DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

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DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Bridge » 5 apr 2013, 14:40

Stamane ho fatto un paio di foto ad uno dei 65 vasi stazionari ((2V/600Ah)), dopo averli controllati.-
Come anticipato in altri post, il vecchio parco stazionario (1978-80) è stato sostituito nel 2007 e da allora quest'ultimo ha "lavorato" in silenzio giorno dopo giorno senza mai subire pratiche oggidì tanto propagandate e diffuse.-
Il rabbocco è stato fatto l'anno scorso ((dopo 6 anni)), ...più o meno in questo periodo, con all'incirca un litro di acqua d. ciascuna.-
Le uniche attenzioni sono state rivolte verso il controllo della massima corrente di prelievo e della tensione limite superiore ed inferiore.-
Non era necessario il controllo della massima corrente di ricarica poiche la sorgente (FV) ""raramente"" e in condizioni ottimali raggiunge circa un ventina di ampere, quindi ben al di sotto della soglia di attenzione.-

Il controllo di stamane è stato effettuato per verificare lo stato del setting imposto al regolatore qui descritto:
http://offgrid2.altervista.org/viewtopi ... =206#p3403

Il vantaggio forse più evidente, ottenuto con l'introduzione di quest'ultimo, è la riduzione cospiqua di prelievo di energia dalla batterie, poichè la produzione di acqua calda sanitaria (160 litri) avviene tramite l'azione organizzata e disciplinata del regolatore, senza MAI, MAI sottrarre un elettrone dall'accumulo.-

Sinceramente mi sono sempre posto la domanda (e spesso ho fatto anche qualche nota qui nel forum, ...raramente condivisa) se tutte le pratiche in uso, ed anche qui in giro descritte, siano effettivamente lecite e non producano invece un danno Permanente ed un'accentuazione dello Sfaldamento delle piastre stesse.-
E' soltanto una domanda la mia che è spesso in me ricorrente, e sulla quale ho sempre trovato opinioni contrastanti.-
Densita'.jpg
Densita'.jpg (108.7 KiB) Visto 11357 volte

Tensione.jpg
Tensione.jpg (99.81 KiB) Visto 11357 volte


Le due foto sopra danno dei valori ben chiari e sinceramente non sò come potrebbero essere migliori.-
Preciso che il valore della tensione "singolo elemento" e stato preso con batterie attive ed impianto funzionante.-

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Ferrobattuto » 5 apr 2013, 21:12

Congratulazioni, di tutto cuore. :D
Per il resto mi trovi perfettamente daccordo.... ;)
Buone realizzazioni a tutti!
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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da maxlinux2000 » 6 apr 2013, 18:40

molto bene Bridge, questa è una ennesima conferma la tua filosofia.
Ne terremo conto
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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da mastrovetraio » 6 apr 2013, 21:15

Da bravo sciocco ho cercato nelle foto il senso di ciò che afferma Bridge, un pò come chi guarda il dito che indica la luna. Poi ho aperto il link che porta al regolatore di carica solare e finalmente ho visto la luna. Complimenti.

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Ferrobattuto » 6 apr 2013, 21:49

Hai visto soltanto uno scorcio di uno dei crateri più piccoli, te lo posso assicurare...... (:) :mrgreen:
Buone realizzazioni a tutti!
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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Dolomitico » 7 apr 2013, 10:46

Bridge ha scritto:Sinceramente mi sono sempre posto la domanda (e spesso ho fatto anche qualche nota qui nel forum, ...raramente condivisa) se tutte le pratiche in uso, ed anche qui in giro descritte, siano effettivamente lecite e non producano invece un danno Permanente ed un'accentuazione dello Sfaldamento delle piastre stesse.-
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Mi pare di aver capito che sei contrario alle equalizzazioni,il tuo regolatore si basa sul fatto che raggiungendo la tensione di carica prefissata comincia a deviare progressivamente la corrente su un'altro carico.
Scusa ma ogni tanto sono anch'io di coccio,cosa intendi di preciso con "pratiche propagandate" oltre alle equalizzazioni cè dell'altro? :?: :blushing:

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Bridge » 7 apr 2013, 15:34

Equalizzazione.-

Questo argomento può essere osservato da due angolazioni che giustifichino o meno una correzione:
Se esiste una disparità tra gli elementi dopo una Corretta Ricarica, vuol dire che alcuni elementi sono stati oggetto di tensione "superiore" al limite imposto ed altri invece al di sotto .-

