nivamax ha scritto:...la butto qua per non aprire un post nuovo,se utilizzo un alimentatore 2A 13,5V di una ex stampante per mantenere
nivamax ha scritto:non dovrei creare problemi alle batterie giusto?...anche se misurando ai capi dell'alimentatore a vuoto leggo 17/18V?
Noto delle incongruenze:
1°: alimentatore 13.5V e disponibilità di 2A
2°: tensione a vuoto di 17/18V.-
Di sicuro l'alimentatore in questione non è stabilizzato e ciò lo rende inutilizzabile per il mantenimento (compensazione dell'autoscarica) di un'accumulatore, qualunque esso sia.-
In questo caso man mano che la batteria carica la sua resistenza intera aumenta di conseguenza e la tensione ai suoi capi pian piano raggiunge "teoricamente", dico teoricamente, quel valore di 17/18V. .............!
Per mantenere in uno stato di efficienza ottimale una batteria non utilizzata, credo che un vetusto e surclassato alimentatore con regolazione serie sia ancora da preferire per la certezza, pulizia e sicurezza di funzionamento.-
Con un'alimentatore di quel genere (da non confondere con un caricabatteria) si può fare di tutto, dalla ricarica al mantenimento, basta che rispetti tre requisiti determinanti:
1:tensione stabilizzata e regolabile a piacimento.-
2:Possibilità di DETERMINARE e REGOLARE al momento la corrente circolante.-
3: per i più sensibili al risparmio energetico, il trasformatore di alimentazione deve essere fatto con primario "lungo" al fine di avere una marginale corrente di magnetizzazione del nucleo e la tensione al secondario appena sufficiente per sostenere il carico alla massima corrente impostata.-
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Questo per mantenere al minimo la potenza perduta, altrimenti si deve ricorrere allo switchig.-
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E' chiaro che quanto detto è utile per creare un'alimentatore calmo e "SENZA FRETTA" e si presta benissimo a mantenere una batteria in perfetto stato di efficienza giorno e notte.-
Oggi è sorpassato sicuramente da sistemi più efficienti, ma per l'impiego qui sopra descritto va ancora a gonfie vele.-
Qui sotto uno schemino di un'alimentatore che è idoneo anche per quell'impiego, realizzato una ventina di anni orsono ed ancora attivo.-

- L200C_Alimentatore copia.jpg (98.45 KiB) Visto 6445 volte
Per semplificare si può togliere la protezione di sovravoltaggio che comprende relays e 2 transistor.- Se volete posso "sfoltire".-
La regolazione è semplice:
1: SENZA CARICO allacciato si ruota il potenziometro della corrente al massimo.-
2: Ruotare il poti della V sino al valore desiderato. Per fare un'esempio 13,8volt (tensione di fine carica e di mantenimento di una batteria).
3: Ora riportare al minimo il poti della corrente che prima avevamo ruotato al massimo.-
Allacciare la batteria da RICARICARE e nel contempo ruotare il poti della CORRENTE sino a raggiungere il valore giusto, rispettando la disponibilità dell'alimentatore ed il gioco è fatto.-
Si noterà subito una brusca diminuzione della tensione poichè è l'integrato che interviene limitando la corrente al valore impostato, poi man mano che la batteria si carica , la tensione aumenterà gradatamente sino al raggiungimento dei 13,8V impostati precedentemente con conseguente diminuzione sino a lambire lo 0 della corrente.-
Non ci si deve preoccupare di sovraccaricare l'alimentatore trovando una batteria completamente scarica, pochè la corrente non eccederà MAI il valore impostato.-
Ferrobattuto ha scritto:Piuttosto rischi di bruciare l'alimentatore.....
Parole sante se non si dispone del controllo della corrente.-
In questo modo in un solo colpo si ha tutto: ricarica e mantenimento.- L'alimentatore era nato per altri scopi e si presta benissimo anche per un funzionamento a CORRENTE COSTANTE.-
Ripeto ancora: "oggi è "preistoria" quanto sopra!".-
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