Ce la proposero nel 2001 i vecchi proprietari, due anziani paesani emigrati in Canada subito dopo la II° G.M. Se ne disfecero per un prezzo molto equo, insieme a circa 1500m² di terreno adiacente dietro, visto che i loro figli nati e cresciuti là non erano interessati a venire in Italia e a quanto avevano quì.
Purtroppo all'inizio dei lavori non prendemmo foto, solo più tardi mia figlia si fece venire "il pallino" della documentazione fotografica dei lavori casalinghi, da tenere per una sorta di "Diario Storico" della nostra proprietà.

Il tetto in coppi, travi e travetti in legno, trascurato per oltre mezzo secolo in parte era crollato all'interno, permettendo che l'acqua piovana rovinasse una parte dell'intonaco. Per fortuna le mura erano rimaste riparate dai coppi traballanti che c'erano rimasti sopra, per cui erano (e sono tutt'ora) rimaste solide.
La prima operazione fu quella di scoperchiare tutto, raccogliere i coppi rimasti intatti e conservarli per riutilizzarli, sgombrare il legname ormai fradicio e i calcinacci, e ripulire il tutto.
Questa è la foto di come si presentava in quel momento:
Una casa bombardata.....

Naturalmente (e come al solito....) ero a corto di soldi, ma il lavoro andava fatto subito perché durante le prossime piogge invernali si sarebbe riempita d'acqua, e in quel caso addio vecchie mura in calce e pietra, addio (ultimi) soldi spesi per acquistarla. Oltretutto erano soldi accumulati per altri lavori abbastanza necessari anche quelli, e purtroppo rimandati ad anni successivi. L'acquisto di quella casetta fu l'ultimo tassello del "puzzle" che era diventata la nostra casa dopo lo "smembramento" fatto circa un secolo fa dai vecchi proprietari tra i loro eredi, non acquistarla avrebbe significato dover permettere ad estranei acquirenti di transitare a loro piacimento nel nostro giardino e nel nostro cortile, cedendo le solite "servitù" e i soliti permessi, con quello che tutto ciò comportava......
Così ci "rimboccammo le maniche" letteralmente e facemmo il lavoro da soli. Fortunatamente si andava verso l'estate, così oltre a me e mia moglie ("mastro" & "Manovale"

Rivolgendomi al nostro "solito" (spieghero poi il perché di "solito) amico geometra mi feci spiegare cosa si doveva fare e come, un po' di pratica precedente e molta inventiva unita ad un pizzico di fantasia ci permisero di fare il lavoro.
La prima cosa naturalmente fu realizzare un'impalcatura su cui lavorare con un minimo di sicurezza.
Le due "torri" di ponteggio erano in prestito, rispettivamente ognuna da un vicino differente. Per fortuna coltiviamo rapporti di buon vicinato un po' con tutti, e spesso ci si aiuta reciprocamente, o si tollera qualche disagio o un po' di rumore scaturito dai bisogni altrui. La parte in legno (tavole tavoloni e travetti) invece mi toccò acquistarla. In piccola parte ce l'ho ancora, ci ho realizzato e ci realizzo alcuni lavori in legno che servono per casa.
Il tetto ovviamente è stato rifatto in cemento armato, con il cordolo sopra le mura e con le due pendenze in solaio di travetti prefabbricati e pignatte, abbondando di rete elettrosaldata e ferri delle dimensioni prescritte. A quasi una quindicina d'anni di distanza, inframmezzati da diverse scosse di terremoto, il tutto non ha fatto una piega, per cui ritengo che il lavoro lo abbiamo fatto in maniera decente.
Quì sotto un primo lavoro di armatura.
Purtroppo poi i ragazzi tornarono in università e a me non venne in mente di fare altre foto durante i lavori, per cui ho solo questa foto a lavoro totalmente finito.
Come si vede dalla luce nella foto, siamo già ad autunno inoltrato.....

Il cemento ovviamente fu fatto venire con betoniera e pompa, visto che l'accesso è possibile solo dalla parte posteriore e che li l'altezza è di due piani.
Sul solaio in cemento c'è stato fissato dell'ondulato in fibrocemento, su cui sono stati posati i coppi, quelli sottostanti fissati fila per fila con l'apposita schiuma di poliuretano, quelli superiori fissati "una tantum" ogni due o tre file, in modo che non scivolassero col tempo nelle grondaie. Le gronde sono in rame, per cui fatte "una volta sola".....
Nel frattempo era stato anche riparato e rinforzato il ponticello di accesso alla porta e ristrutturato l'arco in pietra dell'uscita posteriore. In origine le pietre che lo componevano erano spostate e non combaciavano più alla perfezione, rischiado di cadere in testa a qualche malcapitato che ci passava sotto, oltre tutto la malta in calce che le teneva insieme era praticamente scomparsa corrosa dalla pioggia e dagli anni, per cui dovetti rinforzare l'arco e il muro che lo reggeva. Alla fine però sono rimasto soddisfatto di come ci era venuto il lavoro.
La foto m'è venuto in mente di farla diverso tempo dopo la fine del lavoro, per cui le pietre durante l'inverno grazie alle abbondanti piogge si erano "ricolorite" di muschio, anche perché quel lato lì è esposto totalmente a nord e il sole ci batte ben poco....
L'arco visto di sotto.
Sulle foto nella discussione sulla scalinata si vedono le ringhiere sul ponticello e il cancello stile "Colosseo" che chiude l'arco. Quella in pratica è "l'uscita posteriore" che da sul terreno adiacente e il bosco posteriore, da cui purtroppo entrerebbe ogni sorta di animale famelico a razziare il nostro orticello.

