Impianti domestici di emergenza.

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Alain » 11 mar 2020, 20:08

Credo che tu debba informarti bene, sicuramente ai tempi avevi sottoscritto un contratto che sarebbe meglio riuscissi a riprendere in mano.
Dal momento che starai comunque ancora connesso alla rete, lo scambio sul posto è un regime che costa poco e porta quasi solo vantaggi.
Se avevi qualche vincolo o qualche obbligo nei confronti di chicchessia, a distanza di vent'anni dovrebbe essere decaduto ma nel tempo si sono susseguiti troppi decreti incentivanti e conti energia per poter avere certezze in merito.
Quello su cui avrei maggiori dubbi è che sia ancora compito del gestore (se mai lo sia stato) fare interventi manutentivi sul tuo impianto.

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 11 mar 2020, 20:31

jpquattro ha scritto:
11 mar 2020, 19:48
......La connessione enel la vorrei mantenere.......
Intendi dire mantenere il contatore ENEL per i prelievi dalla rete? Quello conviene comunque mantenerlo, a meno che non si abbia un megaimpianto come quello di Hal9000. :P Che comunque lo ha mantenuto anche lui. ;)
Per il resto: ci sono degli "ibridi" che fanno tutto loro, regolatore solare, inverter, caricabatterie in caso di mancanza di sole, ecc ecc tutto in uno. Di certo si risparmia, ma se poi si guasta qualcosa rimani "a piedi".
Ce ne sono di tutti i prezzi e di tutte le marche, qui però io non posso aiutarti, non ne ho mai usati ne presi in considerazione. Personalmente preferisco le diverse apparecchiature separate, costa di più ma meno rischi di guasti multipli.
Poi ovviamente ognuno decide come vuole.....
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 11 mar 2020, 21:42

Immagino che la prima cosa da fare sia una connessione di bypass che permetta di riconnettere direttamente il contatore all'impianto eliminando l'impianto... Questo deve essere vero sia che uno faccia tutto con un ibrido sia che uno faccia una costruzione con il Lego...
Tendenzialmente preferisco separare le varie componenti proprio per una possibilità di riparazione più facile, aggiornamento più economico...
Tu cosa useresti, considera che in casa di queste cose ho praticamente niente, debbo frugarmi in tasca...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 11 mar 2020, 23:05

Non saprei, prima si dovrebbe capire bene come è strutturato tutto il marchingegno che hai li.
Dovrebbero esserci due contatori, uno per i normali consumi domestici, quello che abbiamo tutti, e uno specifico per misurare la corrente che rendi alla rete, in quanto le due tariffe sono differenti tra loro. Sbaglio? Se è così l'impianto elettrico di casa tua dovrebbe essere già separato dal sistema fotovoltaico. A quel punto puoi disconnettere i pannelli, ricollegarli come serve ed utilizzare la corrente che produci per tuo uso personale. Dubito che tu possa collegarti all'uscita dell'inverter di resa alla rete, e comunque dovresti farlo connettendoti tra la sua uscita e l'entrata al contatore di resa, usare la corrente prodotta per caricare un banco di accumulo, con cui alimentare un tuo inverter personale, ecc ecc.
Prima però informati bene se non incorri in gravi sanzioni col GSE.....
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 11 mar 2020, 23:42

Non ci siamo capiti. L'energia che produco io la voglio consumare, venderla all'Enel non conviene, la tariffa di vendita è molto più bassa di quella di acquisto. Se ci sono le batterie mi permettono di immagazzinare l'energia non consumata per usarla in un altro momento.
Il contratto di scambio sul posto si può disdire, basta una raccomandata.
Sono i diritti dell'Enel (o della GSE?) sui miei pannelli che vanno chiariti.
Comunque i due contatori separati li avevo nel primo impianto, uno contava l'energia che andava in un verso l'altro quella che andava nel verso opposto. Da allora il contatore è stato cambiato due volte con un solo contatore elettronico bidirezionale che contava in su e in giù...

Per disconnettere i pannelli ho un semplice magnetotermico che connette l'inverter alla mia rete domestica. A gestire tutto poi ci pensa l'inverter. Questa connessione la potrei staccare anche domani, stasera no che voglio andare a dormire...
Al momento non so se posso manomettere i pannelli e l'inverter, perché sono inclusi nel contratto originario.