Ogni correzione ((NON SELETTIVA)) fatta da questo punto in poi porta ad una aggressività verso gli elementi che hanno raggiunto e ""superato"" il limite superiore.-

Se si osserva SOLAMENTE dal lato degli elementi più stanchi, allora la prassi dell'equalizzazione è giustificata.-

"Correzione selettiva" significa poter intervenire sul'elemento/i senza influenzare gli altri.-

Per rispondere a Dolomitico, si, sono contrario per il semplice motivo che rivolgo l'attenzione NON alle celle costituenti la serie che ancora non hanno raggiunto uno stato ottimale di ricarica, bensì agli elementi che già ...da tempo hanno saziato il loro APPETITO per via della maggiore tensione presente sui rispettivi "poli" e questa plusvalenza proviene proprio da quegli elementi più apatici di cui sopra "" (Resistenza interna "dinamica" più bassa e quindi tensione MINORE su quest'ultimi , ma MAGGIORE sugli altri).-

In questa situazione insistere con tensioni complessive ancora maggiori per equalizzare la serie, ha come conseguenza diretta un eccesso di tensione sugli elementi già "sazi" con gassificazione abnorne ed accentuazione del processo ""degenerativo e irreversibile"" di sfaldamento delle piastre.-
Questo processo degenerativo viene stimolato anche imponendo o richiedendo correnti elevate.-

In fase di ""preparazione"" degli elementi le aziende impongono tensioni al di là del consentito, ma questa fase termina lì e consentita a posteriori solo in casi particolari.-

Sempre secondo il mio pensiero, l'equalizzazione tra gli elementi ((tutti uguali)) costituenti una serie di batterie, avviene automaticamente, basta dare tempo al tempo, giorno dopo giorno, tutto si livella.- Quanto appena detto è Valido in presenza di elementi Uguali ed Efficienti.- E' chiaro che se una o più celle presenta delle lacune, delle problematiche, ...l'omogeneità tra le stesse va a ....farsi friggere!!.-

Questa mia contrarietà la rivolgo anche verso altre pratiche come la desolfatazione che secondo me può essere giustificata solamente in presenza di batterie o singoli elementi irrecuperabili, quindi come ultimo tentativo, ....ultima spiaggia.-


Altro argomento è la "stratificazione dell'elettrolita".-
Penso possibile in elementi a riposo, non connessi, parzialmente carichi o installati in ambienti che presentano situazioni non ottimali ecc, ma dubito che possa avvenire normalmente, per via del rimescolamento naturale che avviene sia durante il processo di ricarica che di scarica anche con correnti irrisorie.- DARE TEMPO AL TEMPO.-
Appoggiando un'orecchio su di un'elemento, anche se in quel momento è a riposo, si percepisce che vi è ....VITA all'interno ed anche se è in fase di scarica o ricarica e con correnti anche piccole, possono essere scrutate bollicine quasi invisibili salire verso la sommità.-

Le due foto sopra evidenziano proprio questo fatto.- Se fosse possibile la stratificazione dell'elettrolita, il densimetro non avrebbe MAI potuto rilevare un valore di 1,26Kg/lt dopo sette anni ed un valore in tensione singolo elemento ottimale.- Il densimetro preleva elettrolita sulla sommità del vaso ed il valore rilevato è corrispondente alla densità massima di default.-

Avevo accennato a ciò anche qui:

http://offgrid2.altervista.org/viewtopi ... =415#p8430

Ho la consapevolezza che queste note contrastano con ciò che il mercato propone ed anche con la maggior parte delle convinzioni altrui, ma spero che possa essere motivo di riflessione rafforzando o adeguando le proprie, me compreso.-
Ho il piacere di avere il grande Ferro vicino a quanto detto sopra.-
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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Dolomitico » 7 apr 2013, 17:52

