Come sono fatte le pile zinco manganese

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Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 10 set 2017, 15:04

Nell'ottica di sperimentare vecchie o nuove coppie di metalli per cercare di costruire una batteria, volevo capire meglio come sono fatte le pile commerciali, in rete si trovano alcune informazioni ma non tutte, e vorrei capirci di più
Molte di queste cose le sanno tutti, ma ho cercato di fare un'analisi completa della loro struttura
Ho utilizzato una pila "normale" ed una "alcalina" , nel formato torcia (D) per avere più materiale possibile
Le pile usate sono tipo discount

Ho iniziato smontando quella alcalina. Dalle foto si vede che l'apertura è da sotto, mentre l'involucro esterno sembra frutto di uno stampo unico
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i forellini che si notano sul fondo sono la via di fuga per eventuali gas o altro, aprendola infatti ho notato che era in leggera pressione, ed un po di liquido interno è spruzzato fuori, proprio come successo ad Hal
Si capisce che sono via di fuga anche per il sistema con forellino tappato leggermente presente nel dischetto di plastica sottostante, che tra l'altro sorregge l'ago di acciaio che immerso nella pasta di zinco fa da elettrodo negativo
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I lati del tappino sono facilmente perforabili, credo sia una cosa simile agli sfiati delle piccole agm al piombo
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-continua-

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Ferrobattuto » 10 set 2017, 15:08

Bene bene, interessante, vediamo il seguito..... :D
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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 10 set 2017, 15:11

L'interno è già stato documentato, comunque ho fatto anche io una foto. Si vede la pastella di zinco inserita al centro separata da una membrana
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Passiamo alla zinco "normale". Anche di questa ci sono già varie foto, ecco comunque anche qualcuna mia.
L'apertura in questo caso è da sopra
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L'esterno delle due pile è ovviamente differente anche a vista, uno di zinco uno di acciaio
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interessante notare come invece la quantità di manganese sia molto differente tra i due tipi:
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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 10 set 2017, 15:43

una cosa da notare e che non mi aspettavo: anche nella pila normale c'è una membrana tra il manganese e lo zinco... questi separatori benedetti ... :P
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il separatore continua anche sotto, qui l'ho aperta col dremel
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Poi l'ho tagliata nel verso dell'altezza: il cilindro di manganese si è disintegrato, come se fosse stato poco compresso (o forse sarebbe meglio dire cotto ? nelle mie ultime letture mi è parso di capire che gli elettrodi di grafite sono fatti cuocendoli tipo terracotta, e poi lavorati al tornio, temperature non mi è chiaro ma tra 1200 e 3000 gradi centigradi), e questo credo dipenda dall'economicità della pila, 50 cent al discount
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Quella alcalina non l'ho aperta perchè ho paura che succeda la stessa cosa, e prima vorrei fare delle prove di conducibilità su una cella simile a quelle di Hal, poi la aprirò
una cosa buona è che ho ricavato a poco prezzo un bel lamierino di zinco, che verrà utile nei prossimi esperimenti

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Ok. Ed ora i dati raccolti nel corso di questa attività da allegro chirurgo

Pila alcalina:
peso 138 grammi
resistenza interna 112 mohm
peso sacchetto di zinco, compresa membrana 40 grammi
peso involucro metallico con dentro il manganese 88 grammi
ph 14
diametro cilindro interno - parte esposta chimicamente - 2 cm
altezza cilindro interno - parte esposta chimicamente - 5 cm

da cui : perimetro dischetto = 2 pigreco r = 2*3.14*1 = 6,28 cm, e quindi:
superfice elettrodi = 6,28*5 = 31,4 cm quadrati

Pila acida:
peso 85 grammi
resistenza interna 193 mohm
peso manganese interno, compresa membrana 54 grammi
peso involucro metallico con dentro il manganese 74 grammi
peso del solo zinco dopo il taglio 17 grammi (una parte evidentemente l'ho polverizzata col dremel)
ph 4
superfice interna cilindro - parte attiva - cm 4x10 = 40 cm quadrati
base cilindro diamtero 3 cm, da cui pigreco r*r = 3,14 x 1,5x 1,5 = 7 cm quadrati
quindi, superfice elettrodo = 47 centimetri quadrati

