembra di vedere delle piastre dritte intercalate da altre storte e deformate.... O forse sono soltanto i separatori ad essere storti?


Sono i separatori di gomma porosa

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 1 ott 2012, 17:51

Tornando al discorso del rigonfiamento del polo positivo stai tranquillo Dolomitico che come ti dicevo è unproblema comune a tutte le batterie commerciali, sia a piastra piana che tubolare, il difetto si presenta quando si accumula troppo solfato sia a causa di scariche troppo profonde che se lasciate ferme e scollegate per tanto tempo.
Ti sembrerà impossibile che siano solfatate ma quello è il segno più evidente di accumulo di solfato dentro le masse di materie attive, sono piccoli quantitativi di solfato di piombo che inevitabilmente siforma durante ogni scarica ma che alla rircarica successiva non viene completamente riconvertito e così ad ogni ciclo ne resta indietro un pchettino che piano piano si accumula.

Il problema del solfato di piombo, sia in forma amorfa (appena formato) che in forma cristallina è che occupa più spazio delle materie di partenza a batteria carica, è un discorso analogo all'acqua che gela, tu pensa alle piastre piene di ossidi come tubi pieni d'acqua, quando scarichi la batterie converti gli ossidi in solfato che equivarrebbe a far gelare l'acqua nei tubi, a questo punto gli ossidi di piombo legandosi all'acido solforico crescono di volume, proprio come fà l'acqua quando gela, ed essendo tali ossidi pressati dentro le griglie delle piastre o nei tubetti delle tubolari, cercano di epsandersi e premono in tutte le direzioni, ora a seconda dei casi questa pressione si scarica lungo i lati del contenitore formando la pancia che si vede all'estenro sulle pareti laterali e pressando gli esili separatori, ma a volte l'espansione delle materie attive scaricate è così elevata da espandersi anche lungo l'altezza delle piastre facendole deformare.

Purtoppo questo fenomeno l'ho notato su svariate marche e modelli di batterie commerciali, sia stazionarei ad elementi singoli che monoblocco 12V da avviamento, il bello delle singole celle 2V trasparenti è che è possibile fotografarle e mostrarvi il processo, al contrario diquello che crede Ferro che siano i sedimenti a spingere dal basso, anche perchè i sedimenti cadono dall'alto e per l'appunto sedimentano ma non possono infilarsi sotto e fungere da cric.

LA mia non è una supposizione ma deriva dall'osservazione pratica del fenomeno che avevo iniziato a notare circa 10 anni fà su batterie da macchina ma che solo dopo anni di pratica con elementi stazionari sono riuscito a spiegarmi, vi mosto delle foto di alcuni elementi tudor stazionari strasparenti che ho lasciaot fermi per più di 2 anni in attesa di cannibalizzarli per realizzare le batterie secchio, così restandosene lì fermi gli ossidi hanno avuto tuttoil tempo di solfatarsi per ebnino e il fenomeno del polo positivo che scresce come un fagiolo è molto be evidente, ho messo anche in evidenza con alcune foto come lo stratodi sedimenti è al di sotto del livello massimo dello spessore sul fondo e che quindi non ha spinto verso l'alto le piastre.
In alcune foto si nota bene come i tubetti delle positive si siano letteralmente piegati a S sottoposti alla pressione interna del solfato che li ha letteralmente allungati, alcune piastre si sono sviluppate in altezza restando diritte altre, probabilmente non riuscendo a spingere verso l'alto, hanno fatto la pancia un pò dove capitava deformandosi ed allargando il pacco delle piastre, pressando tra l'altro i separatori e rovinandoli.

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Noterete come in alcuni casi i tappini dei tubetti siano letteralmente sparati fuori verso il fondo tale era la pressione del solfato formatosi dentro il tubetto al posto del biossido di piombo.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da elettrauto » 1 ott 2012, 18:31

Dolomitico, mi dispiace per la disgrazia!
Dolomitico: ma se la durata di queste batterie è di soli tre anni continui,allora non ci vuople un genio della matematica per capire che è antieconomico.
E si torna al discorso dell'autocostruzione,i corti si possono evitare e avendo spazio si possono riparare abbattendo i costi mostruosamente.