Ho capito,grazie per le delucidazioni.
A dire il vero mi trovi perfettamente d'accordo sull'equalizzazione,in effetti se dai tempo al tempo come dici tu anche gli elementi indietro recuperano terreno senza forzature.
Sulla desolfatazione mi trovi meno d'accordo,se fatta a regola d'arte non credo danneggi nulla,io l'ho testata parecchio a fondo e continua a darmi soddisfazioni,anche con l'ultima batteria al gel,ha recuperato molta capacità solo cilcandola un pò di volte.
Va anche detto che di elementi stazionari tubolari non ne ho mai avuti,quindi forse il discorso cambia leggermente.
In passato avevo letto di un sistema chiamato slyscell http://www.xmx.it/sylcell.htm che prendeva appunto in esame un sistema che caricava ogni singola cella in maniera singolare,cosi che diminuendo la resistenza interna si aveva una più rapida curva di carica e ovviamente non c'era da equalizzare nulla in quanto le celle più scariche recuperavano da sole.
Avevo netato anch'io che i dataschell delle grosse batterie tubolari non avavano dei parametri sull'equalizzazione,solo una tensione max di carica di 2.4v a elemento e basta.
Tornando alla desolfatazione,io ho montato un desolfatatore sulla mia auto con batteria di quasi 10 anni,e già anni fa aveva la cella positiva compromessa con la densità più bassa,da quando ho messo il desolfatatore la situazione è migliorata e per adesso continua a funzionare,sono 5 anni circa e non ci sono problemi apparenti.
Comunque sono sempre del parere che è un bene sentire persone che hanno una diversa visione delle cose,se tutti continuano a vedere le cose dalla stessa prospettiva non si avanza molto,ma cambiando prospettiva si possono scoprire nuovi orizzonti.
Insomma mi diresti che avendo sufficenti ore di sole che permettono il pareggio delle celle l'equalizzazione potrei disabilitarla.....lo terrò presente come opzione,intanto grazie per la spiegazione. :)

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Ferrobattuto » 7 apr 2013, 18:49

Personalmente per quanto riguarda l'equalizzazione sono daccordo con Bridge. In un parco stazionario ben dimensionato, non sottoposto a cariche e scariche esagerate, di equalizzazioni non dovrebbe essercene bisogno. Daltronde si raccomanda sempre di montare celle della stessa fabbrica e dello stesso periodo, per cui se una di loro "va giù" è da imputersi ad un difetto congenito, e non a normale usura di funzionamento. Differente se invece è un banco "rimediato" in qualche modo.
Agli inizi, quando cominciai ad interessarmi di accumuli di grossa capacità, nell'altro forum, descrissi un procedimento per cui mi fu praticamente "dato del matto", ossia scarica e ricarica in parallelo, a bassa corrente. Piuttosto che sovraccaricare alcuni elementi per tentare di ricaricare bene quelli rimasti indietro, conveniva scaricare il banco il più possibile senza eccedere e scendere al di sotto delle tensioni "logiche" e tenendo d'occhio le singole tensioni di ogni elemento, poi connettere gli elementi in parallelo e caricare molto lentamente. In questo modo, a causa della bassa resistenza interna degli elementi al piombo, si otteneva una sotra di "autolivellamento". Ovviamente prima bisogna effettuare un buon controllo dei singoli, densità e tensioni, e magari appena collegati in parallelo continuare la scarica per un po' di tempo, in modo che le differenze diventino minime. Dopo ricaricato a tensione finale, riconnettere tutto in serie. Tutto questo però soltanto in un banco di accumulo "rimediato", ossia nel caso di batterie da muletto di recupero, o stazionarie di seconda mano. Nel nuovo non ce ne sarebbe nessun bisogno..... Se non dopo diversi decenni, per normale usura, ma a quel punto se alcuni elementi sono rovinati, gli altri seguiranno a breve, come daltronde l'esperienza di Barabba ci ha confermato. Mi rendo conto di eventuali difficoltà per banchi a tensioni elevate dove di elementi singoli ce ne sono tanti, caricare a 2V per chissà quanti amperora di capacità, ma daltronde ogni medaglia ha il suo rovescio, se rimedi il banco gratis o a 4 soldi, qualche difficoltà devi pure aspettartela....
Per la desolfatazione, vorrei ricordare che il solfato "s'incrosta" solo a batterie ferme, soprattutto se mezze o completamente scariche. Per gli accumulatori d'auto è un altro paio di maniche, in genere stanno ferme molte ore al giorno (anche solo per un turno di lavoro) e spesso non si ricaricano neanche completamente, soprattutto dopo una brutta messa in moto in una mattina gelata d'inverno.
Anche io con un desolfatatore ho recuperato moltissime batterie d'auto, quasi sempre di macchine ferme da tempo, ma sempre e solo batterie d'auto, per le stazionarie sinceramente non ne ho esperienza.
Daltronde, come pure scritto nei manuali ecc ecc, ma anche dettato dall'esperienza, un banco di accumulo NON PUO' stare dappertutto, ma DEVE avere un locale apposito, protetto soprattutto dagli sbalzi di temperatura, altrimenti altro che equalizzazione.....
Buone realizzazioni a tutti!
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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Dolomitico » 7 apr 2013, 20:25