Devo aggiungere: le pesate le ho fatte con la bilancia digitale ma da cucina, quindi ci sarà un po di errore, ed in particolare la pastella di zinco della alcalina andrà rifatta dopo aver seccato il materiale per eliminare il peso dell'acqua. A fare bene le cose bisognerebbe anche lavare i materiali, mi procurerò della carta da filtro

Partendo da questi valori comunque si può tentare di ricavare la quantità teorica di manganese presente, e anche usarli come confronto per valutare l'efficenza di una cella fatta con altri metalli

Manca infine la prova di scarica, io la farei ad un decimo della capacità teorica, diciamo 150 mah, ma si accettano suggerimenti !

per oggi mi fermo qui, ciao, buona domenica a tutti :P
Ultima modifica di luppy il 10 set 2017, 16:10, modificato 1 volta in totale.

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Ferrobattuto » 10 set 2017, 16:05

Grazie per la condivisione!
Ottime foto.
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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 10 set 2017, 16:30

I produttori specificano che la capacità di quelle pile è calcolata su una scarica di circa 100 ore quindi in teoria dovresti fare 15mAh sulla alcalina, se hai pazienza :D
Nelle mie prove ho usato della lampadine da albero di natale che generavano un carico di circa 50mA e i cicli su quelle costruite a volte duravano anche 3 giorni, ma fai bene a fare le tue prove così confrontiamo.

Il separatore è inevitabile in queste pile perchè se il manganese venisse a contatto con lo zinco andrebbe in corto non essendoci spazio per una separazione inoltre sono sigillate e portatili quindi vengono messe in qualsiasi posizione, sarebbe impossibile fare una separazione statica per gravità con elettrolita libero senza separatori, nel caso delle pile da commercio è d'obbligo usare i separatori per svariate ragioni, ma non dimenticare che noi qui siamo interessati all'uso stazionario, a meno che tu non voglia alimentarci una macchina elettrica :blink:

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Ferrobattuto » 10 set 2017, 16:48

Una volta nelle vecchie zinco-carbone c'era una sorta di "sacchetto" ben legato intorno all'elettrodo di carbone con dentro la pasta nera di manganese, il tutto ben "pressato" dentro il cilindretto di zinco. Ora usano quella specie di "carta" che si vede nelle foto, ma immagino che assolva la stessa funzione.
Ovvio che se il manganese è in polvere o in composto deve essere contenuto in qualche modo (mi pare di ricordare di aver letto in qualche posto che forse in origine era un setto poroso di qualche tipo.....), ma nulla vieta di lasciare dello "spazio" tra questo e l'elettrodo di zinco in possa circolare l'elettrolita.
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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 11 set 2017, 11:34

x Hal, aggiudicata la prova da 100 ore, fine carica 1,1 volt va bene ?
x Ferro, questa del sacchetto non la sapevo. in una autocostruita, magari con il ferro al posto dello zinco, potrebbe essere la soluzione migliore
Ancora non riesco ad immaginare se si facesse la parte di manganese che ne so da 300 grammi come si può fare per inserire degli elettrodi di grafite, forse mettendone più di uno o cercandone di lunghi ? Bo, ci penseremo

Ora, a mente fresca (o stordita ? XD) del lunedì, provo a fare qualche ragionamento, ma so che è impossibile fare calcoli esatti non avendo diversi dati, ma vi coinvolgo nel mio ragionamento contorto
Quello che vorrei capire è quanto manganese c'è in una pila nuova, ho cercando lungamente in rete ma valori non ne ho mai trovati, anzi, se qualcuno trova qualcosa sarà molto gradito
Le reazioni che avvengono nei due tipi di pile dovrebbero essere le seguenti:

pila acida
Zn + 2 MnO2 + 2 NH4Cl → Zn(NH3)2Cl2 + 2 MnO(OH)