In pratica la discussione sulla casetta è terminata, MA..... Come si può vedere nella seconda e nella terza foto, sull'estremo lato destro, era in corso un altro lavoro.....

Si tratta di un lavoro di rinforzo al muro posteriore della casa, in quanto rovinato dal tempo e dall'orina degli animali ricoverati nell'ultima stalla in basso all'interno della base del muro. Anche in questo caso al momento dell'acquisto (altro "parente" dell'altro continente.....


Anche quì con le "maniche rimboccate" e una concisa e dettagliata descrizione di cosa si doveva fare, ci siamo messi al lavoro.
Cordolo di "fondazione" interno per tutto il perimetro della stalla, ossia la stanza più in basso di quel lato della costruzione, con ferri passati attraverso i muri perimetrali, collegati al cordolo esterno "di spinta". Un grosso trave alto 120cm e largo 60, con dodici grossi ferri tenuti insieme 4 a 4 da staffe poste a 25cm l'una dall'altra. Mi spiace che anche di questo lavoro ho poche foto.
I muri sono portanti, e forunatamente poggiano sulla roccia, perciò tutta l'opera di rinforzo poggia su di essa, per cui lavata con acqua a pressione (pompa elettrica da 1CV e acqua della cisterna del cortile) tutta la terra, la polvere e le sporcizie varie, il cemento ci risulta "incollato" sopra.
Anche in questo caso nel frattempo abbiamo "ballato" spesso e volentieri, e non si è "mosso" niente.
Il cordolo interno è stato gettato a mano: 37 betoniere (quella che si vede nelle foto) di cemento impastate tra il 5 e il 6 gennaio del 2000, con una temperatura che faceva gelare il sudore fuori dalle maglie (ma il freddo chi lo sentiva....), mentre per il cordolo esterno abbiamo ordinato due betoniere dalla centrale di betonaggio più vicina. 14m³ circa.....
Nella foto sotto si vede il lavoro allo stato in cui era mentre riparavamo la casetta.
L'altrezza del trave esterno coincide con quella del trave interno e riempiono completamente il vuoto lasciato dalle pietre sfilatesi dal muro, che risulta inglobato nella gettata, come una vera e propria fondazione.
Invece di fare la cassaforma in legno intorno ai ferri per contenere il cemento, feci un muro abbastanza sottile in pietre, così gettando il cemento s'è bloccato tutto insieme e conserva l'aspetto "antico" come se fosse un lavoro "d'epoca".
Nella foto successiva in parte si vede il muro fatto e il "bastione di rinforzo " che copre la rete elettrosaldata, e in pratica serve più che altro a coprirla, anche se fa il suo lavoro anche lui....
Uno scorcio da un'angolazione differente, si vede anche il tetto della casetta finito con il comignolo che spunta da sopra. Nel comignolo ci finisce il tubo della stufa che uso per riscaldarmi durante le giornate fredde passate in laboratorio per gli "hobby invernali".

A destra della foto si intravede che il cemento su quel lato è stato contenuto il più possibile perché sporge sulla proprietà dei nostri vicini. Sono stati gentili e compiacenti nel permetterci di occupare circa 40cm del loro spazio, ma naturalmente se "andava giù" la nostra casa..... La loro non sarebbe rimasta in piedi.

La foto successiva è fatta con il cellulare, non è molto buona e mostra soltanto qualche riparazione fatta in seguito.
A distanza di tempo il lavoro si presenta così:
L'aspetto antico della costruzione è rimasto intatto, il lavoro di rinforzo si è dimostrato all'altezza dele suo compito, ma non si vede. Un po' come il trucco del presitigiatore.....

Molti lavori di riparazione attorno sono iniziati ma non portati completamente a termine, i miei tempi sono "biblici" per dirla come dice Dolomitico, rimane ancora un sacco da fare, ma forunatamente i lavori "grossi" dovrebbero essere terminati.
Poi, come diceva la buon'anima di mio suocero: -Qualcosa rimane anche per "chi resta".....-

Per qualsiasi domanda o curiosità, sono quì.