Il solfato si forma anche se non caricate correttamente,le mie prime trojan ne sono la dimostrazione,una tensione troppo bassa l'aiuta non poco.
Per la ricarica in parallelo,potrebbe essere un sistema,ma è macchinoso,allora penserei a fare un sistema extra,magari con la tensione in eccesso farei un'ibribo di slycell,un'alimentatore limitato in tensione con 6 o 12 uscite a 2.4 volt che livellano dove serve,senza forzature.Ma credo che se il parco fotovoltaico o quello che è tiene in carica le batterie per diverse ore al giorno alla fine si sistemano da sole.
Io quando ho collegato le mie in serie,ho notato che il regolatore le ha tenute a 29.6volt per molto tempo,credevo che avessi sbagliato qualche settaggio,ma poi tutto è tornato alla normalità,ne ho dedotto che il regoaltore sentiva uno squilibrio nella tensione e ha agito di conseguenza,non equalizzando ma tenendo la tensione a livello di soglia fino a quando ha sentito che tutto è tornato ok.
Per le batterie,io quella della mia auto l'ho "testata" :blushing: a dovere,il mattino in inverno con meno 10° e accendere un diesel è sempre una botta,per 5 giorni di fila,poi al quinto si sentiva che era un pò giu,un giretto di 40 min a fare le spese e la batteria tornava ok.
Anche la gel che ho preso aveva l'aria di essere in pausa da un bel pò,ma ora anche con l'aiuto del pulser ha recuperato moltissimo la capcità,prima dopo 2 giorni dovevo monitorare il voltaggio (cun una sola lampada da 18w accesa 6 ore al giorno) ora il sistema si arrangia da solo.

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da calcola » 7 apr 2013, 21:24

Quanto appena detto è Valido in presenza di elementi Uguali ed Efficienti.


Se posso aggiungerei, senza vasellina tra i contatti oO.

Da quando ho tolto la vasellina posta sui contatti gli elettrodi sono tutti alla stessa temperatura e le celle tutte uguali per tensione e densità, che tra l'altro è salita a oltre 1,27 Kg/L. Però ogni fine settimana le lascio scaricare fino a 23V e poi le ricarico fino a 2,45V per cella, farò questo ancora per due settimane, in modo da completare i cicli di formazione. Successivamente ridurrò la tensione di fine carica a 28,8v.

In base quanto mi è stato detto, le batterie da trazione pesante (muletto) sono più grezze rispetto a quelle stazionarie devono fare 10 cicli di formazione e devo dire che i risultati sono evidenti. La scorsa settimana non vi è stato un giorno di sole, i pannelli nelle ore centrali davano massimo 7-8A nonostante ciò l'impianto è rimasto sempre a batterie e con il carico della videosorveglianza e dei due frigo. Ora per ricaricare le batterie da 23- 23,5v fino a fine carica impiego un tempo più lungo rispetto a prima (quasi il doppio).

Detto questo ritengo che le indicazioni spesso fornite non siano da rispettare alla lettera, le merci devono durare poco altrimenti non vendono quelle nuove, quindi anche le indicazioni fornite ai consumatori mirano a quell'obiettivo. Anni fa ho acquistato tre cellulari della Motorola, tutte e tre uguali anzi identici. Tutti e tre si sono rotti al tredicesimo mese dall'acquisto a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, strana coincidenza... non ho più comprato prodotti motorola.