pila alcalina
Zn + MnO2 + H2O → ZnO + Mn(OH)2

La prima cosa che si vede è che nella pila classica per una mole di zinco servono due moli di manganese
Alle pesate che ho fatto mancano diversi dati, come il peso del materiale asciutto ed il peso dell'elettrodo di manganese in quella alcalina
Se però guardo la pila acida, lo zinco era asciutto, e ho trovato 17 grammi, ma sarà in eccesso perchè è il contenitore e non deve forarsi
La parte con il manganese e membrana pesava 54 grammi, però la membrana sembra carta, quindi c'è da togliere l'umidità, ma non credo che il peso si dimezzi
Tenuto conto che la massa atomica dello zinco è 65, del manganese 55 e il biossido di manganese 87 mi aspetterei un rapporto tra zinco e manganese di 65/87, quindi circa il 30 % in più di manganese rispetto allo zinco
Se lo zinco erano 17 grammi ne dovrei trovare almeno 21 di biossido di manganese

Non ho più l'attrezzatura per fare delle analisi quantitative, ma mi faccio aiutare da questo articolo:
https://www.researchgate.net/publicatio ... ery_powder
tra le cose che dice si trova che macinando u mix di pile alcaline e non, il 55% in peso è polvere, il 29% il contenitore metallico
L'analisi fatta sulla polvere porta poi ad avere un rapporto ferro manganese 1:1 , 33% in peso ciascuno, e visto che parla del metallo, mi verrebbe da pensare che hanno macinato molte più pile alcaline che acide, e ci starebbe perchè l'articolo è del 2012
Infine va considerato che hanno utilizzato pile scariche, quindi presumerei che l'ossido ed il cloruro di zinco formatosi sia entrato a far parte della polvere

conclusioni: direi che si possa assumere che le proporzioni nel caso della alcalina possano essere:
1 parte di zinco per almeno 1 parte di manganese (biossido) quindi 1-1,3 che scrivevo sopra
questo dovrebbe costituire il 66% del peso. il restante dovrebbe essere grafite (+ altri sostanze sconosciute)
Se l'elettrodo di manganese pesa circa 50 grammi circa la metà potrebbe essere il biossido di manganese, il resto grafite

in pratica, per provare una cella partendo da zero comincerei con 33% zinco, 33% manganese e 33% grafite
per provare usando un elettrodo di manganese di recupero da una alcalina, allora 33% zinco 66% l'elettrodo

tutte ipotesi, non fucilatemi ! ;)

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 11 set 2017, 13:50

Ciao Luppy,
se parli della zinco-manganese commerciale si se poi vuoi tentare di ricaricarle, ma su quelle che costruisco vado tranquillamente fino a 0V, testare le scariche profonde è parte della ricerca di un accumulatore alternativo se non le regge per me non vale neanche la pena prenderlo in considerazione.

Come collettore di corrente io uso filo di ferro al negativo e filo di nichel al positivo, il nichel pare che vada bene come parte conduttiva (collettore di corrente) da immergere in molti ossidi di metalli diversi perchè in ambiente basico a sua volta non reagisce e non forma ossidi o sali suoi, però bisogna sempre verificare che il materiale che si usa come elettrodo conduttivo non formi una seconda pila con gli ossidi in cui è immerso se no crea un corto circuito auto-scaricando l'elettrodo di cui è parte.

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 11 set 2017, 22:28

Hal9000 ha scritto:
11 set 2017, 13:50
... il nichel pare che vada bene come parte conduttiva (collettore di corrente) da immergere in molti ossidi di metalli diversi perchè in ambiente basico a sua volta non reagisce e non forma ossidi o sali suoi, però bisogna sempre verificare che il materiale che si usa come elettrodo conduttivo non formi una seconda pila con gli ossidi in cui è immerso se no crea un corto circuito auto-scaricando l'elettrodo di cui è parte.
allora, sempre sperando di non scrivere cose assurde.... il nichel va bene, ma in questo caso, perchè c'è lo zinco
lo zinco in queste condizioni (ambiente basico) ha capacità riducenti maggiori del nichel, quindi sarà lui a perdere gli elettroni, lasciando il nichel diciamo intatto
Per capire chi è più riducente dell'altro basta guardare la tabella dei potenziali di riduzione, qui rimando a wikipedia così non dico frescacce: Il potenziale di riduzione (anche conosciuto come potenziale redox[1] e indicato con Eh) è una misura della tendenza di una specie chimica ad acquisire elettroni, cioè a essere ridotta. Nell'ambito del Sistema internazionale di unità di misura, il potenziale di riduzione è espresso in volt (V). Il potenziale di riduzione è una proprietà intrinseca della specie chimica considerata; più positivo è tale valore, maggiore è l'affinità elettronica della specie e maggiore è la sua tendenza ad essere ridotta.