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Alain » 12 mar 2020, 7:38

Mi spiace che qui non ci sia nessuno che conosce bene lo SSP in grado di chiarire meglio ma, da quanto avevo letto in giro, esiste una sorta di "accantonamento" che funziona come un accumulo virtuale: in pratica se l'energia che immetti in rete, entro un certo tempo te la riprendi anzichè fartela pagare, è come averla messa in una batteria con rendimento superiore all'80 % e il tutto al costo del canone di scambio, che mi pare di ricordare ammonti a meno di 40 € annui.
jpquattro ha scritto:
11 mar 2020, 23:42
Al momento non so se posso manomettere i pannelli e l'inverter, perché sono inclusi nel contratto originario.
Possibile che tu non abbia conservato il contratto cartaceo originario con tutte le clausole e clausolette annesse, che di solito erano scritte in lillipuziano?
In ogni caso ti sapranno informare loro.

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 12 mar 2020, 12:32

Io conservo tutto... per buttare la carta igienica usata debbo fare uno sforzo di volontà... :P
Il problema è trovarle le cose... è roba di oltre 20 anni fa...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 12 mar 2020, 12:50

jpquattro ha scritto:
12 mar 2020, 12:32
Il problema è trovarle le cose...
E probabilmente hai una casa molto più piccola della mia...... :P
Per trovare le cose io a volta faccio i chilometri a piadi. :lol:
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 12 mar 2020, 13:17

Comunque per risolvere il problema pannelli è chiaro che ci vorrà un po' di tempo... Forse è meglio parlare d'altro.
Per esempio lo schema di impianto: io immagino il contatore enel attaccato al caricabatterie (di potenza adeguata e controllabile...)le batterie attaccate all'inverter... ma a questo punto i pannelli dove sono attaccati? all'inverter o al caricabatterie? ...e come faccio a stabilire la strategia di distribuzione del carico? La mia idea sarebbe caricare l'enel il meno possibile, ma contemporaneamente mantenere una riserva nelle batterie in modo da coprire un black out di durata non brevissima...
L'alternativa sarebbe un ibrido da 5KW, pur con tutte le perplessità già espresse...
Batterie quante di che tecnologia? i requisiti di durata dell'investimento potrebbero arrivare fino a 10 anni... Il piombo adeguatamente dimensionato e gestito sembra poterci arrivare, magari con qualche riparazione/sostituzione, Il ni-fe sembra troppo costoso, il litio anche, cosa sapete del ni-cd o ni-mh sembra che abbiano un numero di cicli elevato, pur se con qualche problema...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Alain » 12 mar 2020, 13:37

Se solo disponesse delle giuste certificazioni per essere usato anche qui da noi (see ... e quandomai... :rolleyes: )
QUESTO sarebbe il tuo inverter: ibrido 5kW, MPPT da 80A, caricabatterie da rete da 60A, in grado di immettere in rete l'eventuale eccedenza dopo che l'accumulo è completamente carico.

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 12 mar 2020, 14:12

Con un ibrido di potenza adeguata e possibilmente di buona marca avresti tre ingressi: pannelli, batterie e rete elettrica. E naturalmente una uscita in alternata a 230V sinusoidali. A questa colleghi l'impianto di casa.
Quando c'è corrente dai pannelli si ricaricano le batterie col sole, quando il sole non basta e le batterie scendono al di sotto di una soglia prefissata entra in funzione la ricarica e le riporta alla tensione giusta. La casa rimane connessa all'ibrido e non si accorge di nulla, neanche di eventuali blackout. Resta da vedere che ibrido ti serve...... Visti i consumi piuttosto robusti. Forse ti conviene lasciare certi carichi "pesanti" collegati alla rete nazionale. Però in questo caso dovresti poter sezionare l'impianto di casa in modo che quella parte li resti indipendente.
La cosa naturalmente funziona nello stesso modo anche con apparecchiature separate. C'è da dire che se aggiungi il caricabatterie, il banco di accumulo funziona come un elettrolitico di capacità enorme, e livella la tensione già da se.

Personalmente sono messo così: inverter da 5KW continui, regolatore solare da 60A (per ora, conto di aggiungerne un secondo ed altri pannelli), banco da 900Ah a 48V, centralina domotica che commuta la rete quando le batterie scendono al di sotto di una certa percentuale di carica. 3,8KW nominali di pannelli, però con poca inclinazione e perciò sfruttabili quasi a pieno solo in estate.
Stò provvedendo per un caricabatterie adeguato per evitare le commutazioni, abbastanza frequenti in inverno, che non fanno molto bene alle apparecchiature.
Però siamo connessi al solare in due famiglie, io e mia figlia, con due bambini piccoli, perciò lavatrici frequenti ecc ecc. In futuro conto di raggiungere l'autonomia per tutto l'anno, portafogli permettendo.