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Hal9000 » 10 apr 2013, 8:44

Per le marche che ho potuto avere sotto mano fino ad ora posso dire che le batterie da trazione (muletto) e quelle stazionarie internamente sono identiche, cambia solo la scatola (opaca/nera per la trazione e trasparente per la maggior parte delle stazionarie) e il tipo di polo alla sommità, internamente entrambe usano piastre positive tubolari della stessa dimensione e piastre negative a griglia impstata di 4/5mm di spessore, 2/3cm di spazio sedimenti sul fondo, tutto lo spazio riempito completamente.... ne ho aperte alcune di quelle da muletto ma non noto evidenti differenze, del resto pare congruo con la logica insutriale, avendo scoperto che ci sono i produttori di piastre e poi quelli che le comprano e le assemblano nei contenitori, le piastre saranno sempre le stesse, poi in base al colore del contenitore e al tipo di adesivo appiccicato sopra diventa "trazione" o "stazionaria" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Al problema della stratificazione dell'acido solforico non credevo neppure io, ma ho dovuto ricredermi dalle evidenze pratiche, non è detto che la differenza tra il fondo della cella e la sommità sia enorme, basta veramente poco, di fatti una maggiore concentrazione di acido produce una tensione a riposo leggermente superiore, da qui ne consegue che lievi differenze di densità tra il fondo e la sommità causano una ddp diversa lungo l'altezza della piastra, vista la bassa resistenza interna degli elementi il problema sorge quando si va a prelevare corrente o a ricaricare, per fare un esempio se il fondo della piastra produce 2,28V e la sommità 2,22V succede che la parte inferiore della piastra viene scaricata per prima e ricaricata per ultima da cui ne consegue una maggiore usura partendo dal basso.

Infatti durante la ricarica la parte con ddp inferiore assorbe maggiore corrente producendo elettrolisi e di fatto "rubando" energia che servirebbe alla parte inferiore per ricaricarsi, al contrario quando si preleva corrente dalla cella la parte inferiore avendo una ddp leggermente superiore contribuisce maggiormante alla erogazione di corrente scaricandosi più profondamente della parte superiore.

Se l'impianto è ben dimensionato consentendo un eccesso di energia dal lato fotovoltaico in modo da garantire lungi tempi di permamenza delle batterie alla tensione di fine carica è probabile che tutti questi fenomeni hanno il tempo di assestarsi, sono sicuro che l'impianto di Bridge è saggiamente dimesionato in tal senso da cui ne derivano ottime prestazioni nel tempo ;)

Da prove sui vari prototipi, anche di certe dimensioni, ho notato che il problema maggiore dello sfamdamento delle piastre deriva dal formarsi del solfato di piombo, anche non cristallizzato, in quando occupa più spazio, ha un aumento di volume e proprio come avviene per l'acqua nei tubi che gelando li fà scoppiare, lo scaricare troppo a fondo le batterie fà letteralmente scoppiare, crepare, sfaldare le piastre, al contrario una eccessiva ricarica producie bollicine di gas che hanno un effetto "sfaldante" solo sulle batterie a piastre piane non entrocontenute, per esempio quelle da avviamento, alcuni tipi da trazione/stazionarie a piastre piane faurè o le plantè, sopratutto sulle piastre positive, mentre nelle batterie tubolari dove l'ossido è contenuto nei tubetti, sempre ammesso che tali tubetti non sono scoppiati per una scarica eccessiva, riescono a contenere bene l'ossido facendo fuoriuscire solo le bollicine di ossigeno.

Sulle piastre negative non ho mai notato problemi di sfaldamento dovuto ad eccessiva produzione di idrogeno (ricarica a tensione elevata) anzi per effetto di elettrodeposizione l'elettrodo negativo in fase di ricarica tende a guadagnare piombo per deposizione ed in alcuni casi di accumulatori in servizio da molto tempo (oggigiorno casi ormai rari) venivano citati nei manuali del '900 una parziale compattazione dell'elettrodo negativo che perdeva capacità per un effetto di ricompattazione della massa per elettrodeposizione causando perdità di porosità e quindi di superfice di contatto :O

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da calcola » 10 apr 2013, 10:34

Per le marche che ho potuto avere sotto mano fino ad ora posso dire che le batterie da trazione (muletto) e quelle stazionarie internamente sono identiche, cambia solo la scatola (opaca/nera per la trazione e trasparente per la maggior parte delle stazionarie) e il tipo di polo alla sommità, internamente entrambe usano piastre positive tubolari della stessa dimensione e piastre negative a griglia impstata di 4/5mm di spessore, 2/3cm di spazio sedimenti sul fondo, tutto lo spazio riempito completamente...