Tutte cose che probabilmente qui nel forum sanno tutti, non faccio lezioni a nessuno
Una lezione invece servirebbe a me: ancora non mi è chiara la reazione del biossido di manganese nella pila in argomento, ovvero, anche io ho scritto una reazione da manganese +4 a manganese +2, però non trovo riscontro dei potenziali nelle tabelle. In pratica, non riesco a calcolare che la pila alcalina dia 1,5 volt, dalla parte dello zinco mi è chiaro, dalla parte del manganese invece no, per cui se qualcuno riesce ad aiutarmi a capire gliene sarò immensamente grato ;)
Nei prossimi giorni comunque continuerò a studiare, è diventata una sfida tra me e il manganese :P

ciao, grazie e buona serata !

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 12 set 2017, 9:04

Ciao Luppy,
putroppo la chimica non è il mio campo quindi direi solo fesserie così mi limito a provare varie combinazioni di materiali ed elettroliti basandomi sulle osservazioni degli esperimenti precedenti e cercando di scegliere la strada che mi sembra più logica.

Le tabelle dei potenziali le guardavo quando andavo a scuola ma nella pratica mi sono servite a poco niente perchè in realtà avvengono cose non scritte sulla carta o inspiegabili, mi ricordo che facevo diventare matto il prof. di chimica con tutte le mie domande sulle batterie alla fine mi evitava!
Perndi come esempio l'elettrolisi, dovrebbe avvenire a 1,6V eppure nelle piombo-acido abbiamo 2V senza elettrolisi (c'è nè pochissima fortemente inibita) inizia a 2,2V oppure le batterie nichel-ferro dove invece è vigorosa a 1,3V ma continua anche a cella scarica a 1V!
Oppure i 3 stadi di ossidazione del rame nella zinco-rame in koh con ben 3 tensioni diverse e secondo me ne esiste un 4 stadio ma a tensione troppo alta e l'acqua impedisce di raggiungerlo.
Oppure la cella ferro-zinco con lo zinco al positivo!!! 2cm di zinco e una paglietta di ferro mi ha tenuto acceso un led per una settimana....
Del resto la batteria più usata al mondo e da tutti noi qui sul forum, la piombo acido, è stata scoperta per caso quando Gastone voleva fare l'elettrolisi dell'acido solforico :D

Sostanzialmente abbiamo 4 problemi da risolvere per avere un accumulatore elettro-chimico:
1) CARBURANTE: metalli finemente suddivisi, porosi o ossidi di metalli che siano in grado di rigenerarsi
2) ELETTROLITA: essendo fai-da-te e volendo qualcosa di sicuro tutti a base di acqua, il chè limita le tensioni in gioco, l'alternativa sono i solventi organici infiammabili e costosi o i sali fusi ovvero alte temperature
3) COLLETTORE: gli ossidi/metalli, la parte attiva della cella, devono essere in contatto elettrico con il circuito esterno con qualcosa di conduttivo ma che non prenda parte alle reazioni chimiche per mantenere la sua funzione nel tempo
4) STRUTTURA: i vari ossidi o polveri di metallo devono stare al loro posto a contatto con il circuito elettrico, non si devono toccare e non devono sedimentare

Nel post precedente mi riferivo solo al problema n.3 che anche se sembra banale in realtà è molto importante per poter fare numerose ricariche!
Per esempio in acido solforico c'è solo il piombo e platino che reggono come conduttore per portare gli elettroni fuori dali ossidi verso il circuito esterno, non a caso Ferrobattuto piomba tutte le minuterie per collegare le batterie ;)
Anche l'inox regge bene in acido solforico ma solo se a potenziale negativo o neutro, se polarizzato positivo si scioglie.
In ambiente basico le regole cambiano, il ferro va bene al negativo ma non al positivo perchè forma ossido di ferro che è un ottimo isolante, il piombo e il rame al positivo migrano/elettrodepositano verso il negativo, il carbonio non regge le ripetute ricariche, l'inox a occhio nudo sembrerebbe reggere ma degrada la cella, l'unico che ho potuto provare fino ad ora che regge è il nichel!

