Bene, mò te ne racconto un'altra: ai bei tempi che furono, quando avevo 16 anni e lavoravo come elettrauto, i fusibili per auto erano ancora del tipo "a siluro", ossia erano costituiti da un cilindretto in plastica (ma quelli migliori erano ancora in ceramica) con una scanalatura longitudinale, e due "cappuccetti" conici in lamierino di ottone stampato alle estremità. Nella scanalatura era posato un sottile filo di rame saldato alle estremità ai cappuccetti. Quando erano in uso nella scatola dei fusibili questi erano stretti tra due molle sagomate in bronzo fosforoso, che favano capo agli spinotti sui terminali dei fili. Spinotti tondi, ancora..... I faston piatti sono arrivati mooolto dopo.
Il filo che faceva da fusibile, quello insomma che fondeva, era del semplice filo sottile di rame.
Si trovavano da 5, 10, 15A, in quanto a quei tempi molto difficilmente gli utilizzatori sull'auto consumavano di più. Quando si bruciavano si prendeva un filo di rame dello stesso diametro e ci si risaldava sopra al posto di quello bruciato......

Non ha mai preso fuoco nessun impianto protetto in quel modo, semmai quando succedeva era perché qualcuno ci aveva pasticciato sopra e bypassato il fusibile. Oppure visto che si bruciava troppo spesso ci aveva saldato sopra troppi fili.
Ovviamente con l'avanzare del consumismo furono sostituiti prima da fusibili coi cappuccetti integrati col filo, in alluminio, così non ci si poteva saldare sopra, poi con l'avvento dei faston, questo tipo di fusibili usa-e getta che conosciamo adesso.
Quello che determina il limite di corrente di un fusibile dipende da tre fattori: il materiale con cui è fatto il filo fondibile, la sua sezione, e la sua lunghezza. Più è corto e sottile il filo e più è "rapido" il fusibile, viceversa più è lungo e grosso e più è lento.
Tutto si riconduce alla legge di Joule e alla legge di Ohm, come al solito.
E ancora: quando ero bambino, in molti appartamenti a protezione degli impianti elettrici non c'erano ancora gli interruttori automatici, ma dei semplici fusibili. Molti erano costituiti ancora da una scatola di porcellana con quattro viti isolate tra loro. Su due arrivavano i fili dal contatore, dalle altre due partivano i fili che andavano all'impianto dell'appartamento. Tra le due viti poste sulla stessa fase veniva tirato un filo sottile di rame che faceva da fusibile. Di solito erano dimensionati in modo che superando la decina di ampere si bruciavano. Anche in questo caso se andava a fuoco un impianto era perché qualcuno aveva fatto lo spiritoso e ci aveva messo dei fili troppo grossi.
Perché non ti diverti a fare qualche prova? Su due viti isolate distanti un paio di centimetri metti due capocorda piccoli (quelli col foro da 4mm dovrebbero andare bene) e tra le loro linguette saldi un filo di rame sottile, tipo quello che si trova nei fili da impianti. In serie, con una batteria da 12V, puoi mettere un carico, anche delle vecchie lampadine per auto, o delle resistenze, fino a raggiungere la corrente che lo brucia.
A me sembra che oggigiorno ci complicano un po' troppo la vita con cose eccessivamente "tecniche & scientifiche", che almeno per come la vedo io, sono fatte più che altro "per vendere"......