Tornado alle tue batterie, per quel che riguarda i costi convengono ancora quelle al piombo, però sarebbe meglio se fossero elementi singoli da 2V stazionari, qualsiasi altra tecnologia costa molto di più. La capacità oltre che dal costo dipende da quanta autonomia vuoi avere in caso blackout e dai consumi che ci connetterai. Un banco piccolo ed economico ti consente una autonomia breve, picchi di assorbimento contenuti e rientri continui sotto la rete nazionale, un banco più grande ti permetterebbe di avere maggiore autonomia, picchi di assorbimento maggiori e minore prelievo dalla rete. Il tutto proporzionalmente al banco di pannelli che hai e a quelli che eventualmente potresti aggiungere.

Il problema delle piombo è che non puoi scaricarle più del 30 - 50%, mentre altre tecnologie permettono scariche più profonde. Il cadmio credo sia stato bandito in quanto cancerogeno e velenoso, non so se se ne trovano ancora in commercio. Le Ni-Fe sono ancora troppo costose, come le litio, che tra l'altro hanno bisogno di elettronica complessa e costosa per gestirle. Le hanno messe sulla ISS, ma lì.......

In genere alle nostre latitudini si considera che la potenza media giornaliera erogata durante l'anno da un banco di pannelli equivalga a tre volte la potenza nominale installata. Mi spiego meglio: 1KW nominale di pannelli eroga "statisticamente" 3KWh di energia sui 365 giorni dell'anno. Naturalmente le variazioni stagionali fanno si che durante i mesi peggiori, dicembre e gennaio, la potenza erogata scenda moltissimo, anche alla metà della potenza nominale, mentre in estate per contro sale esponenzialmente.
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 12 mar 2020, 15:00

Ripartizione dei carichi pesanti: Lavatrice e asciugatrice sono giù nella rimessa, la lavapiatti sta ovviamente in cucina in casa ci sono anche tre condizionatori, il resto è roba minuta, microonde frigo, pc, illuminazione.
Sezionare non è difficilissimo, ho un impianto elettrico fatto "quasi" bene... Però l'idea non mi entusiasma... anche perché il caricabatterie parte quando serve senza chiedere il permesso alla lavatrice... Quello che non mi piace dell'ibrido è la scarsa modularità e la scarsa riparabilità, mentre delle cose fatte stile Lego non capisco come si gestiscono le strategie... Come faccio a stabilire quanto carico do alle batterie, quanto ai pannelli, quanto alla rete; quando metto fuori linea le batterie per ricaricarle, cosa faccio quando la potenza disponibile è inferiore alla richiesta (lo so di solito salta il magnetotermico....) In un ibrido qualcosa si può fare, almeno a livello di priorità.
Forse bisognerebbe divertirsi a disegnare un gestore di energia, una sorta di pizzardone che dirige il traffico...

Batterie le NI-Cd stazionarie si trovano come le Ni-Mh, le fanno diversi produttori. Magari è possibile trovare qualcosa nel surplus degli impianti telefonici... Dovrei sentire un (ex) amico ma è tanto che non ci parlo più...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Alain » 12 mar 2020, 15:20

Ferro, tu che sei un po più preparato di me, posto che Paolo riesca a ripristinare la piena funzionalità dei suoi moduli, che ne penseresti di un regolatore capace di accettare tensioni di stringa elevate (tipo QUESTO), banalmente messo in parallelo a quello del GSE tramite derivatori ad Y.
I pannelli servirebbero contemporaneamente entrambi gli apparati e nel momento in cui il banco collegato al regolatore è scarico ci dovrebbe essere maggiore assorbimento verso quest'ultimo mentre la situazione si invertirebbe a banco carico e aumenterebbe l'immissione in rete.

Ovviamente la nuova catena lato regolatore dovrebbe terminare con un normale inverter che alimenti una sezione dell'utenza domestica.

All'occorrenza si potrebbe sempre inserire un adeguato contattore che colleghi i pannelli in modo esclusivo a uno o all'altro dispositivo.

