INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 10 feb 2013, 12:19

Bridge ha scritto:Una precisazione:
Io penso che la realizzazione "casereccia"di un convertitore sia utile SOLO se supportata da una tensione sufficientemente alta, ....MINIMO 48>60Vdc e questo oltremodo facilita anche il dimensionamento del trasformatore.-
Bridge

Concordo, specie se di potenza elevata. ;)
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 10 feb 2013, 14:45

allora dovró aspettare... non ha senso mettere insieme un inverter da 48-96V, e non avere le batterie ne il regolatore adatto.
In ogni caso, sarebbe interesante andare avanti lo stesso con la progettazione del trasformatore... minimo 48V... giusto? sopra questo valore andiamo fuori dallo standard commerciale e quindi sarebbero pochissimi che lo replicheranno, invece a 48V....facciamo un 2kVA a 48V? Che ne dici bridge? Pensi che si possa fare?

sono 45A max sul primario... sono troppi?

Codice: Seleziona tutto

CTR: Calcolatore di Trasformatori - Vers. 0.3
=============================================================
Potenza VA Sec.: 2000-2999                 (Tabella 3)
Perd. Watt min.: 6%   Rend. Min: 0.94
Perd. Watt max:  5%   Rend. Max: 0.95
Ki consigliato:  1.6
=============================================================
VA trasformatore: 2000 VA
V Primario: 48 Volts
V Secondario: 325 Volts
Frequenza: 50 Herz
-------------------------------------------------------------
Ks: 1.35
Ki: 1.6
B: 0.8 We/m²
Sezione netta Nucleo (Sn): 60 cm²
C: 77 mm (Tabella Unel)
o: 2.2 Ampere/mm²
n (perdite): 6%
-------------------------------------------------------------
Numero Spire Primario: 45.07
Intensità Primario teorica: 41.66 A
Intensità Primario reale (+6%): 44.15 A
Sr rame Primario: 20.06 mm²
Diametro rame nudo Primario: 5.05 mm
-------------------------------------------------------------
Numero Spire Secondario (+5%): 320.41
Intensità Secondario: 6.15 A
Sr rame Secondario: 2.79 mm²
Diametro rame nudo Secondario: 1.88 mm
-------------------------------------------------------------
Per questo trasformatore servono 120 lamelle UNEL con C:80
=============================================================
C:80   A:480   B:40   D:120   P:200   L:240   a:480   A:480
=============================================================

PRIMARIO__: Serve una piattina di sezione 20.06 mm²

Nota: Ampliare informazioni appena disponibile la tabella Piattine

=== SECONDARIO ==============================================
Sr(sezione mm²): 2.79   (Sezione teorica calcolata)
Sr(sezione mm²): 3.14   (Sezione commerciale approssimata)
f(nudo mm):    2.00
f(isolato mm):    2.08
Peso (gr/metro): 27.928
=============================================================

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 10 feb 2013, 21:23

Per quanto mi riguarda, ho scelto la tensione di 64V perché avendo 10 pannelli da 36 celle, e mettendoli in parallelo-serie in due serie da cinque pannelli, con buona probabilità non mi servirebbe il regolatore......
Ma andiamo avanti.

Quì sotto ho messo lo schema di un trasformatore con primario avvolto in bifilare, ossia con due fili uguali appaiati.

Immagine

I disegni sono tutti fatti a mano su carta a quadretti, ve li beccate così, che non so usare programmi di grafica in modo decente. Ma tanto l'importante è che si capiscano....
Il primario ovviamente è quello di sotto, disegnato con due linee di colore differente per far "vedere" i due fili. Il secondario, in questo caso a tensione maggiore, è quello sopra. Le linee in mezzo sono il simbolo del pacco di lamelle del nucleo.
Questi due avvolgimenti debbono essere collegati in serie, ma alimentati nel punto di collegamento centrale di entrambi.
In pratica si prende l'inizio di uno e la fine dell'altro e si collegano insieme, poi in quel punto si collega la sorgente di Corrente Continua che alimenta l'inverter.
Per chiarire:

Immagine

Elettricamente in pratica sono collegati in serie, così:

Immagine

Questo si chiama "collegamento in controfase", ossia "push-pull" in inglese. "Controfase" perché la corrente scorrerà alternativamente dal centro verso destra o dal centro verso sinistra, magnetizzando il nucleo alternativamente in un modo o nell'altro proprio come la corrente alternata.
Per far questo naturalmente occorrono dei semicondutttori di potenza, che commutano alternativamente ora una ora l'altra metà dell'avvolgimento.

