Dunque: molto ha già spiegato Max, qualcosa posso aggiungere io.
Bridge circa vent'anni fa, molto pionieristicamente, realizzò il suo impianto fotovoltaico. A quel tempo molti accessori per il fotovoltaico ancora non c'erano, o erano costosissimi perché era tecnologia nuovissima. Pensate che negli anni '80 mi informai del prezzo di un pannello da 100W, a quel tempo grande molto più di un metroquadro, e mi chiesero 1.200.000£......
Fortunatamente Bridge è un tecnico elettronico in gambissima, e l'inverter (che ha descritto in altre pagine di questo forum) lo ha realizzato da se, e da allora lo stà usando regolarmente senza inconvenienti.
Per quel che riguarda invece la tensione del banco, si è studiato le tensioni a vuoto e sotto carico erogate dai pannelli, e ha pensato di adattare la tensione del banco di accumulo a quella di carico dei pannelli. I pannelli che si trovavano in circolazione a quel tempo erano tutti a 36 celle, per 12V nominali. Ne ha messi 10 in serie, "nominalmente" per 120V, ma in realtà sommando le varie tensioni di targa al carico massimo e con massima insolazione se ne avevano circa 130. Per questo ha un banco di accumulo con 65 elementi al piombo stazionari. In questo modo, con 5 elementi in più sui "teorici" 60 la tensione del banco è "adattata" a quella erogata dai pannelli, ed è possibile la ricarica senza interporre un regolatore di tensione. Naturalmente a banco completamente scarico il rendimento cala discretamente, ma sappiamo bene che non lo si dovrebbe mai scaricare sotto al 50%, possibilmente meno.
L'inverter che si è fatto Bridge è un inverter che lavora direttamente a 50Hz, per cui con trasformatore in ferro al silicio grosso e pesante quanto serve per la potenza che usa (3KW.....), ma proprio per questo pressoché indistruttibile.
In pratica, in un inverter del genere, quello che distingue la tensione e la potenza è il solo "stadio finale", ossia quella parte del circuito che "gestisce" la potenza vera e propria. I semiconduttori che commutano la corrente del banco nel trasformatore, e poco altro. Il "circuito pilota" in pratica potrebbe essere lo stesso sia per basse che per alte tensioni, o per basse o alte potenze, con pochi componenti di differenza.
Tornando all'impiantino di prova, abbiamo visto che oggi si trovano facilmente e a prezzi molto accessibili pannelli di buona qualità a 60 celle, molto usati in lunghe stringhe in serie a tensione elevata per gli impianti connessi alla rete. Le tensioni e le correnti di targa si addicono benissimo ad un impianto di accumulo a 24V nominali, proprio secondo la filosofia di funzionamento adottata da Bridge molti anni fa. Ovviamente multipli di 60 celle vanno bene per multipli di 24V, per cui con due pannelli sono 48V nominali e con 4 pannelli 96V nominali. 24V, 48V e 96V sono tensioni molto commerciali, anche se i 96V sono nella fascia "professionale" e gli accessori (inverter e regolatori), generalmente per alte potenze, costano un botto di soldi. Tensioni intermedie commercialmente non vengono prese in considerazione, e i 12V generalmente sono per i camper o per le roulottes.
La mia scelta dei 96V è solo perché la distanza tra dove potrò mettere i pannelli (in pratica dove adesso ho quello di prova, dopo che avrò rifatto il tetto.....) e dove devo piazzare il banco di accumulo è di oltre 60 metri.....
Con tensioni più basse la corrente se ne va tutta in calore lungo i conduttori. E anche con 96V se voglio contenere le dispersioni ad una minima percentuale, dovrò ricorrere a conduttori grossi.
Quanto all'inverter, per rispondere a Mastro, sarà sicuramente un autocostruito. Sul tipo di quello realizzato da Bridge, anche se con circuito differente, con un grosso trasformatore a 50Hz come gruppo di potenza. In realtà mi sono già studiato uno schemino abbastanza semplice, ne parlammo parecchio tempo fa con Hal9000 per telefono e per mail, ho anche tutti i semiconduttori che mi servono, e un giovane amico di quì mi ha anche fatto il master per lo stampato con un CAD per elettronica. Mi manca il trasfo, che quello che avvolsi per i 60V non posso riavvolgerlo in quanto è risultato essere composto da lamierini molto vecchi, tagliati in un modo "antiquato" e difficili da smontare e rimontare. Spero di rimediarne di nuovi tipo "EI" più facili da maneggiare. In realtà se ne trovassi uno con un avvolgimento 110+110V e un secondo avvolgimento 220-380V di potenza adeguata (2,5-3KW), forse sarebbe già buono.
Quello che mi manca in questo momento è il tempo..... Stò facendo un sacco di lavori in casa rimandati in passato per mancanza di soldi, e anche di tempo quando ancora lavoravo.
@Arex:
Anche io non ci capisco una "cippa" di pellettatrici, raffinatrici e via discorrendo.
Provo un po' di ammirazione per le vostre belle realizzazioni lucide e funzionali, ma tant'è, che non possiamo "tutti sapere tutto", oltretutto in quel caso lì un forum come questo non avrebbe ragione di esistere.
@Eneo:
A parte che il pannello ha sicuramente qualche cella in corto, per cui forse non sono più nemmeno 60.... Poi ovviamente i pannelli fotovoltaici hanno una resistenza interna piuttosto elevata (per questo come dice Max generano "corrente e non tensione"), che molto dipende dalla quantità e dalla frequenza della luce che ci batte sopra. La tensione alle batterie non sale ulteriormente anche perché la corrente che ci eroga dentro è una minima percentuale rispetto alla loro capacità. Anche con 4A si tratta in media dell'1,8% della capacità, le stiamo caricando a C/55.