In effetti l'esperimento di Hal9000 e di Ferrobattuto sono il paracadute!
Per fortuna, anche in caso di danneggiamento irreversibile, non è affatto irreversibile grazie ai secchielli od alle cilindriche...non cilindriche :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: .
Secondo me anche maxlinux2000, che ha avuto i migliori risultati con le batterie da auto (forse anche grazie a dei buoni inverter che usa), alla fine dovrà fare secchielli, dato il peccato originale di questo tipo di batterie, i separatori appiccicati, anche se gli auguro il più tardi possibile!

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da maxlinux2000 » 1 ott 2012, 19:03

elettrauto ha scritto:Secondo me anche maxlinux2000, che ha avuto i migliori risultati con le batterie da auto (forse anche grazie a dei buoni inverter che usa), alla fine dovrà fare secchielli, dato il peccato originale di questo tipo di batterie, i separatori appiccicati, anche se gli auguro il più tardi possibile!

indubbiamente dovró fare i secchielli, infatti sto accumulando batterie in modo da poter avere materia prima. Visto che da me i depositi dell'eco-parck sono vigilati, non ho altro modo di avere batterie se non comprandole, ma a questo punto il sistema a diodi e perfetto... fino a che le batterie comprate dallo sfasciacarrozze funziona... bene, poi finiscono nel mucchio, e quando ne avró a sufficienza.... secchielli!! :)


l'inverter che uso in effetti credo che sia molto buono, e a quanto sembra non scarichi sulle batterie nessuna corrente alternata, infatti la victron ha in catalogo i famosi "separatori" di banchi.... una scatoletta con dentro un paio di diodi dal costo di 250 euro!! :barf: ... ma analizzando lo schema elettrico dei collegamenti proposto dalla ditta, si capisce che l'inverter rimane separato dalle batterie e la corrente può solo viaggiare in una direzione.

Non sarebbe possibile che il polo positivo (salta sempre quello a quento leggo) si sia danneggiato per colpa dell'inverter?

Se aggiungessimo alcuni grossi condensatori, non si potrebbe paliare gli eventuali brutti effetti sulle batterie?
Cogito, ergo NO SUV !!

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da maxlinux2000 » 2 ott 2012, 9:27

ho spostato i messaggi relativi al regolatore tristar qui: http://offgrid2.altervista.org/viewtopic.php?f=7&t=273
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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 2 ott 2012, 9:49

Hal9000 ha scritto:Tornando al discorso del rigonfiamento del polo positivo stai tranquillo Dolomitico che come ti dicevo è unproblema comune a tutte le batterie commerciali, sia a piastra piana che tubolare, il difetto si presenta quando si accumula troppo solfato sia a causa di scariche troppo profonde che se lasciate ferme e scollegate per tanto tempo.
Ti sembrerà impossibile che siano solfatate ma quello è il segno più evidente di accumulo di solfato dentro le masse di materie attive, sono piccoli quantitativi di solfato di piombo che inevitabilmente siforma durante ogni scarica ma che alla rircarica successiva non viene completamente riconvertito e così ad ogni ciclo ne resta indietro un pchettino che piano piano si accumula.

Il problema del solfato di piombo, sia in forma amorfa (appena formato) che in forma cristallina è che occupa più spazio delle materie di partenza a batteria carica, è un discorso analogo all'acqua che gela, tu pensa alle piastre piene di ossidi come tubi pieni d'acqua, quando scarichi la batterie converti gli ossidi in solfato che equivarrebbe a far gelare l'acqua nei tubi, a questo punto gli ossidi di piombo legandosi all'acido solforico crescono di volume, proprio come fà l'acqua quando gela, ed essendo tali ossidi pressati dentro le griglie delle piastre o nei tubetti delle tubolari, cercano di epsandersi e premono in tutte le direzioni, ora a seconda dei casi questa pressione si scarica lungo i lati del contenitore formando la pancia che si vede all'estenro sulle pareti laterali e pressando gli esili separatori, ma a volte l'espansione delle materie attive scaricate è così elevata da espandersi anche lungo l'altezza delle piastre facendole deformare.