Immagine

Questo sopra in pratica è lo schema di principio di un inverter in controfase ad onda quadra.
Ho disegnato approssimativamente dei mosfet di potenza, ma potrebbero essere Transistor o IGBT, lo schema di principio rimane lo stesso.
Come si vede il segnale di pilotaggio in ingresso è in opposizione dei tempi: quando uno è in conduzione l'altro è interdetto, e viceversa. Sulle due metà del primario scorreranno delle correnti ON-OFF praticamente quadrate. In realtà sugli spigoli delle onde quadre sarebbero presenti dei picchi di commutazione, poi non sarebbero proprio "quadrate" ma leggermente trapezoidali e con qualche probabile distorsione, ma al momento questo non è importante.
In uscita dal secondario, come si vede dal grafico che ho messo in alto, avremmo un'onda quadra con valore massimo pari alla tensione del primario moltiplicata il rapporto tra le spire dei due navvolgimenti.
Nel caso specifico di cui sopra (quello a 12V) avendosi 16 spire al primario e 447 spire al secondario: 447/16 dà un rapporto tra le spire di circa 28 che moltiplicato per i 12V di alimentazione ci da al secondario quella famosa tensione di 325V massimi.
A questo punto bisogna inserire il fatidico sistema di filtraggio per rendere quanto più sinusoidale possibile quelle onde quadre.
Premetto che quello che ho buttato giù è uno schema di filtraggio di principio, che probabilmente è ridondante o comunque solo indicativo.

Immagine

In uscita dal filtro si avrebbero delle onde molto "sinusoidalizzate", se non proprio sinusoidi perfette (ma non servono.....), con valore massimo "ci cresta" ancora di 325V, ma un "valore medio efficace" di 230V, proprio come la corrente di rete.
Ovviamente c'è ancora parecchio da lavorarci su, ma già la realizzazione del trasformatore d'uscita dell'inverter è un grosso passo avanti, e avere un modo per poterselo calcolare è decisamente conveniente.
Il "sistema di filtraggio" in pratica è composto da quella grossa "bobina" avvolta su nucleo ferromagnetico laminato che è stata inserita in serie al polo positivo di alimentazione dell'inverter, con relativo condensatore verso massa al suo ingresso, dal condensatore collegato agli estremi del doppio primario, e dal gruppetto formato dalla doppia impedenza e dai due condensatori posto sull'uscita del secondario.
Questi componenti sono abbastanza critici ma non "impossibili". Immagino ci sia un modo per calcolarli, ma personalmente non lo conosco, andrei per tentativi.
Bridge forse può illuminarci meglio di me, in quanto lui un sistema così lo ha costruito e fatto funzionare.

Si accettano critiche costruttive, suggerimenti ed eventuali correzzioni.
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 14 feb 2013, 19:31

offgrid2 ha scritto:... non ha senso mettere insieme un inverter da 48-96V, e non avere le batterie ne il regolatore adatto.

.....e perchè?.- Basta adeguare la serie della batterie e dei moduli FV alla tensione nominale dell'inverter.- L'unica variabile è il regolatore.-
Se si segue ciò che offre il mercato, è inutile impegnarsi in avventure simili, ..tutto è disponibile e ....con poco!.-

La ragione principale di una scelta simile è motivata dal MINOR SFRUTTAMENTO delle risorse delle batterie che ha come conseguenza diretta una maggior durata della vita e del tempo di scarica delle stesse.-

Belli Ferro i disegnini e la spiegazione sopra, molto esplicativi.-
L'unica cosa che tralascerei è il filtro di uscita vero e proprio, che creerebbe sicuramente difficoltà realizzativa, costo aggiuntivo ed anche funzionale, ma inserirei al suo posto uno o più filtri di rete (EMC.EMI, RFI, ecc.), connessi in serie.- Tutto qui.- Per poter raggiungere una meta prefissata, bisogna essere disposti a rinunciare a qualche cosa.-
L'induttore posto sul centrale del trasformatore è saturabile e serve solamente (per intenderci) come "ammortizzatore" in modo da addolcire l'URTO provocato dall'inserimento a ....."bruciapelo" di carichi ruvidi e distorcenti.- Può essere omesso.- Sono precauzioni e "premurosità" (!!!) che portano sempre benefici e soprattutto ripagano sempre delle attenzioni poste.- Lo stadio di potenza ""ringrazia"" sicuramente.-
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 14 feb 2013, 20:10

