Ciao mac-giver,
il ciclo di carica su batterie ad elettrolita liquido dovrebbe arrivare fino a 28,8V per poi mantrenersi su questa tensione dalle 2 alle 4 ore per effettuare una carica completa se possibile ogni giorno, facendo questo ed evitando di scaricarle sottoil 50% della loro capacità (la tensione non è indicatore bisogna calcolare gli amper in entrata ed in uscita come il bilancio in banca) e poi non lasciare le batterie parzialmente scarice per più di 5-7 giorni, queste 3 cose assieme evitano una solfatazione veloce delle batterie.
Ma a lungo andare il solfato nelle batterie cresce perchè si scristallizza, in forma amorfa appena generato dope aver prelevato corrente è ricaricabile con una semplice corrente cotinua, ma piano piano anche con le migliori abitudini alla fine lentamente si forma la forma cristallina non più riconvertibile con normale corrente DC, in quel caso serve un desolfatatore che lanci rilasci induttivi sulle batterie per elettrizzare il sale di piombo e acido solforico (solfato) cristallizzato che è elettricamente poco codnuttivo per non dire isolante!
Poi una volta ogni 2-3 mesi o dppo una scarica profonda bisognerebbe fare una equalizzazione a 30V, ad ogni modo le tue batterie, se ho capito bene, sono di tipo sigillato al gel, quindi non puoi fare l'equalizzazione e non puoi portare la tensione di carica troppo in alto perchè succede che nella fase finale di ricarca a fondo parte dell'acqua si dissocia in ossigeno e idrogeno per elettrolisi e nelle batterie al gel viene persa senza che tu possa rimetterla dentro, al contrario di quelle ad elettrolita liquido in cui puoi aggiungere acqua distillata a piacimento.
Quindi in coclusione le battrerie al gel sigillate non vanno bene per impianti ad isola perchè se le carichi bene a fondo le secchi lentamente, se non le carichi a fondo per non seccarle le solfati.... cosa scegliere?

La batteria cilindrica che stò provando a costruire è a basso regime di corrente, ovvero è ideata per cariche e scarice molto lente, non avendo mille piastrine sottili come fogli di carta tutte parallele l'una sulle altre schiacciate dentro un minuscolo vano come le batterie commerciali la resistenza interna sarà molto alta, ma nell'accumulo stazionario per alimentare casa il problema non è avere correnti di spunto del 400% della cpacità di batteria, ben sì si tratta di mettere via energia per una settimana in genere, e questo comporta capacità molto elevate del tipo 1000-4000Ah, ma essendo che tali capacità devono durare per un arco di minimo 5 giorni capicari che la scarica avviene in 24*5=120 ore minimo, quindi se l'elemento si dimostrerà avere una cpacità di 100Ah abdrà scaricato con massimo 1A, se si dimostrerà avere 300Ah il limite sarà 3A.
Il problema qui è diverso, non facciamo un banco di accumulo da 1000Ah per prelevare 4000A tutti in una volta, non dobbiamo accendere il motorino di avviamento dell'enterprice, dobbiamo solo mettere in piedi una elevata massa di piombo spugnoso in gradi di assorbire chimicamente quanta più energia possibile per poi consumarla piano piano.
In quest'ottica fare tante piastrine parallele sottili a livello pratico fai-da-te è molto laborioso e tedioso e i risultati possono essere scadenti, anche perchè altri due fattori importanti sono avere una batteria robusta che dura una vita, quindi tutte le parti in piombo belle spesse, pesanti ed ingombranti, e poi evitare nella maniera più assoluta i corti circuiti, per quello che tengo ben distanziate le parti positive da quelle negative, per mè le piastrine tutte schiacciate assieme delle batterie commerciali sono un aborto di soluzione, è ovvio che vanno in corto, è scontato, pensate che nella prima metà del '900 le prime batterie faurie con piastre a contatto tramite separatori che furono costruite vennero etichettate come fallimentari e il motivo era che dopo SOLI 100 cicli andavano irrimediabilmente in corto e oggi sono diventate lo standard insustriale, la bibbia delle batterie, anche quelle più belle tubolari o a piastre spesse come le torjan, hanno tutte le piastre "pressate" una sull'altra dentro quei contenitori angusti con questi stupidi separatori in gomma microporosa.
Tutto questo solo per avere elevate capacità iniziali in poco spazio e poco peso, ma a che prezzo? batterie che durano 10-15 anni invece che 50?
Beh io faccio la mia scelta, preferisco una batteria che pesa 6 volte di più, che ingombra il quadruplo dello spazio e che ha una resistenza interna 10-20 volte più elevata, ma che la posso maltrattare e mi seppellisce, voi no?
Alla fine ho scoperto che non è un problema di chimia ma solo un problema di geometria costruttiva e marketing che impedisce di avere sul mercato delle batterie che durano una vita, ovviamente parlo di applicazioni stazionarie.
Per concludere e rispondere alla tua ultima domanda, nello specifico questo prorotipo di batterie cilindriche avranno una resistenza interna molto elevata e se scaricate con correnti tropoo elevate daranno una capacità molto inferiore alle loro potenzialità, ma se si dimostrano funzionare bene il punto non è averne 6-12-24 di questi elementi, ma ben sì tante strignhe di questi elementi poi in parallelo a formare una elevata capacità totale dimensionata su 100 la massima corrente che preleveremo, questo è l'accumulo giusto necessario ad un impianto off-grid!
Questo è solo uno dei tanti prototipi che ho provato a realizzare nell'arco di 3-4 anni, ma di tutte le soluzioni provate fino ad ora è quello che si è dimostrato più facile e veloce da realizzare, si percho non bisogna solo realizzare una batteria "perfetta" per uso stazionario ma deve anche essere qualcosa di facile realizzazione perchè visto che non basta farne 1 ma bisogna farne 48-72-144 di queste celle ci deve essere una procedura semplice, veloce e facilmente ripetibile.
Non ho più avuto tempo di proseguire la realizzazione, per ora è lì tutto fermo ma forse con qualche giorno di ferie....