Perdonami per la dilungaggine volevo solo consigliarti di usare il nichel come contatto elettrico al positivo a prescindere dall'ossido che userai nei vari esperimenti, va bene anche per il negativo ma visto il costo forse è meglio usare il ferro al negativo.

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 12 set 2017, 9:09

Dimenticavo di aggiungere che il cilindretto delle pile alcaline secondo me deve essere acciaio nichelato perchè nelle celle che ho provato fino ad ora dopo mesi di polarizzazione positiva è ancora bello lucido, mi aspettavo arrugginisse tutto.
Infatti io il manganese lo lascio dentro al cilindretto e collego il filo di nichel che dal cilindretto sale all'esterno della cella a liquido, un ottimo contatto perchè il manganese è già pressao dentro al cilindretto, inoltre quando si sgretola per le ripeture ricariche cadendo resta sempre dentro al cilindretto che lo contiene quindi restando a contatto con il circuito esterno!

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Ferrobattuto » 12 set 2017, 14:12

Per le dilungaggini non c'è problema: è un argomento complesso e non si può spiegare in due parole, soprattutto si vuole essere certi che si venga capiti bene. A chi non piacciono le "dilungaggini" può benissimo andarsi a leggere qualche altra cosa, oppure andarsene su vari "asocial network". :P
Io vi seguo molto assiduamente ma intervengo pochissimo in quanto molto poco esperto di chimica e con poco tempo per sperimentare (almeno per ora), però trovo queste tre discussioni sulle batterie e sugli esperimenti di accumulo molto interessanti.
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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 12 set 2017, 17:39

Hal9000 ha scritto:
12 set 2017, 9:04
...in realtà avvengono cose non scritte sulla carta o inspiegabili ... mi ricordo che facevo diventare matto il prof. di chimica con tutte le mie domande sulle batterie alla fine mi evitava!...
Questa è mitica XD XD mi immagino un piccolo Hal che corre dietro ad un professore che scappa con domande a cui il professore stesso non sa rispondere hahahaha :) :)
Comunque hai ragione, concordo che spesso non si capisce bene cosa reagisce e specialmente come. Appena riesco scrivo bene il mio dubbio sulla reazione del manganese
Per il nichel, concordo in pieno, ed il filo che avevi indicato l'ho acquistato anche io ed è già arrivato, foglio e spugna ancora no

In attesa di ricevere i reagenti che mi mancano continuo a ragionare sul discorso teorico, e quindi sempre sul manganese, ovvero la sua forma e produzione, ed in particolare mi riferisco quindi al punto che hai chiamato giustamente 1) CARBURANTE

A quanto ho capito ci sono varie forme cristalline del MnO2 e solo quella che si ottiene per via elettrolitica è "attiva" per fare una pila, se non erro è la forma "gamma"
La produzione di questa forma è interessante, se si volesse costruire una batteria di grosse dimensioni ce ne vuole tanto di manganese, allora o si pelano tante batterie oppure si compra (ma io non lo trovo) oppure si cerca di farselo
Per questa terza ipotesi segnalo due articoli interessanti, dopo averne lette qualche decina, sono buone letture per momenti tranquilli come la sera :P .
Mi spiace solo che sia tutto in inglese... ma in italiano non trovo nulla...

- produzione industriale : http://www.groupes.polymtl.ca/jnmes/arc ... 57-268.pdf
questo processo è improponibile da fare a casa, ci manca solo che andiamo a comprare elettrodi di titanio...