Bridge ha scritto:L'induttore posto sul centrale del trasformatore...... ......serve solamente come "ammortizzatore"....... ......Può essere omesso.

Sai che quì non mi trovi daccordo?..... Ossia, solo per metà.
Mi spiego: sul fatto che serva come "ammortizzatore" per impedire i picchi di commutazione, con tanto di ringraziamenti da parte dei semiconduttori di potenza, sono daccordissimo. Su questo non ci piove. Non sono daccordo sul fatto che si possa omettere. Ci "serve". E' LUI che, se ben dimensionato, determina i tempi di salita della tensione durante la commutazione dei semiconduttori. A questo modo i semiconduttori funzionano come semplici "interruttori", proprio come se fossero degli interruttori meccanici on-off (e non scaldano affatto.....), mentre la costante di tempo imposta dall'induttanza (insieme ad altri fattori vari) ne arrotonda le forme. Insieme al condensatore posto in parallelo agli estremi del primario con presa centrale formano un sistema di filtraggio che già da se "arrotonda" parecchio.
Ovviamente, non sono un esperto, e posso sbagliare.....
Purtroppo non conosco il sistema per calcolarli. Se ci fosse uno schema da cui partire, con valori noti, si potrebbe azzardare qualcosa.
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 14 feb 2013, 22:21

OK Ferro,
il tempo di intervento e di "condizionamento" del valore della tensione è limitato solamente dal transitorio imposto dalla reazione dell'induttore ((SATURABILE)) alla richiesta improvvisa di corrente dovuta ad un carico importante e/o distorcente.- Terminato questo istante l'induttore è completamente trasparente, è come se non fosse presente ((a parte il valore ohmico dell'avvolgimento che è trascurabilissimo)).- Non reagisce MAI al ciclo dopo ciclo e non influenza minimamente il normale iter dell'inverter ed è questa la ragione principale della sua presenza.-
Per fare un'esempio:
Prova ad immaginare di dilatare il tempo nel quale un carico importante, un motore, un compressore ..anche di un frigo si avvia.- Ammetti che in quell'istante la richiesta energetica decuplica il valore di targa del motore; è per un'istante una sorta di cortocircuito sull'out dell'inverter, tanto più "veemente" quanto più la tensione di alimentazione è elevata.- Ecco la ragione della presenza dell'induttore saturabile che proprio in quel preciso istante fa sentire la sua presenza mitigando la "ferocia" imposta dal carico.- E' chiaro che si può intervenire in altro modo, per esempio attivando l'intervento della protezione di sovracorrente, ma ciò determina altre problematiche, ed è anche palese che questo induttore fa lievitare il costo dell'insieme.-
Non so se sono riuscito a farmi intendere.- Sei daccordo?.-
Per poter modificare la forma d'onda e renderla sinusoidale, IN questo CASO si deve intervenire solamente dopo il secondario.-
Ciao.

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 14 feb 2013, 22:50

Riprendo poichè sono andato a fotografare l'induttore ed in alto sopra i morsetti con un pò di attenzione si intravede il diodo messo in opposisione di polarità ed un resistore di smorzamento (penzoloni) .-
Mi dispiace che non posso documentarti l'intervento salutare dello stesso per l'impossibilità di scattare la foto nell'istante preciso in cui si manifesta il transitorio, altrimenti ti renderesti conto istantaneamente.-
Ho riutilizzato il nucleo di un trasformatore per saldatrice su cui ho avvolto un'unico avvolgimento di piattina di rame.-.-
DSCF2358 copia.jpg
DSCF2358 copia.jpg (98 KiB) Visto 9101 volte