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 12 mar 2020, 21:13

Ho l'impressione Alain che la rete si comporti sempre come un banco molto scarico...... Immagino quanti carichi ci siano collegati, specie in inverno. No, credo che a JP converrebbe usarsi i pannelli per conto suo e mollare lo scambio con la rete.

Le cose fatte "stile Lego" JP si gestiscono da sole, basta fare l'impianto secondo uno schema logico e perdere un po' di tempo a fare regolazioni all'inizio. Certo, bisognerebbe che la signora sviluppasse un minimo di mentalità per districarsi con l'uso degli elettrodomestici, quando si usa la lavatrice non si usa l'asciugatrice, entrambe è meglio che si usino durante le ore centrali del giorno, ma non in concomitanza col forno elettrico o il ferro da stiro, ecc ecc.
Spesso quella della mentalità delle mogli è uno degli scogli maggiori del sistema ad isola. Io stò brigando un po' per "addestrare" sia mia moglie che mia figlia, e devo dire che sembra si stiano adeguando abbastanza bene.

Immagino che tre condizionatori assorbano almeno 1KW ciascuno, quelli magari conviene lasciarli collegati alla rete. Altrimenti ti servono 12KW di pannellie due inverter come il mio...... E un impianto come quello di Hal9000.

In un sistema ad isola in genere l'inverter è sempre in funzione, poi se il banco dei pannelli è sufficiente a sopperire al fabbisogno giornaliero non ci sono problemi, specialmente se si usano i carichi maggiori durante le ore centrali del giorno. Per la notte sopperiscono le batterie, che ovviamente debbono essere di capacità adeguata. Se il banco è scarso e serve un caricabatterie, deve essere di tipo "automatico" che si accende quando il banco di accumulo scende ad una certa tensione e si spegne quando la tensione supera un'altra soglia di tensione, entrambe impostabili a piacere. Il caricabatterie può essere connesso direttamente ai morsetti del banco, in pratica si comporta come se fosse un gruppo di pannelli aggiuntivi. Io conto di collegarlo all'ingresso del regolatore solare, tanto sia i pannelli che il caricabatterie sarebbero disaccoppiati tra loro per via dei diodi presenti.

Tagliando la testa al toro: con un parco di pannelli da 2KW massimi non si riesce a sopperire ad un consumo di 25KWh al giorno. Perciò parte dei carichi, specialmente quelli più gravosi, debbono rimanere collegati alla rete elettrica. Dopo ci che, stabilito quanto carico rimane si può vedere di giostraci su per dimensionare il tutto.
Immagino che i tre condizionatori assorbano 3KW praticamente sempre, in estate per il fresco e in inverno per il calore, lavatrice e asciugatrice staranno intorno a 2KW ciascuna, anche ammesso che si usino una la volta sono già 5KW di carico, alla partenza del frigo per un paio di secondi se ne va un altro KW, anche se poi scende a 150 o 200W, un altro KW per il microonde, magari solo per tre minuti, il ferro sono almeno altri 1800W circa, intermittenti..... Forno elettrico? Phon.....
Delle batterie al Ni-Cd non mi sono mai interessato, ne per quelle Ni-Mh, per cui non so cosa dirti, al limite considera i prezzi e vedi un po' tu. Una volta la Telecon usava delle Ni-Fe per i ponti radio, ne ho avute in uso alcune, praticamente indistruttibili, però quelle che avevo io erano di piccola capacità, 60Ah, troppo poco per qualcosa di concreto. A meno di trovarne una vagonata.....
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 12 mar 2020, 22:08

I condizionatori li usiamo poco e mai più di due alla volta, sono da 12000Btu, se la memoria aiuta il consumo sta sui 7-800 watt.
Li accendiamo solo nei picchi di caldo estremo, mantenendo la temperatura ambiente abbastanza alta (da 25 a 27 c.) con il freddo li usiamo al passaggio delle stagioni, per scaldare qualche serata un po' più fredda del solito...
Per l'addestramento non sono messo male, siamo abituati ad un contratto da 3 KW e farci girare tutta quella roba non è facile... però il caricabatterie è una utenza che parte per conto suo senza avvertire ne dare segni della sua presenza, se c'è la lavatrice accesa o il forno acceso qualcosa salta... ci siamo abbastanza abituati e ci stiamo attenti, ma il caricabatterie, che è fuori del nostro controllo e assorbe potenza secondo una logica tutta sua... Per questo pensavo a un gestore del carico.
Per questo mi piace poco dividere le cose, ora se qualcosa salta resta tutto al buio, te ne accorgi per forza. Dopo, se il contatore enel va in sovraccarico, resta tutto acceso, luci, pc, riscaldamento frigo... ma le batterie si scaricano, fino a quando resti al buio senza capire il perché...

