Le plantè non sono neanche loro oro colato come per tradizione se ne tende a parlare, come anche le nichel ferro, quello che volgio dire è che a volte studiando analiticamente un progetto e facendo delle prove pratiche ci si rende conto che molte informazioni che circolano sono diventate più delle tradizioni, dei miti che delle informazioni oggettive e reali.
Nello specifico le plantè, a mio avviso, condividono ancora alcuni dei difetti delle faurè, le piastre si sfaldano perdendo materia attiva che si deposita sul fondo divenendo inerte per tutti gli anni a venire e se le piastre sono troppo vicine le scaglie che si staccano corrono il rischio di fare ancora corti.
Per esempio mi pare di capire che si vuole realizzare le plantè con delle piastre di piombo alettate molto fittamente da affaciare una di fronte all'altra, quindi se ci ragioni sopra capirai benissimo che gli ossidi che si formano sulla positiva essendo molto friabili ad ogni ciclo di carica e scarica pezzetto dopo pezzetto, scagliettine e polveri si distaccheranno e cadranno sul fondo e a me questo fenomeno non mi piace perchè che senso ha comprare piombo, metterlo dentro e poi aver paura di fare una ricarica bella forte sapendo che si staccano scaglie che vanno sul fondo e li ci restano per i prossimi 40 anni a fare niente? un peso morto, a lungo andare i depositi cresceranno a dismisura, ma è tutto piombo pagato che diventa passivo, io invece voglio tenere tutto il piombo nella batteria bene nella sua sede a contatto elettrico che continui a lavorare per mè fino alla fine

Guardate le foto di questo mini plantè che avevo studiato e tartassato per bene prima di arrivare alle mie conclusioni, noterete gli accumuli sul fondo di sedimenti di piombo staccatisi dalle piastre, e considera che quell'elemento avrà fatto solo una cinquantina di cicli:

Inoltre c'è il problema dei corti, tenendo le piastre vicine le scaglio che si staccano potrebbero far toccare le due piastre, di fatti la mini cella plantè che vedi in foto del mio esperimento dopo 1 anno è andata in corto per via dei detriti in caduta libera tra un foglio di piombo e l'altro.
Inoltre per avere una discreta capacità non si può esagerare con lo spessore delle piastre perchè ne vanno fatte tante da collegare assieme, quindi una piastra di 3-4mm che viene corrosa da emntrambi i lati su cui grava tutta l'usura chimica credo che nel giro di 20 anni inizierà a bucarsi e a cadere a pezzi.
Poi c'è il problema delle saldature, l'idea di fare tante piastre ti obbliga poi a doverle saldare assieme per uscire sul polo e i punti di saldatura sono sempre i primi che cedono, sono i punti deboli anche delle commerciali.
Alla fine se ci ragioniamo su un attimo capiremo che una piastra di piombo piena per diventare plantè deve essere formata in modo tale che un certo spessore da un lato e dall'altro venga corroso e diventi materia attiva, ma scusatemi un anima di piombo con attaccato materia attiva sui lati non è la stessa cosa di una faurè? cosa cambia? ci hai messo tipo 200 cicli di carica e scarica a formarla, ma alla fine sono sempre ossidi attaccati in modo precario ad una piastra verticale di piombo senza alcun sostegno che li tenga in posizione, almeno sulle faurè gli ossidi sono a pellets pressati dentro una griglia che presenta una rugosità, un adreenza maggiore a contrappore la forza di gravità che li attira i friabili ossidi positivi verso il basso, in una plantè la superfice è persino più liscia, e qualsiasi rugosità che pensiamo di creare sulla superfice del piombo si trasformerà in ossido di piombo in poco tempo.
Per questi ed altri motivi ho ricercato altre soluzioni, quella dei secchi è il risultato di circa 4 anni di prove e riprove, di domeniche passate chiuso in garage a costruire, smontare, colare, caricare e scaricare su decine e decine di prototipi diversi, ad oggi quella a secchio è risltata essere il miglior compromesso tra facilità costruttiva e prestazioni.
Io sono convinto che il trattenimento meccanico delle materie attive (ossidi) sia la soluzione migliore, inoltre in questo modo riesci a fare un singolo elettrodo in colata unica che esce fino al polo esterno senza saldature, poi essendo bello spesso ed avvolto dagli ossidi verrà corroso molto meno e vivrà probabilmente più di noi

Per riassumere, questi sono i DIFETTI che voglio ELIMINARE dalle batterie e che stò perseguendo con il progetto delle cilindriche o qualsiasi altro che ne deriverà:
- sfaldamento materie attive / ossidi
- depositi di sedimenti che diventano un peso inerte
- straificazione acido
- corrosione prematura griglia positiva
- corti circuiti
- dilatazione piastre per eccessiva scarica
- sensibilità alle scariche profonde
- impossibilità di effettuare manutenzione
- complessità costruttiva
- saldature / giunzioni interne in ambiente acido corrosivo
- elevati costi dei contenitori e accessori costruttivi
- riduzione ossidi di piombo di recupero