La foto non è un granchè.-
Ciao ancora.-
Bridge

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 15 feb 2013, 12:01

Un trasformatore da saldatici? Se è di quelli con lamierini "EI" dovrebbe avere il centrale della "E" più corto di qualche decimo..... Per lasciare un minimo di traferro, che serve per accentuare la "caratteristica discendente" della corrente durante la saldatura. I lamierini vengono montati ugualmente in modo alternato, ma a causa di questa conformazione si ha una saturazione agli estremi della colonna centrale. E' per questo che dici "saturabile"?....
Per il resto, cioè pensare al filtraggio, direi che è prematuro. Conviene rimanere sul trasformatore d'uscita, per il momento.
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Maramaldo » 15 feb 2013, 14:00

Caro Bridge ho intenzione di realizzare il tuo inverter, con qualche modifica perchè mi serve non più di un settimo della sua potenza originaria.
Ci sono però alcuni particolari che non mi sono chiari, il primo dei quali é:
Bridge ha scritto:Funziona in questo modo:
un trasduttore rileva la corrente in transito ed ad una determinata soglia impostabile, manda in ON l'inverter, per esempio un frigo; nell'istante in cui lo stesso cessa il suo funzionamento e mettiamo che non ci sia altro carico nel circuito elettrico dell'abitazione, il circuito di controllo mette il convertitore in uno stato di riposo mandando comunque nell'impianto di casa qualche impulso al secondo.-
Nel momento in cui viene inserito un carico oltre la soglia impostata, si verifica la condizione di far saltare sull'attenti l'inverter che inizia nuovamente e puntualmente ad erogare energia.-

Per cui: per accendersi ha bisogno seppure per un breve attimo della tensione in uscita, ma con l'apparecchio a riposo come avviene ciò? L'unico segnale che sembra idoneo alla funzione è in uscita dal pin 6 del 4520. Ed è collegato solamente ad un LED.
Da qui la domanda: che cosa costringe l'invertitore a mandare nell'impianto di casa qualche impulso al secondo?
Poichè non arrivo da solo a capire fino in fondo il funzionamento, ti ringrazio per l'aiuto che vorrai dare.
Maramaldo

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 15 feb 2013, 16:52

Per Ferro:
è passato tanto di quel tempo per cui non ricordo i particolari, ,ma quando rimediai quel trasformatore mi dissero appunto che originariamente era di una saldatrice con filo in alluminio (...mamma mia!), comunque concordo con il tuo pensiero finale.-

""""""""""""""""""""""""""""""
"""""""""""""""""""""""""""""
Per Maramaldo:
Innanzitutto lieto di fare la tua conoscenza e lieto anche del tuo interesse.-
Per la domanda che hai posto, ...provo a dare una spiegazione:
Il concetto del circuito preposto a posizionare l'inverter in modalità Sleep è molto semplice; ...si tratta di predisporre il controllo automatico della tensione di uscita su due livelli e gestirli opportunamente:
Imporre una tensione sufficientemente bassa (PIN10-LM324 e V.SLEEP 47k) da condizionare l'inverter in una posizione di ""instabilità"" che obbliga l'AGC (controllo automatico) a tentare di ripristinare il normale funzionamento, ma una volta avviato riconosce la tensione di OUT, opportunamente scalata (PIN9-LM324), superiore al valore impostato ((livello basso) (di norma circa 20>30Vac in OUT letti sul voltmetro, ...ma non reali)). Questo obbliga nuovamente l'AGC ad inibire il funzionamento per qualche istante oltre il quale lo stesso ritenta ancora e così di seguito.-
Il tutto si traduce in una serie di impulsi che vengono immessi nel circuito dell'abitazione e l'inserimento di un qualsiasi carico che superi la soglia preimpostata (PIN13-LM324), viene "sentito" dal trasduttore di corrente che obbiga il comparatore (PIN13-14-LM324) a scattare portando l'inverter in posizione di funzionamento a regime (PIN14 e TRIMMER 47kOhm) "correggendo" la polarizzazione di un secondo operazionale (PIN9 e 8-LM324).- Il pin 10, tramite il trimmer da 47k dello stesso OPA, determina la tensione di riposo.-
E' una soluzione efficace, funzionale ed estremamente semplice.- Questo dispositivo può essere inibito tramite il ponticello che si trova sopra al pin 12 e 13.- E' utile in fase di messa a punto.-
Forse sarebbe opportuno nominare i componenti in modo da essere localizzati con facilità.- Non lo avevo fatto precedentemente poichè non pensavo avesse un seguito, come del resto un pò tutti i miei trastulli e pastrocchi che poi finiscono in .....!-
Per altri chiarimenti ......sono sempre qui.-
Bridge