Quello che dici coincide con quanto mi ha detto un venditore di batterie, le piastre sono tutte uguali, cambiano le dimensioni. Poi la formazione delle piastre è leggermente diversa, quelle stazionarie le tengono a ciclare di più ed a una concentrazione leggermente più bassa.

Sulle piastre negative non ho mai notato problemi di sfaldamento dovuto ad eccessiva produzione di idrogeno (ricarica a tensione elevata) anzi per effetto di elettrodeposizione l'elettrodo negativo in fase di ricarica tende a guadagnare piombo per deposizione ed in alcuni casi di accumulatori in servizio da molto tempo (oggigiorno casi ormai rari) venivano citati nei manuali del '900 una parziale compattazione dell'elettrodo negativo che perdeva capacità per un effetto di ricompattazione della massa per elettrodeposizione causando perdità di porosità e quindi di superfice di contatto :O


Quindi mai scaricarle troppo mentre è possibile tenerle a tensioni di fine carica leggermente più alte, specialmente se nei giorni nuvolosi si ha poca corrente. Quali valori di tensione pensi che tengano in "sicurezza" le batterie a piastre tubolari corazzate? Pensavo di impostare un limite inferiore a 23,5-23,7V sotto carico e superiore di 28,8V cosa ne pensi?

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da maxlinux2000 » 10 apr 2013, 14:23

cmq il problema sono sempre i costi, gira e rigira picchiamo sempre sullo stesso punto.

Le batterie per durare moltissimi anni non dovrebbero mai essere scaricate oltre il 10%... ergo, il sistema deve avere un forte eccesso di energia di riserva.

Poniamo un caso simile a quello di bridge anche se non uguale..

un banco batterie formato da 65 batterie da 600Ah... ovvero un accumulo di 78kWh (10.000€ circa)
inverter con potenza di 3kW
consumi di 7kWh al giorno
2200Wp di pannelli fotovoltaici

con queste premesse le batterie vengono usate solo per il 9% della loro capacità

Normalmente tutti i testi parlano di usare le batterie non oltre il 50% delle loro capacità, quindi se dovessimo progettare un impianto che possa fornire questa energia, ma con i parametri d'uso batterie al 50%, l' impianto verrebbe formato da:

un banco batterie con da 65 batterie da 108Ah... ovvero un accumulo di 14kWh (1800 € circa)
inverter da 3kW
7kWh al giorno di consumi
2200Wp di pannelli fotovoltaici

È ovvio che 10.000€ solo di batterie, sono una spesa che pochi possono permettersi, mentre 1800€ diventano più accessibili.
È anche ovvio che un banco da 14kWh usato al 50%, mai potrá durare come uno da 78Kwh usato al 9%.

Con questo non voglio dare contro a nessuno, ne a chi può o a chi non può permettersi certe spese... semplicemente voglio dire che se si ha possibilità minori, bisogna adattare i propri consumi.

Vogliamo fare durare di più la batterie, ma non possiamo comprare un banco enorme?
Allora prendendo un impianto come questo:

banco batterie da 14kWh (1800 €)
inverter da 3kW
2200Wp di pannelli fotovoltaici

...i consumi invece di farli arrivare al 7kWh, dovranno scendere a 1.5kW. :mrgreen:

Ovviamente nelle giornate di sole, l'energia extra che normalmente si butta, può venire usata per accumularla in boiler di acqua calda, oppure per fare macchinate di bucato o stoviglie o altre necessità.... poi alla sera vige i comprifuoco e i consumi devono scendere di brutto, mentre la notte devono cessare del tutto.

Con un sistema del genere delle normali batterie tubolari possono durare come quelle di bridge.
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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da calcola » 10 apr 2013, 15:00

Normalmente tutti i testi parlano di usare le batterie non oltre il 50% delle loro capacità


Il problema è nel valutare la capacità residua, per le prove che ho fatto il valore della tensione da solo serve a poco.

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Bridge » 10 apr 2013, 15:51

Hal9000 ha scritto:Se l'impianto è ben dimensionato consentendo un eccesso di energia dal lato fotovoltaico in modo da garantire lungi tempi di permamenza delle batterie alla tensione di fine carica è probabile che tutti questi fenomeni hanno il tempo di assestarsi, ....