Ma fammi capire,non è il solfato causato dall'acido?
E come si fa a riconvertire tutto il solfato in materia attiva?
E' forse come dicevo su un'altra discussione che bisogna caricare fino a 16.2 volt e subito dopo il picco calare subito il voltaggio?
Anche il famoso libro del 1922 indicava di caricare con quel voltaggio li per evitare proprio questo fenomeno.
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Il tipo che spiegava il video,che poi ho scoperto che ha preso spunto dallo stesso manuale che abbiamo noi,diceva proprio che ad ogni ricarica la tensione troppo bassa faceva si che rimanesse indietro un po di questo solfato,giorno dopo giorno portava alla rovina della batteria.
Col tempo ripristinando i giusti parametri (quelli del grafico.La situazione migliorava prograssivamente.

Comincio seriamente a pensare che fossero già rovinate in partenza,quelle pance laterali ci sono sempre state,sicuramente sono state ferme chissà quanto ed erano già parzialmente compromesse,negli utilizzi sucessivi non si sono mai rimarginate.
Quello che è curioso è che la densità dell'elettrolito era perfetta,il desolfatatore collegato 24h al giorno,e mi faceva stare tranquillo.
Impressionanti le foto che hai postato,ho visto molte batterie gonfie,ma sempre di lato,mai in verticale.
Fammi capire un'ultima cosa:
cosè dei regolatori steca e affini che non ricarica in maniera ottimale,semplicemente la velocità di risposta del regolatore oppure anche le soglie dei voltaggi impostati?

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 2 ott 2012, 21:53

In effetti parlando con Bridge sono emersi diversi punti di vista in merito alla tensione di fine carica e mi era tornato in mente di aver letto da qualche parte dei 2,7V di fine carica per elemento, ma non l'avevo menzionato in quanto mi sembrava di essermelo sognato, visto che sugli accumulatori modenri sembrerebbe un eresia, ed ecco che arriva Dolomitico a ricordarmelo, erano quei manuali/libri del '900!!
Beh allora, l'idea di alzare così tanto la tensione di fine carica da un punto di vista chimico è validissima, e forse 100 anni fà era valida anche dal punto di vista pratico, ma oggigiorno con le fragilissime batterie che vengono prodotte sarebbe meglio evitare di alzare così tanto la tensione, sia perchè le piastre sono sottilissime rispetto a 100 anni fà e nel tentativo di prevenire la solfatazione andresti in contro al problema opposto ovvero allo sfaldamento delle piastre per eccessiva formazione di bolle di gas a causa di un elettrolisi molto vivace.

Però c'è da dire che se le batterie le realizziamo anti-sfaldamento come le batterie nel secchio nessuno ci vieta di caricarle a 2,5 o anche 2,7V per elemento, di fatti leggendo un altro manuale sempre del 1922 mi ricordo che descrivevano una fase di ricarica in cui l'elettrolita diventava bianco quasi come il latte, e ripensandoci questo fenomeno l'ho notato sulle cilindriche quando le caricavo per un giorno intero a 15-16V, io pensavo fossero polveri di piombo che andavano in soluzione, invece sull'antico manuale descrivono il fenomeno come normale formazione di microbollicine di gas a causa di vivace elettrolisi ma necessario per una carica a fondo degli accumulatori.

Quindi unendo un pò tutte le informazioni e i dati pratici rilevati da noi tutti mi pare di capire che una buona ricarica a tensioni elevate con vivace elettrolisi applicabile solo su accumulatori al piombo in gradi di sopportarla (tuttiquelli commerciali moderni non lo sono!!) sia la più semplice prevenzione al problema della solfatazione.
La soluzione ideale credo che sia sia il matrimonio tra un giusto regime di carica ed una solida costruzione degli accumulatori.