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 15 feb 2013, 17:31

sto sempre aspettando che mi diciate come si calcola lo spazio occupato dalle spire di rame :) ... è per il programmino :mrgreen:
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Maramaldo » 15 feb 2013, 20:45

Per Maramaldo:
Per la domanda che hai posto, ...provo a dare una spiegazione:(omissis...)
Per altri chiarimenti ......sono sempre qui.-
Bridge

Bridge, GRAZIE in maiuscolo! per la spiegazione.
E' veramente una circuitazione così brillante da lasciarmi a bocca aperta.
Un altra domanda: anche la limitazione di potenza all'uscita avviene col controllo del guadagno? In effetti sulla linea dei 130 volt non c'è nessuna limitazione, e allora come è che funziona?
Ancora grazie di aver condiviso lo schema e le spiegazioni.
Maramaldo

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 15 feb 2013, 22:47

Per OffGrid2:
Ti ho risposto in MP.-


Maramaldo ha scritto:veramente una circuitazione

E' utile sotto un profilo didattico, ...comunque è preistoria al giorno d'oggi.- L'unica cosa, forse bella, è che ti da la libertà di muoverti come fantasia ti spinge e non si è condizionati da programmi, calcolatori e una volta messo in opera ci si dimentica di averlo.-

Maramaldo ha scritto:anche la limitazione di potenza all'uscita avviene col controllo del guadagno?

No, questa è una versione di molto semplificata che non prevede un controllo hardware della potenza erogata, come già detto qui:
http://offgrid2.altervista.org/viewtopi ... =176#p2426 ,
ma basta inserire sull'out un "normalissimo" limitatore impostato alla bisogna.
Qui è in funzione tarato a 3kW e qualche volta se a seguito di una sbadataggine si supera quella soglia, lui interviene ed isola l'inverter.- Basta riarmalo ed il gioco è fatto.-
L'unica "precauzione" da avere, E QUESTO E' VALIDO ANCHE SE SI E' ALLACCIATI ALLA RETE ESTERNA, è di togliere momentaneamente l'alimentazione al frigo ed al congelatore, poichè se gli stessi erano in funzione nel momento del distacco, hanno difficoltà a ripartire con conseguente intervento della termica di protezione e questo .....non va bene!!.-
A tua disposizione.-
Ciao

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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 16 feb 2013, 12:58

offgrid2 ha scritto:sto sempre aspettando che mi diciate come si calcola lo spazio occupato dalle spire di rame :) ... è per il programmino :mrgreen:

Posso immaginare che cosa ti abbia risposto Bridge per MP..... :mrgreen:

Comunque: se si va a pag.6 del manualetto "Trasformatori_1.pdf" si parla del coefficiente di ingombro "Ki", ossia della quantità effettiva di rame che si riesce a passare nella finestra dei lamierini. Il coefficiente Ki varia con la potenza del trasformatore, come spiegato lì, in quanto più la potenza è bassa e il trasformatore è piccolo, maggiore il numero di spire molto più sottili che si debbono avvolgere. Se per un filo del diametro di un paio di mm lo spessore dello smalto è quasi ininfluente, per un filo di pochi decimi di diametro quello spessore è molto più determinativo. Poi anche i cartocci isolanti per l'avvolgimento non si possono fare di spessori troppo sottili, anche l'isolamento tra primario e secondario (o "secondari"....) influisce, ecc ecc, per cui se per un grosso trasformatore lo spazio della finestra "sprecato" per il volume dell'isolante è minimo, per quelli piccoli è molto di più.

A pag. 6 c'è una lista di coefficenti che varia da Ki=1,4 Per trasformatori da 5Kw a Ki=3 per trasformatori da 10W. Quella lista fu estrapolata da un grafico preso su un vecchio libro, ma secondo me è "ottimista" per quel che riguarda piccoli trasformatori, e "pessimista" per quelli più grandi, anche se rimane una mia idea.