Per le batterie, immaginiamo di voler reggere un black-out di un'ora o due, per estendere questo periodo un piccolo elettrogeno da un paio di Kw può essere eventualmente aggiunto con piccola spesa, se è previsto un posto dove attaccarlo...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 13 mar 2020, 13:27

Allora, visto che "l'addestramento" c'è, ti conviene prendere un inverter capace di reggere tutte le tue utenze, usate normalmente con le cautele abituali, tanto se è di buona marca sarà protetto comunque sia dai sovraccarichi che dai cortocircuiti. Un banco di accumulo capace di reggere qualche ora secondo le tue stime. Un regolatore che permetta di amministrare tutta la potenza dei tuoi pannelli, più magari qualcosa che pensi di aggiungere in futuro, e un caricabatterie da attaccare al contatore capace di erogarti tutti i 3KW che quello regge nel banco di accumulo. Magari anche un generatorino per i casi di emergenza.
Per le batterie, ricordati che le piombo hanno rendimento dell'80% tra carica e scarica, e che per non rovinarle dovranno scaricarsi al massimo il 50%, meglio se meno. Gli altri tipi di accumulatori hanno rendimenti inferiori, anche se possono avere delle performance migliori.
Se per "gestore del carico" intendi una centralina domotica capace di gestire automaticamente il tutto, qui non posso proprio aiutarti. Prova a chiedere ad Hal9000 o qualcuno che ne sa più di me.
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 14 mar 2020, 10:51

A proposito di batterie: leggevo gli articoli sulle planté... mi sarebbe venuta un'idea:
se prendo due fogli di piombo diciamo spessore fra 1 e 2 mm li separo con uno strato di fibra di vetro (o rete di plastica?) e un secondo all'esterno... Li avvolgo stretti e li infilo in un tubo di plastica... non è che come struttura possa andare bene?

Marche e modelli degli inverter e dei caricabatterie? l'inverter immagino circa 5 KW continui, capace di sopportare pannelli per almeno 2-3 KW; il caricabatterie dovrebbe avere una potenza assorbita di 3KW e un qualche margine di programmabilità...

Come state messi li? io qui, fra età e cuore scassato sono stato messo in clausura pressoché totale dalla famiglia... Comunque la città sembra una città morta...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 14 mar 2020, 13:56

Ho dei parenti a Roma che mi dicono che anche li è "desertico", poche persone in giro molto frettolose.

Sulle Planté autocostruite in passato, quando eravamo in un altro forum, si è disquisitito all'infinito...... Di tutto e di più, sia sui sistemi per le piastre che sui contenitori. Molto è rimasto dall'altra parte (purtroppo) ma parecchio dovrebbe essere arrivato anche qui.
In pratica la soluzione che hai proposto anche tu è fattibilissima, sarebbe nient'altro che una Planté arrotolata.
Potrebbero andar bene entrambe le soluzioni, sia la lana di vetro che la rete di plastica. Per esperienze passate io preferirei la lana di vetro, piuttosto spessa. Col tempo le materie attive che si formano sulle superfici delle piastre tentano di sfarinarsi e infiltrarsi nei separatori, per cui se questi, anche compressi, mantenessero qualche millimetro di spessore non sarebbe male.
Nel caso della rete forse lo spazio per lasciar salire le eventuali bolle d'aria ci sarebbe, con la lana di vetro molto meno, per cui dovresti mantenere le correnti abbastanza basse per unità di superficie. Ma al riguardo non ho dati, immagino che basti non farle ribollire. Resta comunque il fatto che non conviene superare come correnti un decimo della capacità in Ah finale ottenuta.
In passato ho realizzato per prova un piccolo elemento Planté, e funzionava egregiamente. Oltre a me ci provarono Dolomitico e Hal9000. Alla fine venne fuori che all'inizio le correnti debbono essere contenute, che le piastre metalliche lisce e senza materiali attivi si polazizzavano velocemente, ma via via più lentamente man mano che le sostanze attive penetravano nel metallo corrodendone la superficie e depositandocisi sopra. Solfato di piombo (grigio) al negativo e ossido (rosso mattone) di piombo sul positivo.
Per la "formazione" si procede così: carica lenta in un verso fino a 2,6V, scarica lenta completa fino a 0V, ricarica lenta all'inverso fino ai 2,6V, scarica fino a 0V...... Ecc ecc, per circa 20 o 25 volte. A quel punto sulla superficie delle piastre si è formato uno strato di materia attiva abbastanza spesso da poter conservare una certa capacità. Le inversioni iniziali servono a rendere la superficie spugnosa ed aumentare la superficie di contatto con la soluzione elettrolitica.
La capacità ovviamente oltre che dallo spessore dipende dalla superficie esposta al liquido, mentre la durata di vita dipende dal peso del metallo impegnato. Col tempo un po' di materiale tende a sfaldarsi ma si riforma nello strato sottostante di metallo. Molto concorrono a questo sovraccariche e correnti eccessive. Per questi diversi fattori non conviene scendere al di sotto dei 2mm per lo spessore iniziale delle piastre.
I "tubi", o qualsiasi altra forma abbiano i contenitori, conviene che siano bassi e larghi, direi "quadratici" nella sezione verticale, piuttosto che alti e stretti, per prevenire la stratificazione dell'elettrolita, che tende a depositare l'acido più pesante sul fondo.