Per quanto riguarda i regolatori Steca non ti saprei dire, io li ho usato per un breve periodo ma non ho riscontrato problemi, ma la maggior parte del tempo ho usato morningstar e outback, ad ogni modo tieni presente che scariche profonde su accumulatori commerciali di qualsiasi tipologia portano sempre verso la strada del declino a prescindere dal regolatore di carica e desolfatatore usati, è solo una questione che sono fatti male per durare poco, sia che si tratti di 5 anni che di 15 a seconda della qualità si possono far durare anche solo 1 anno scaricandoli troppo.

Inoltre un fattore molto importante è avere un campo fotovltaico potente che sia in grado di ricaricare al 100% gli accumulatori al piombo il prima possibile, per esempio se ti capitano 4 giorni di nuvolo e poi quando torna il sole ce ne metti altri 4 per arrivare piano piano al 100% succede che dentro le batterie c'è del solfato di piombo amorfo che se ne stà li buono buono ed indistrubato a cristallizzare per ben 8 giorni!!
Qui a casa mia ho importato il campo fotovoltaico in modo da avere la ricarica completa prima di mezzogiorno o al massimo entro 2 giorni di sole pieno dopo un periodo prolungato di nuvoloso e ora con il ribasso del prezzo dei pannelli stò cercando di migliorare ulteriormente, perchè purtoppo con le batterie commerciali ho sempre l'ansia che resti anche solo l'1% non ricaricato a fine giornata li a riposo in attesa di un altra giornata di sole e me lo immagino che cristallizza ogni giorno di ritardo nel raggiungimento della carica completa.....
Eccessiva apprensione per le mie batterie? Forse solo Bridge può comprendermi completamente :mrgreen:
Ad ogni modo proprio perchè sono stufo di dovermi preoccupare troppo per le batterie commerciali pagate salatamente mi sono incaponito nel voler realizzare la mia versione nel secchio che possano essere trattate come mi pare :devil:

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 2 ott 2012, 22:03

Dimenticavo, però Dolomitico guarda che i regolatori di carica commerciali di buona marca fanno già un lavoro simile a quello che tu hai trovato sul manuale del '900 con i divuti compromessi moderni, ovvero effetuano la ricarica a più stadi di tensione con la famosa qeualizzazione a 15V mensile (i tristar per esempio), ovviamente non possono permettersi di andare oltre i 15V come importazione di frabbrica altrimenti si corre il rischio di bruciare qualche inverter e sfaldare le piastre di certe fragili batterie.

Ad ogni modo ora che mi ci fai pensare le tue batterie sono Trojan, se ben ricordo sul manuale del mio regolatore tristar TS-60 della morningstar c'era un settaggio per delle batterie Trojan (forse il modello L16 ma non ricordo bene) ad ogni modo settando questo tipo di batterie Trojan sul regolatore Morningstar tutte le soglie di tensione erano più alte e l'equalizzazione da 15V diveniva 16,2V.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 3 ott 2012, 9:14

Dopo averci dormito sopra vorrei aggiungere alcune considerazioni sulla desolfatazione:
in senso stretto la parola de-solfatare equivale a dire ricaricare, perchè nelle batterie il solfato di piombo è la forma scarica degli ossidi, quindi per staccare gli atomi di zonfo e idrogeno dal piombo ricreando l'acido solforico serve energia che è quella che viene immessa da una regolare ricarica con sorgente esterna di energia come per esempio i pannelli solari.
Ora i così detti desolfatatori commerciali non immettono energia nella batteria ne tanto meno la creano dal nulla, analizzando gli schemi di tutti i vari de-solfatatori in circolazione noterete che prelevano un pochetto di energia dalla batteria, immagazzinandola in una induttanza/bobina per pori rilanciarla indietro di nuovo sulla batteria dalla quale l'aveva prelevata, ora tenendo in considerazione le inevitabili perdite del circuito è chiaro che lentamente scarichiamo la batteria perchè se preleviamo 10 ne rimettiamo 9 ad essere ottimisti, quindi un desolfatatore commoerciale da solo senza apporto di energia dall'esterno è su solfatatore, ovvero aumenta la massa di solfato scaricando lentamente la batteria, ma qui interviene il concetto di collegare un caricabatterie, i pannelli solari o l'alternatore della macchina che apporta energia ma è questa fonte esterna la vera responsabile della conversione del solfato in ossidi carichi di energia e conduttivi.