Ritornando al trasfo per inverter da 2Kw a 48V, si vede che Ki sarà di circa 1,5. Il che significa che la superficie della finestra và divisa per 1,5, e il risultato sarà la superficie netta del rame che ci si dovrà avvolgere.
Il lamierino "C" 80 ha la finestra da 4x12cm=48cmq. Diviso per Ki 1,5 sono 32cmq per l'avvolgimento (il resto per l'isolante....) che divisi per due fanno 16cmq per il primario e altrettanti per il secondario.

Per un normale trasfo da rete, con primario 230V e secondario 48V basta dividere il risultato a metà, ossia metà superficie risultante per il primario e l'altra metà per il secondario. In effetti a pensarci bene, il primario ha più spire ma più sottili, mentre il secondario ha meno spire ma più spesse. Moltiplicando gli Ampere per il numero di spire, il risultato sarà uguale.

Nella "Tabella Fili.pdf" i diametri e gli ingombri arrivano solo al diametro di 4mm, per cui con l'intensità di 42A (a 48V) servirebbe un "filo" di 5mm di diametro, che lì non c'è, ma anche ammesso che se ne potessero avvolgere poco meno di 4 spire per centimetroquadro, con 16cmq a disposizione le 45 spire necessarie ci starebbero tutte. Come sicuramente ci starebbero tutte le 227 spire da 2mm di diametro per un avvolgimento da 230V. Perché sempre nella stessa tabella per un filo da 2mm si possono avvolgere 23 spire per cmq, che per 16cmq farebbero 368 spire, molte di più di quelle che servirebbero.
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da maxlinux2000 » 16 feb 2013, 16:28

OK, grazie ermete.... vedo di tradurre in linguaggio di programmazione la tua spiegazione.

Poi vedremo più avanti come adattare i calcoli al trasformatore adatto per questo inverter di bridge. Per ora faccio in modo che il programma funzioni per i trasformatori standard.
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 17 feb 2013, 19:10

Sono riuscito a trovare in rete una tabella con le caratteristiche delle piattine di rame smaltato per avvolgimenti.

Piattine1.pdf
(15.83 KiB) Scaricato 426 volte

Purtroppo ho trovato solo questa (forse cercando in inglese e spagnolo si trova anche dell'altro...) per cui non ho modo di comparare con altre tabelle se siano gli unici formati oppure no. Non c'è un coefficiente di ingobro in spire per cmq, ma per le piattine credo bastino le misure.

C'è anche una tabella dei fili tondi smaltati che arriva fino a 5mm di diametro del filo nudo.

Fili01.pdf
(25.68 KiB) Scaricato 476 volte

Per quanto abbia cercato e trovato molte altre tabelle sui fili tondi, nessuna eccede i 5mm, evidentemente fili tondi così grossi non convengono o non vengono prodotti.

Metto queste tabelle anche nella discussione sui manuali.
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Bridge » 18 feb 2013, 10:38

Sempre preziosi i tuoi interventi, ...Ferro.-

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Messaggio da Ferrobattuto » 18 feb 2013, 13:55

Bridge ha scritto:Sempre preziosi i tuoi interventi, ...Ferro.-

:blushing: :mrgreen:
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Re: INVERTER IN120/155Vdc OUT220AC

Messaggio da Ferrobattuto » 18 feb 2013, 14:32

Il discorso cambia leggermente per un trasformatore da inverter, in quanto il secondario "a 230V", come abbiamo visto andrebbe avvolto per 325V, ossia la tensione di cresta delle semionde della sinusoide, e con quel 5% necessario in più.
Si era detto che la formula (pag. 3 del manuale) estesa per determinare il numero delle spire è:

N=(10.000xV)/(4,44xFxBxSn)

Dove:
F=50Hz
B=0,8
Sn, per 120 lamierini da 0,5mm di spessore, con "C" 80 significa 6x8cm=48cmq

Riscriviamo: N=(10.000x325)/(4,44x50x0,8x48)=381 spire, alle quali ne va aggiunto il 5%, trattandosi del secondario, ossia moltiplicate per 1,05 fanno 400 spire nette.