Bravo Hal, .....è "questo" il nocciolo della questione, ...è tutto qui, ... è l'elemento CRUCIALEe su cui basarsi senza tentennamenti pensando anche ad un sempre possibile up-grade "coerente" tra parco FV ed accumulo.-

Trovare un'equilibrio tra la disponibilà energetica dell'insieme FV ed accumulo, """senza la possibilità di recuperare il surplus""", è molto difficile e si va certamente verso un decadimento del rendimento globale, complessivo dell'impianto.- Per questa ragione dimensionando "giusto giusto" il FV in rapporto all'accumulo, si riduce la plusvalenza energetica, MA si va incontro ad una "carenza" di input nelle giornate non favorevoli, al contrario ...eccedendo ....si "spreca".- E' un pò come la coperta corta, tiri da un lato e ..........-
Ecco la ragione del regolatore
http://offgrid2.altervista.org/viewtopi ... =120#p7002
realizzato con attenzione massima a quanto sopra e svincolato totalmente dalle batterie, che ha permesso inoltre di allungare la CODA in tensione, del parco fotovoltaico aumentando il numero dei moduli costituente la "serie" e la conseguenza di ciò è di avere una Voc di oltre 240Vdc.-
Questo è il secondo lato estremamente favorevole e vantaggioso.-
Tenere in evidenza che la serie degli elementti stazionari ammonta e 130V nominali che spaziano dai 147V in mantenimento sino ai 130V minimi consentiti dal sistema.-
La plusvalenza in tensione viene sfruttata per mantenere il più alto possibile la V del recupero, idoneo ad alimentare direttamente, senza interporre nulla, carichi resistivi tipo boiler ecc.- Questa plusvalenza è benefica anche nel favorire ed aiutare la ricarica nei periodi non favorevoli.-

L'energia recuperata è tanta e ci si rende conto di ciò solo a posteriori e tu Hal .......ne sai qualcosa!.-

IL RAGIONAMENTO SOPRA E' VALIDO ANCHE PER TENSIONI DI LAVORO PIU' CONTENUTE.-

Tornando alle batterie, il beneficio enorme prodotto dal recupero di cui sopra è che le stesse non hanno più l'onere di fornire energia per produrre acqua calda sanitaria e questo è particolarmente importante per la "salute" e la durata delle stesse.-

Così ad "occhio e croce", penso che si possa parlare di un buon 40% in meno e forse anche di più di intervento delle batterie ed in questa situazione si potrebbe pensare anche ad un RIDIMENSIONAMENTO della sua CAPACITA' (Ah) ed anche ad una scelta meno impegnativa nella tipologia, con un'ovvio risparmio economico.-

Comunque son certo che tensione eccessiva, correnti elevate nei due sensi, tensioni al di sotto di determinato valore, numero di cicli carica/scarica, accelerano consistentemente il processo degenerativo citato all'inizio dell'argomento, soprattutto nelle batterie avviamento.-
Se si potesse fare una graduatoria in termini di importanza, metterei la CORRENTE (in/out) al primo posto come elemento da mantenere al più basso valore possibile, privilegiando la serie al posto del parallelo.-
Se posso permettermi, direi che si fa sempre un'errore quando si preferisce mettere in parallelo sia i moduli che le batterie; ...bisognerebbe prima scegliere, nelle possibilità individuali, l'inverter con la tensione piu elevata, minimo 48V e qui basare il FV e le batterie con l'equilibrio di cui sopra.-
Inserisco qui sotto un diagramma per aiutare nella comprensione di quanto sopra poichè non mi è stato mai semplice "decodificare" quanto ho in testa e trasferirlo correttamente nella penna.-
Diagramma2.jpg
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Nel diagramma l'area in rosso rappresenta la parte non utilizzata della caratteristica V/I complessiva della serie dei moduli, che invece con l'impiego del regolatore con recupero viene reinserita nel processo di sfruttamento FV.co.- L'area in rosso si ferma (nel diagramma) a 180/190Vdc, ma è stata aumentata ((la CODA di cui sopra)) aumentando il n° della serie, raggiungendo il valore di + o - 240Vdc, come detto sopra.-
Il tutto secondo il mio pensiero-
Bridge

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da maxlinux2000 » 10 apr 2013, 16:15

calcola ha scritto:
Normalmente tutti i testi parlano di usare le batterie non oltre il 50% delle loro capacità


Il problema è nel valutare la capacità residua, per le prove che ho fatto il valore della tensione da solo serve a poco.


per valutare questo parametro si usa il SOC che misura la corrente IN/OUT, fornendoti un valore sufficentemente corretto circa la carica reale delle batterie.

siamo sui 150 euro circa

Immagine

http://en.wikipedia.org/wiki/State_of_c ... ion_method
Cogito, ergo NO SUV !!