Questa vuole solo essere una precisazione, perchè in pratica i desolfatatori commerciali in realtà sono solo degli "amorfizzatori" di solfato di piombo, ovvero perturbano, disrturbano la forma cristallina del solfato rendendolo in forma amorfa in modo tale che la corrente elettrica di ricarica possa convertire più facilmente il solfato in ossidi o piombo poroso.

Fatta questa premessa, ci terrei ad aggiungere i miei seri dubi sulla validità del circuito chiamato "battery activator", detta come và detta mi pare una ciofega, senza voler offendere nessuno, per carità!
Inoltre, per quello che ho potuto provare a livello pratico, sono i picchi dei rilasci induttivi delle bobine a rompere le palle ai cristalllini di solfato poco conduttivi, quindi ragionando sul tipo di collegamento se mettiamo un desolfatatore commerciale collegato in parallelo ad altri apparati sulle batterie, come inverter, regolatori di carica ecc ecc è molto probabile che la bobinetta del desolfatatore si carica e si scarica continuamente sui vari condensatori elettrolitici degli altri apparati invece che lavorare sulle piastre delle batterie, perdendo molta efficacia se non adirittura diventando inutile.

A mio avviso la desolfatazione è un processo che deve interfacciare i silasci induttivi delle bobine direttamente sulle batterie senza nient'altro in parallelo, con un adeguato apporto di energia esterno.

Tutto questo discorso non tioglie il fatto che una batteria commerciale deve essere scaricata il meno possibile per non deformare e sfaldare le piastre e che deve essere ricaricata il prima possibile al 100%.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 3 ott 2012, 9:25

Hal9000 ha scritto:Dopo averci dormito sopra vorrei aggiungere alcune considerazioni sulla desolfatazione:....


Il tuo ragionamento è corretto,anch'io ho constatato che cè desolfatazione solo nel momento in cui si fornisce energia esternamente,non ho mai visto che una batteria dopo essere stata collegata al battery activator grande o più piccolo la desolfati,in realtà anche i produttori lo scrivono,se sottoposta a ricarica,anche la serie di impuli aumenta,mentre senza ricarica la loro funzione è semplicemente quella di tenere in movimento la cimica della batteria.
Il megapulse in effetti funziona solo in presenza di ricarica,e io devo dire che ho visto resuscitare batterie ormai defunte dal solfato.
Quello che scrivi sul limitare la scarica è corretto,ho visto anch'io che è maledettamente dannosa.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 3 ott 2012, 9:29

Hal9000 ha scritto:Dimenticavo, però Dolomitico guarda che i regolatori di carica commerciali di buona marca fanno già un lavoro simile a quello che tu hai trovato sul manuale del '900 con i divuti compromessi moderni, ovvero effetuano la ricarica a più stadi di tensione con la famosa qeualizzazione a 15V mensile .....


Appunto,è mensile,non a ogni ciclo di ricarica.


Ad ogni modo ora che mi ci fai pensare le tue batterie sono Trojan, se ben ricordo sul manuale del mio regolatore tristar TS-60 della morningstar c'era un settaggio per delle batterie Trojan (forse il modello L16 ma non ricordo bene) ad ogni modo settando questo tipo di batterie Trojan sul regolatore Morningstar tutte le soglie di tensione erano più alte e l'equalizzazione da 15V diveniva 16,2V.