Si potrebbe usare il solito filo di rame da 2mm di spessore, che nella solita tabelle da le 23 spire/cmq. 400 spire diviso 23 dà 17,4cmq.... Che sono "tanti", sono di più dei 16cmq ( Ki 1,5: sono 32cmq diviso 2) che dovremmo avere a disposizione.
Il fatto può essere aggirato in diversi modi: il primo e più semplice consiste nel mettere un filo di diametro minore. Passando a 1,8mm di diametro nella tabella è scritto che si possono avvolgere 29 spire per cmq, e dividendo 400 spire per 29 fanno circa 14 cmq. Naturalmente a questo punto stiamo saliti a 3,4A/mmq a pieno carico, un po' di più dei normali 2,5A/mmq, ma tutto sommato ancora accettabili, dato che funzionerà poche volte a pieno carico.

Un secondo modo per aggirare la mancanza di spazio nelle finestre è di usare per il primario a 48V della piattina di rame. Una piattina offre una percentuale di riempimento dello spazio destinato all'avvolgimento molto superiore a quella del filo tondo, e di sicuro occuperebbe uno spazio minore. Si può cercare nella tabella quella che sembra più adatta e realizzarci l'avvolgimento. Dovendosi avvolgere prima il primario a bassa tensione e sopra il secondario a tensione più alta, probabilmente lo spazio basterebbe. E comunque in quello che rimane calcolare poi lo spessore del filo che dovrebbe entrarci.

Un ulteriore "trucco" potrebbe essere di risalire leggermentecon l'induzione magnetica "B", passando a 0,85 o a 0,90. In questo modo si riducono leggermente le spire, anche se il consumo a vuoto del traspormatore aumenterà della stessa percentuale. Ricordiamoci che si è abbassata l'induzione magnetica "B" dal valore di "1" per i normali trasformatori per uso generico, a quelli di "0.8" per quelli da inverter, proprio per diminuire i consumi durante l'inattività o i periodi di prelievo di bassa potenza, in modo da aumentarne i rendimenti.

Si può risparmiare anche sul rocchetto isolante, eliminando i laterali rigidi e sostituendoli con cartoncino isolante sottile. Il tutto è abbastanza grosso e rigido da rimanere in sede anche con delle semplici legature.
A questo punto però bisogna realizzare una forma in legno o in altro materiale rigido che abbia le precise dimensioni del nucleo del trasformatore, con due "guanciole" laterali distanti tra loro esattamente la lunghezza della finestra, in modo da realizzare l'avvolgimento, legarlo e magari incollare le legature, per poi poterci infilare dentro i lamierini. Avendo un cartoccio in plastica rigida invece basta uno o più tasselli di legno da mettere dentro per poterlo maneggiare comodamente e fare l'avvolgimento. Ovviamente serve una sorta di "avvolgitrice", anche solo un perno con manovella, su cui girare l'avvvolgimento. Per avvolgere le piattine il tutto dovrà risultare abbastanza robusto, in quanto offrono una forte resistenza sulle piegature.

Anche se i lamierini tranciati commerciali sono di solito molto precisi, avendo una faccia (o entrambe) ossidata o verniciata per isolarli tra loro, nonostante venga dichiarato lo spessore, si riferisce allo spessore del ferro "pieno". Per cui anche comprimendoli al massimo non si riuscirà mai a ridurli allo spessore netto, ma sarà sempre maggiorato di una minima percentuale.
Mi spiego: avendo, come sopra, 120 lamierini spessi 0,5mm, volendoli comprimere al massimo per compattare bene il nucleo del trasfo, lo spessore del pacco non sarà mai di 60mm, ma sempre di più. In genere va da un 5% in più per lamierini ossidati ad un 10 o 12% in più per quelli verniciati. Di più ancora per vecchi lamierini isolati in carta, ma questi ormai si trovano molto difficilmente.
Comunque per stare tranquilli conviene impilarli tutti con ordine, comprimerli con un morsetto tra due ritagli ndi legno, e prendere la misura del pacco così serrato. Ma senza stringere troppo in quanto poi si avrebbero serie difficoltà ad infilarli in un cartoccio realizzato troppo stretto, al limite alla fine si possono inserire un paio di spessori, o meglio ancora qualche lamierino in più.
Inviato manualmente dal mio vecchio e sgangherato, ma fedele computer

Buone realizzazioni a tutti!
Ferrobattuto

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