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Bridge » 10 apr 2013, 16:20

Mentre stavo preparando questo testo mi sono accorto del messaggio di OffGrid che invito a leggere il post sopra ed anche:
Bridge ha scritto:Così ad "occhio e croce", penso che si possa parlare di un buon 40% in meno e forse anche di più di intervento delle batterie ed in questa situazione si potrebbe pensare anche ad un RIDIMENSIONAMENTO della sua CAPACITA' (Ah) ed anche ad una scelta meno impegnativa nella tipologia, con un'ovvio risparmio economico.-

Penso che molti di noi hanno parallelato sia i moduli FV e le batterie per avere una tensione nominale di 12 o 24V, e potrebbero facilmente modificare la circuitazione serializzando l'impianto. Basta adeguare l'inverter alla tensione nominale risultante.-
Ciao

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da calcola » 10 apr 2013, 17:01

Offgrid, ricordo di aver già letto in una discussione del dispositivo per il calcolo del SOC, solo che allo stato attuale mi è difficile collegarlo all'esistente senza dover sconvolgere nuovamente tutto il sistema di monitoraggio e gestione. Invece pensavo, non so se sarà veramente significativo, di costruire un diagramma per evidenziare la correlazione tra la densità dell'elettrolito e la tensione per il mio banco batterie, in modo da impostare un valore di tensione corrispondente al 50% della reale carica.
Ho visto che fino a tre giorni consecutivi di nuvolo la tensione rimane sempre sopra i 24V e da misure fatte la densità corrispondente è ancora intorno a 1,23 Kg/L quindi ben sopra il 50%. Solo che desidererei conoscere con precisione il limite oltre il quale non devo spingermi, in modo da gestire consapevolmente le soglie di commutazione. infatti alla commutazione sull'Enel si avvia anche l'alimentatore switching che ricarica le batterie, la giusta soglia di commutazione è importante per evitare di prelevare troppo poco dalle batterie ed avviare troppo spesso l'alimentatore ausiliario.

Al momento va abbastanza bene, l'alimentazione della videosorveglianza non dipende più dall'inverter che così accende solo per alimentare i frigo. Tra l'altro in questo periodo accendono poco quindi... In totale il consumo è di circa 1,5KW al giorno. L'inverter in sospensione consuma...niente.
Ultima modifica di calcola il 10 apr 2013, 17:09, modificato 1 volta in totale.

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Re: DOPO 7 ANNI E 3 MESI TRA BAMBAGIA E CAREZZE.

Messaggio da Bridge » 10 apr 2013, 17:05

Per mettere in risalto quanto prospettato da OffGrid in termini di contenimento economico nell'impatto con le batterie, posto qualche foto che pone in evidenza il fatto che ciò può essere possibile tramite il ridimensionamento della capacità (Ah) dell'accumulo per via di un prelievo energetico notevolmente inferiore, pur mantenendo congrue le necessità della famiglia.-
Quanto sopra è coerente con quanto detto qui:
http://offgrid2.altervista.org/viewtopi ... =460#p9418
Le foto sotto, dalla Sx>>Dx, indicano le temperature dei 2 Boiler (80Lt cadauno) rilevate nell'ora indicata sulla destra.-
Preciso che il valore rilevato è deficitario ciascuno di 3,6°c, per via del punto di prelievo non ottimale per non essere invasivo per realizzarlo.-
DSCF2398 copia.jpg
DSCF2398 copia.jpg (32.06 KiB) Visto 11167 volte

e dopo poco più di un'ora:
DSCF2394 copia.jpg
DSCF2394 copia.jpg (40.67 KiB) Visto 11167 volte

Sono 160 litri di acqua che al raggiungimento di circa 50°, i rispettivi termostati interverranno disattivando le rispettive resistenze.-
E qui ...casca l'asino!!, poichè in condizioni ottimali (rare sinora per fortuna) inizia ad esserci un marginale surplus, se non viene recuperato in qualche modo.-
E' da pensarci sù.-
Bridge
Ultima modifica di Bridge il 10 apr 2013, 17:20, modificato 1 volta in totale.

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