Per marche e modelli mi trovi sprovveduto, soprattutto per gli ibridi che non uso e non mi piacciono.
Posso darti la marca e il modello del mio inveter:
Studer Innotec HP-COMPACT-HPC 6000-48 (si può scaricare il manuale dalla rete)
Del regolatore solare:
Morningstar TriStar-60 PWM (anche il manuale di questo)
È un PWM, forse per te converrebbe un MPPT, sia per rendimenti che per range di tensioni in ingresso.
Il caricabatterie conto di farmelo da me, un semplice trasformatore da 2KW 230 -> 48V, con prese multiple sul primare e sul secondario per aggiustare le correnti, seguito da un ponte adeguato e una batteria di elettrolitici. Ho già il nucleo e il cartoccio, conto di avvolgerlo il prima possibile, tempo permettendo......
La centralina si scambio rete-isola me l'ha gentilmente realizzata Hal9000. Contiene anche il misuratore di SOC, funziona con un microprocessore e un software dedicato, ma sinceramente non saprei proprio come realizzarla.....
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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da jpquattro » 14 mar 2020, 14:15

La centralina si scambio rete-isola me l'ha gentilmente realizzata Hal9000. Contiene anche il misuratore di SOC, funziona con un microprocessore e un software dedicato, ma sinceramente non saprei proprio come realizzarla.....
Questa che roba è? Hai un contratto di scambio sul posto o cosa? Spiega spiega...

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Re: Impianti domestici di emergenza.

Messaggio da Ferrobattuto » 14 mar 2020, 14:44

JP, ma ti pare che con la mentalità che ho io mi sarei fatto fare un impianto con scambio alla rete nazionale? No no, mai. Almeno fino a che la cosa non diventi "onesta & trasparente" da parte del GSE, che ha fatto pagare a tutti quelli che NON avevano un impianto solare le quote che pagava a chi lo aveva...... Hè già, perché quello che danno a te per per i KW che eroghi sulla rete, lo prelevano a me sulla bolletta dei consumi......
Poi gli impianti solari con erogazione sulla rete nazionale NON sono materia di questo forum, altrimenti il "OffGrid" nel titolo non avrebbe nessun significato.

No, la centralina in questione oltre a misurare il SOC del banco, effettua una commutazione dei carichi isola->rete nel caso che la carica residua del banco sia troppo bassa. Attualmente è regolata sull'80%, quando lo stato di carica scende sotto a quel valore l'impianto di casa viene commutato sul contatore ENEL, e da quel momento paghiamo i KWh consumati.
In estate stiamo scollegati dalla rete per tutto il tempo in cui il parco dei pannelli riesce a sopperire ai consumi e alla carica degli accumulatori, per il resto del tempo avvengono queste commutazioni, via via più lunghe in autunno e via via più brevi in primavera.
Appena realizzato il caricabatterie la commutazione azionerà solo quello, in quanto i "passaggi", anche se brevissimi, non fanno molto bene ad alcune utenze elettriche. Se avrò modo di aggiungere altri pannelli, e magari un secondo regolatore uguale all'altro, probabilmente ridurremo di molto, o smetteremo addirittura, di prelevare corrente dal contatore.
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