Aspetta che mica ho finito....
se aumenti le sezioni, aumenti gli spazi nocivi, se le riduci aumenti le perdite...
Aggiungo: La maggioranza degli stirling "seri" sono pressurizzati a pressioni anche importanti... allora nello scambiatore caldo abbiamo dentro il gas a mettiamo 200 bar e 600 centigradi (oggi mi sento buono...), fuori il fluido di riscaldamento, che sarebbe meglio fosse un liquido, per ridurre le dimensioni dello scambiatore... nel mezzo ci sta il metallo dello scambiatore.... che più sottile è, meglio funziona lo scambio... allora se "fuori" c'è la pressione atmosferica lo scambiatore deve reggere 200 bar ad alta temperatura in sicurezza... allora ci vogliono spessori importanti (e volumi!= spazio nocivo, calo di rendimento), oppure tutto il sistema del fluido caldo lo mettiamo sotto pressione, anche lui a 200 bar. Ma allora, da qualche parte c'è un altro scambiatore...
Sono sempre sotto precetto della padrona... ci sentiamo poi...
C'erano in corso i festeggiamenti per un collega di mia moglie, Professore molto amato dagli studenti... I colleghi e gli studenti hanno organizzato una festa a sorpresa in una piazza del centro, con tanto di palco e orchestra (cantante e chitarrista un preside, gli altri non so...) hanno riempito la piazza!
Perdite di carico = Attrito del gas/fluido contro le "pareti" dei condotti di trasferimento. Aumenta con la velocità e la densità del fluido usato.
Sbaglio?
Si possono aumentare le sezioni di passaggio, ma oltre un certo volume da spostare poi non intervengono le inerzie?
Se aumentiamo le sezioni di passaggio aumentano gli spazi nocivi e cala il rendimento, l'inerzia del gas ci interessa marginalmente, gli spazi nocivi e le perdite di carico hanno effetto molto più immediato...
Aspetta, frena. Hai scritto che gli scambiatori di calore sono posti nel condotto che mette in comunicazione le due camere. E nello stesso tempo bisogna ridurre al minimo gli spazi morti. Un bel mal di testa. Non hai, per caso, qualche disegno ? Certo che conciliare queste due esigenze....adesso inizio a capire perchè lo Stirling non è per niente facile.
Insisto: chi ha detto che era facile? fare un impianto solare serio non è facile, non è facile mettere su una produzione di pellet... non esistono pranzi gratis... Non è facile ma è fattibile e per certi usi può essere vantaggioso... Non fa parte del mercato di massa perché quando è diventato fattibile i motori a combustione interna avevano occupato il mercato e i vantaggi non giustificavano i massicci investimenti. Sta tornando fuori ora perché ci sono settori sempre più vasti e strategici in cui i motori a combustione interna non possono dare risposta..
Poi trovo i disegni... Ogni Stirling è progettato per un uso specifico e ha una sua specificità. Nell'alfa una struttura tipica è un tubo che unisce le due testate e che contiene, uno dopo l'altro, scambiatore caldo, rigeneratore, scambiatore freddo. Nel Beta spesso tutta la struttura è una sorta di camicia intorno allo spazio dove si muove il displacer. Qualcuno ipotizza motori di tipo alfa con le teste contrapposte (e gli scambiatori nel mezzo) e due alberi a gomito connessi da una trasmissione meccanica, un Alfa può anche avere i cilindri paralleli (come la vecchia 500) e l'albero a gomiti con le due manovelle a 90 gradi, ne risulta una configurazione compatta in cui gli spazi nocivi sono ridotti al minimo...
Nei motori che usano come sorgente calda una caldaia in cui brucia qualcosa, lo scambiatore può assumere anche la forma di una struttura metallica che conduce direttamente il calore dalla fiamma al gas, in questo caso il problema rimane lo spazio nocivo che è quello fra le alette...
Paolo