In effetti parlando con Bridge sono emersi diversi punti di vista in merito alla tensione di fine carica e mi era tornato in mente di aver letto da qualche parte dei 2,7V di fine carica per elemento, ma non l'avevo menzionato in quanto mi sembrava di essermelo sognato, visto che sugli accumulatori modenri sembrerebbe un eresia, ed ecco che arriva Dolomitico a ricordarmelo, erano quei manuali/libri del '900!!
Beh allora, l'idea di alzare così tanto la tensione di fine carica da un punto di vista chimico è validissima, e forse 100 anni fà era valida anche dal punto di vista pratico, ma oggigiorno con le fragilissime batterie che vengono prodotte sarebbe meglio evitare di alzare così tanto la tensione, sia perchè le piastre sono sottilissime rispetto a 100 anni fà e nel tentativo di prevenire la solfatazione andresti in contro al problema opposto ovvero allo sfaldamento delle piastre per eccessiva formazione di bolle di gas a causa di un elettrolisi molto vivace.
Però c'è da dire che se le batterie le realizziamo anti-sfaldamento come le batterie nel secchio nessuno ci vieta di caricarle a 2,5 o anche 2,7V per elemento, di fatti leggendo un altro manuale sempre del 1922 mi ricordo che descrivevano una fase di ricarica in cui l'elettrolita diventava bianco quasi come il latte, e ripensandoci questo fenomeno l'ho notato sulle cilindriche quando le caricavo per un giorno intero a 15-16V, io pensavo fossero polveri di piombo che andavano in soluzione, invece sull'antico manuale descrivono il fenomeno come normale formazione di microbollicine di gas a causa di vivace elettrolisi ma necessario per una carica a fondo degli accumulatori.
Quindi unendo un pò tutte le informazioni e i dati pratici rilevati da noi tutti mi pare di capire che una buona ricarica a tensioni elevate con vivace elettrolisi applicabile solo su accumulatori al piombo in gradi di sopportarla (tuttiquelli commerciali moderni non lo sono!!) sia la più semplice prevenzione al problema della solfatazione.
La soluzione ideale credo che sia sia il matrimonio tra un giusto regime di carica ed una solida costruzione degli accumulatori.
Per quanto riguarda i regolatori Steca non ti saprei dire, io li ho usato per un breve periodo ma non ho riscontrato problemi, ma la maggior parte del tempo ho usato morningstar e outback, ad ogni modo tieni presente che scariche profonde su accumulatori commerciali di qualsiasi tipologia portano sempre verso la strada del declino a prescindere dal regolatore di carica e desolfatatore usati, è solo una questione che sono fatti male per durare poco, sia che si tratti di 5 anni che di 15 a seconda della qualità si possono far durare anche solo 1 anno scaricandoli troppo.
Inoltre un fattore molto importante è avere un campo fotovltaico potente che sia in grado di ricaricare al 100% gli accumulatori al piombo il prima possibile, per esempio se ti capitano 4 giorni di nuvolo e poi quando torna il sole ce ne metti altri 4 per arrivare piano piano al 100% succede che dentro le batterie c'è del solfato di piombo amorfo che se ne stà li buono buono ed indistrubato a cristallizzare per ben 8 giorni!!
Qui a casa mia ho importato il campo fotovoltaico in modo da avere la ricarica completa prima di mezzogiorno o al massimo entro 2 giorni di sole pieno dopo un periodo prolungato di nuvoloso e ora con il ribasso del prezzo dei pannelli stò cercando di migliorare ulteriormente, perchè purtoppo con le batterie commerciali ho sempre l'ansia che resti anche solo l'1% non ricaricato a fine giornata li a riposo in attesa di un altra giornata di sole e me lo immagino che cristallizza ogni giorno di ritardo nel raggiungimento della carica completa.....
Eccessiva apprensione per le mie batterie? Forse solo Bridge può comprendermi completamente
Ad ogni modo proprio perchè sono stufo di dovermi preoccupare troppo per le batterie commerciali pagate salatamente mi sono incaponito nel voler realizzare la mia versione nel secchio che possano essere trattate come mi pare :devil: