Abbiamo la soluzione alla solfatazione, i desolfatatori vari oppure le carichiamo con tensioni maggiori, ma non c'è nulla che possiamo fare se dentro tutto è andato in corto circuito o si è sgretolato, beh a parte comprarne di nuove

La soluzione per un accumulo stazionario durevole nel tempo sarebbe molto semplice:
1) piastre molto spesse in modo da durare una vita per esempio 1cm
2) trattenere gli ossidi al loro posto con materiali inerti come la plastica
3) evitare di mettere qualsiasi materiale tra positivo e negativo su cui possano depositarsi ossidi e polveri di piombo
Sfortunatamente non ho ancora trovato nessuna ditta che costruisce accumulatori con queste semplici caratteristiche, per cui se uno accetta il fatto che le batterie piombo-acido solfatano se non ricaricate il prima possibile per lo meno può risolvere gli altri problemi più gravi con il fai-da-te.
Se avete già letto la discussione sulle batterie cilindriche sapete già di cosa parlo, i concetti base sono sempre gli stessi, ma visto che Dolomitico saggiamente in un altra discussione risollevava uno di questi ormai ben noti problemi delle batterie commerciali mi pareva giusto illustrare i concetti con un paio di foto su come dovrebbe essere una batteria che dura una vita senza bisogno di usare materiali esotici come il litio e il cobalto ma un banale piombo e acido solforico assemblati con l'intento di durare:
2V 100Ah
corrente di scarica 2A tensione finale 0V
corrente di carica 10A tensione finale 2,7V
corto circuito 80A nessun danno

2V 70Ah
corrente di scarica 6A tensione finale 0V
corrente di carica 15A tensione finale 2,7V
corto circuito 130A nessun danno


La prima versione è più veloce da realizzare e costa meno perchè non si usa il tubo pvc per le tasche e ha 30Ah in più, ma la seconda versione sarebbe più facile da smontare per eventuali manutenzioni/riparazioni, basta sollevare le piastre ed estrarle inoltre la corrente che erogano è maggiore ma si perde capacità.
Si potrebbe aumentare la capacità senza sacrificare la durata ma il progetto si complicherebbe e nel caso uno volesse realizzarne centinaia e centinaia è bene fare in modo che la singola cella sia veloce da realizzare.
Si potrebbe ridurre lo spessore della piastra negativa ma credo che sia meglio tenerla così perchè ho provato a caricarle al contrario e dopo 2 cicli ergoano la piena capacità anche al rovescio, per cui pensavo se mai il positivo dovesse assottiliarsi dopo molti anni basterebbe caricarle ed usarle al contrario sfruttando altrettanti anni consumando l'altra piastra.
Per quanto mi riguarda mi fermo qui con la sperimentazione Pb non mi pare ci sia altro da indagare oltre, se mai adesso è ora di realizzazione, ma prima pensiamo alla salute, se le NiFe cinesi si dimostrano funzionare bene e non hanno il problema della solfatazione perchè perchè passare tanto tempo a lavorare con sostanze poco salutari quando si potrebbe investire sulle NiFe e salvaguardare la salute?

VS

Ovvio che le NiFe vengono a costae molto di più delle Pb fai-da-te ma la salute ha prezzo?