- una tesi universitaria : http://scholarworks.montana.edu/xmlui/b ... sequence=1
questo processo mi sembra più percorribile, e quelle pagine mi sono simpatiche perchè "odorano" di carta e laboratorio ;)

Sempre sul secondo articolo, potrebbe essere interessante anche per una rigenerazione dell'ossido di celle degradate, potrebbe darsi che la perdita di capacità derivi anche dal fatto che a furia di ossido-ridursi si modifichi la forma cristallina, o si riempia di impurezze, per cui si potrebbe pensare ad un processo magari semplificato per recuperarlo
Dopo averlo ottenuto, altri processi come lavaggi, essiccamenti o macinazione non dovrebbero modificarne nuovamente la struttura

Stasera attiverò la prova di scarica delle pile, farò due passaggi usando l'imax (se me lo consente dicendogli che sono batterie nicd), uno fino ad 1,1 volt per vedere la capacità, e dopo la lettura degli ampere continuerò fino a zero volt, per capire se ci sono cambiamenti macroscopici all'interno
Vedremo ;)
ciao

p.s. Ferro, ti aspettiamo con le tue prove, nessuna fretta ;)

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 12 set 2017, 20:24

Da quello che so proseguendo la scarica sotto 1V con le zinco-manganese sigillate poi è impossibile ricaricarle, ma credo che sia solo dovuto al fatto che devi forzare la corrente provocando elettrolisi e non avendo sfogo perdono elettrolita e le buttano.
Respirare, le batterie devono respirare, celle a liquido forever!

Comunque il ferro è eccezzionale come elettrodo negativo da ciclare allo sfinimento, in confronto lo zinco è un principiante!

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 13 set 2017, 9:27

Quindi secondo te il manganese delle pile è così reattivo e conduttivo solo perchè formato elettrochimicamente quindi con una struttura cristallina particolare?
Se fosse vero allora non è merito di eventuale grafite aggiunta, anzi forse non priprio non c'è nè, certo che se fosse vero allora conviene usare il manganese delle pile a meno di trovare un fornitore di "battery grade manganese", tipo:

https://www.alibaba.com/showroom/batter ... oxide.html

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 13 set 2017, 10:17

Si alla prima, no alla seconda. se non erro il diossido di manganese non è un buon conduttore elettrico, ma mescolato con la grafite allora può reagire

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da luppy » 13 set 2017, 10:54

Carissimi, ho dormito poco ma ecco la soluzione del mio dubbio amletico sui potenziali redox ;)
La reazione del manganese nella pila alcalina dovrebbe essere come descritta in questo articolo : http://www.chemgeo.uni-jena.de/chegemed ... ie(en).pdf

Riporto la parte che mi interessava
""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
Zn (s) + 2MnO2(s) + H2O(l) → ZnO(s)+ MnO(OH)(s) E0=+1.45 V

MnO2(s)+ H2O(l)+e ̄ → MnO(OH)(s)+ OH ̄ (aq) E0=+0.12 V

La reazione complessiva è quindi:

Zn(s)+ 2MnO2(s)+ H2O(l) → ZnO(s)+ MnO(OH) ̄ (s) E0=+1.45 V

Dopo la complete riduzione di Mn4+ a Mn3+ avviene una seconda reazione che porta alla formazione di Mn2+:

MnO(OH)(s)+ H2O(l)+e ̄ → Mn(OH)2(s)+OH ̄ (aq)

Questa reazione è irreversibile. Prendendo alcuni accorgimenti come ad esempio diminuendo la quantità di zinco, limitando quindi la capacità dell’elettrodo negativo si può evitare che il potenziale della pila scenda sotto gli 0,9 volt, ed allora potrà essere ricaricata
"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""

Quindi la pila alcalina non è da 1,5 volt, ma da 1,45, e comunque io la seconda reazione sulle tabelle dei potenziali non l'ho vista e ancora adesso non la trovo
Finche nessuno dirà che è sbagliato... lo terrò come definitivo, e mi metto il cuore in pace ;)
ciao !

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Re: Come sono fatte le pile zinco manganese

Messaggio da Hal9000 » 13 set 2017, 12:00

Interessante, il contributo del manganese sulla tensione è marginale anche se la corrente è la stessa per entrambi gli elettrodi, per esempio dei caonoci 15Ah abbiamo che:
manganese produce 15Ah*0,12V=1,8Wh
zinco produce 15Ah*1,33V=19,95Wh

Per deduzione inversa potremmo dire che nella ferro-manganese con un voltaggio nominale di 1,2V se tolgo 0,12V del manganese ottengo che il ferro produce 1,08V del totale (ammesso che il manganese reagisca uguale con il ferro come controparte al posto dello zinco).

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