In effetti sul grafico del manuale cè scritto che andrebbero caricate proprio con 2.70 volt per cella=16.2 volt
Io non ho regolatori che arrivano a 16.2 volt

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 3 ott 2012, 9:35

Hal9000 ha scritto:In effetti parlando con Bridge sono emersi diversi punti di vista in merito alla tensione di fine carica e mi era tornato in mente di aver letto da qualche parte dei 2,7V di fine carica per elemento, ma non l'avevo menzionato in quanto mi sembrava di essermelo sognato, visto che sugli accumulatori modenri sembrerebbe un eresia, ed ecco che arriva Dolomitico a ricordarmelo, erano quei manuali/libri del '900!!
Beh allora, l'idea di alzare così tanto la tensione di fine carica da un punto di vista chimico è validissima,....:


Io tutti quei manuali me li sono stampati e ho una piccola enciclopedia,quando ho bisogno ho tutti i miei bei manualetti sotto mano.Con raccoglitore ad anelli.
Un giorno lascerò un'encilopedia in eredità.
Lindemann diceva che questo trattamento si potrebbe usare anche sulle nostre batterie,ma se guardate il grafico i 16.2 volt si raggiungono solo per un attimo,il tempo di sgasare le celle un tantino e poi si scende subito con il voltaggio,non bisogna stare li molto.
Sarebbe da provare con qualche vecchia cella.
Io sto provando a rianimare le mie trojan moribonde,se recupero la cella provo con quelle,e senno devo provare solo con il blocco da 6 volt rimasto in vita.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 3 ott 2012, 12:54

I regolatori commerciali fanno un compromesso tra la miglior ricarica chimica ed evitare di sbriciolare le piastre con troppa elettrolisi, di fatti fanno giornalmente un ciclo fino a 2,4V, ci restano un pò (2 ore o fino a C100) e poi scendono a 2,25 in aggiunta una volta al mese o dopo una scarica profonda salgono fino a 2,5 (equalizzazione) quindi come vedi fanno già una carica a stadi su tensioni differenti temporizzate, è un compromesso perchè certe batterie reggono bene tensioni più alte mentre altre si sbriciolerebbero subito, inoltre non dimenticarti di verificare che tutte le apparechiature reggano la tensione più alta di ricarica compresa la compensazione in temperatura o corri il rischio di friggere qualcosa come per esempio l'inverter.

Riassumendo: se non vuoi sbriciolare le piastre a causa delle bollicine di elettorlisi tieni una tensione bassa ma così a lungo andare accumuli solfato che fà espandere le materie attive e sbriciola aomunque le piastre, un bel dilemma, un bel grattacapo, tutto solo per avere batterie leggere, piccole e con bassissima resistenza interna, ma serve veramente avere queste caratteristiche per un impianto solare?
Io dico decisamente di no, faccciamole grosse, ingombranti e con resistenza interna elevata basta che le installiamo e ce ne dimentichiamo, potendole usare come ci pare senza timori e paure.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 4 ott 2012, 12:59

Chiaro il concetto,ho guardato il mio,e in effetti arriva al max a 16 volt,al limite,non credo sia saggio superarlo.
Ho notato una cosa curiosa,ieri sera guardavo il voltmetro del mio regolatore e.....magia,segnava 12.7 volt,nulla di strano direte voi,ma le vecchie trojan non hanno MAI raggiunto i 12.7 volt a riposo,ero abituato che completamente cariche segnavano 12.5 volt.
Guardo sul manuale trojan e in effetti mi da 12.73 batteria perfettamente carica.
Comincio a pensare sempre di più che fossero una mina vagante fin dall'inizio.
Adesso ho un banco da 12 volt 480 ampere e nel punto più alto 22 ampere di ricarica,sono un pò a rischio? :S

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 4 ott 2012, 13:05

Rischio de chè?

