Vi ringrazio per i complimenti, anche se non mi sento assolutamente all'altezza del dio Vulcano.

La riduzione con l'idrogeno la conoscevo già, per averne letto in passato. Come avete già spiegato è ottima per quasi tutti gli ossidi metallici. Nei laboratori si fa per avere metalli ad elevata purezza (anche il 99,xxxxxx%

) ma su scala industriale oltre che costoso è anche pericoloso. La reazione è sicuramente endotermica, in quanto si tratta di una vera e propria combustione, tra l'ossigeno contrenuto nell'ossido e l'idrogeno immesso. Il prodotto finale è il metallo allo stato fuso e vapore d'acqua "surriscaldato" e perciò ad altissime pressioni. In qualche caso si forma "ossidrile", che è un composto intermedio con formula OH, molto combustibile, in quanto anche il vapor d'acqua ad alta temperatura (mi pare sopra ai 2500°C) tenta di scindersi in molecole più semplici o addirittura in idrogeno e ossigeno. Che però NON sono separati tra loro e tentano di ricombinarsi appena scendono di temperatura, coi risultati che possiamo immaginare.....
Personalmente l'ho scartato per diversi motivi:
NON mi piace giocare con l'idrogeno puro, è un figlio di PXXXXXX con le corna, scappa da ogni fessura e anche se sembra che non ce ne siano lui le trova comunque. La sua fiamma, anche all'aria libera, è caldissima e praticamente invisibile. Se c'è una perdita si autoaccende con esttrema facilità procurando tutti i guai che potete immaginare più altri che è capace di immaginare lui.
È di difficile produzione, stoccaggio e controllo, è MOLTO energivoro, ossia richiede una quantità molto alta di energia elettrica o calorica per produrlo.
Personalmente ho preferito usare il carbone, un po' perché lo avevo, è molto più reperibile (basta anche della carbonella di legna), un po' perché è facilmente maneggiabile e MOLTO meno pericoloso dell'idrogeno.
Mi viene in mente un'ultima cosa: la riduzione con l'idtrogeno si fa con ossidi ad alto tenore di purezza, a temperature controllate e con componenti perfettamente misurati, non con miscugli di residui non meglio identificati chimicamente, mentre nel caso di riduzione di piastre e residui di recupero da vecchi accumulatori esausti, NON abbiamo a che fare solo con ossidi (troppo comodo

) ma anche con solfati e tracce di acido solforico. Ora, il carbone ad alta temperatura "ruba" ossigeno un po' tutt'attorno a quasi tutti i composti che lo contengono, per cui anche ai solfati ecc ecc. Infatti, dopo effettuato l'esperimento di buona memoria con la forgia, trovai dei residui di zolfo fuso sui mattoni refrattari (mi pare ci siano ancora le foto.....), segno evidente che la "riduzione" c'era stata anche per i composti dello zolfo, e quasi sicuramente l'anidride solforosa mescolata al fumo era dovuta alla ricombustione dei vapori di zolfo che evaporavano a contatto dell'aria, ma immaginiamo di immettere idrogeno in un miscuglio simile?..... NON c'è carbonio, in compenso ci sono composti dello zolfo ad alta temperatura, ossidi e solfati vari, e si rischia di avere vapori di acido solforico ad alta temperatura.
Io, naturalmente, NON ho nessuna voglia di sperimentarlo (si era capito, no?

), ma naturalmente ognuno decide come crede..... Anche a proprio rischio e pericolo.