Non vedo niente di anomalo, ma tutto stà ai tuoi consumi, devi solo riuscire a fare il 100% di ricarica prima del tramonto in modo da riuscire a tenere le batterie a 2,4V per elemento almeno un paio di ore al giorno.
L'ideale per capire la ricarica completa sarebbe che la corrente scende a 1 centesimo della capacità in amper-ora quando la tensione per cella è a 2,4V

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 4 ott 2012, 13:23

No,i consumi non sono cambiati,involontariamente ho raddoppiato il banco.
per rischio intendevo che le ricarico a c 5,di sicuro si ricaricano entro sera,se mi avanza un po di money prendero un'altro pannello.....ma non ora :S

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Hal9000 » 4 ott 2012, 13:50

No beh se c'è il regolatore di carica la corrente di RIcarica non è ne critica ne dannosa, perchè tanto c'è il regolatore che se la tensione sale troppo limita, anzi più pannelli hai e meglio vivono le batterie perchè esse devono ricaricarsi il prima possibile e restare "a mollo" nei 2,4V per elemento almeno un pò di ore al giorno prima di afrontare il turno di notte ;)

La corrente che non devi superare di C20 è in SCARICA non in ricarica, quindi una volta che hai dimensionato il tutto per non superare il C20 in scarica, per non scendere sotto il 50% investi tutto il resto in pannelli a iosa, mettili ovunque anche per terra se non hai spazio!! :mrgreen:

L'ideale per un impianto ad isola sarebbe avere la produzione con il nuvolo sufficente a sopperire il consumo giornaliero in questo modo le batterie non le schiavizzeresti mai nelle famose settimane di pioggia, ma è ovvio che non siamo così ricchi da potercelo permettere.... :S

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 4 ott 2012, 22:55

Appunto,in effetti il prossimo anno punterò su qualche pannello,magari li prendo a coppie cosi poi faccio prima col 24 volt,se ci arriverò mai.
Curiosità,stasera le batterie sono arrivate a 12.9 volt a vuoto,completamente cariche,questo è perfettamente normale,ma non capisco perchè con quelle vecchie non è mai successo.
Prima si caricavano di sicuro in mezza giornata,240 ampere di capacità e 24 ampere di ricarica,ma adesso ho il doppio della capacità con la stessa corrente,anzi un pannello da 25 l'ho tolto per un sistemino rigenera batterie.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da Dolomitico » 2 mar 2013, 17:14

Ho aspettato un pò per scrivere ste righe perchè non ero sicuro,ma ho collegato tempo fa le due batterie da 6 volt a un pannello da 25 wp,cosi per vedere cosa succedeva,ebbene,non che sperassi in qualcosa,ma visto che quel pannellino era libero,di solito lo uso per ricaricare batterie varie,cosi non avendo nulla da ricaricare c'ho collegato le due trojan che erano sempre con un elemto in corto,e le ho lasciate li,ora si erano scaricate da sole a stare li ferme un pò e me le sono anche dimenticate.... :: )
Passano le settimane,e un pò di giorni fa di mattina vado a vedere di mattina quando il sole non è ancora sorto,e ho notato che il led batterie invece che lampeggiare rosso,lampeggiava arancio,quasi verde,ho controllato meglio e anche di sera il voltaggio regge.
Insomma non sono come mai ma sembra che in qualche maniera la cella in corto si sia rimessa in sesto,ora aspetto che arrivi a carica completa e poi misuro la densità,Per ora è arrivata a un voltaggio tale da poterla desolfatarla col megapulse.Se funziona la lascio un'anno a desolfatare.
Sarebbe una bella botta di fortuna, (woot) ,speriamo in bene.......
Ultima modifica di Dolomitico il 2 mar 2013, 17:46, modificato 1 volta in totale.

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Re: Mi è morta una cella delle mie trojan

Messaggio da maxlinux2000 » 2 mar 2013, 17:20

in bocca al lupo allora!! o.... mucha mierda!! (in spagnolo) :mrgreen:
Cogito, ergo NO SUV !!

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