Impiantino di prova, realizzato con materiale di recupero.

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Impiantino di prova, realizzato con materiale di recupero.

Messaggio da Ferrobattuto » 7 dic 2011, 21:55

Circa un paio di anni fa, durante una delle sue tante trasferte di lavoro, Hal9000 si trovò a lavorare nella zona di Roma, per cui decidemmo di incontrarci. La mattina dopo (domenica) lui ed il suo collega che lo accompagnava fecero un supplemento di trasferta fino a casa mia, e passammo una simpatica giornata insieme.
In quell’occasione mi portò in regalo un pannello fotovoltaico usato, di recupero da smontaggio in una baita di montagna. Il pannello è questo:

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Pannello da 90W nominali a 24V, realizzato con l’assemblaggio di due pannelli a 12V da 45W nominali. Questi i dati di targa di ogni singolo pannello:

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I due pannelli sono assemblati però come un unico sistema a 24V, già collegati in serie.

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Nelle quattro scatole posteriori hanno due diodi di bypass ognuno, per un totale di 4 diodi, più un diodo in uscita sul terminale positivo per impedire il rientro della corrente nel pannello in mancanza di sole. Il diodo in questione è un MOSPEC S10C40C, uno Schottky da 10A 40V.

Immagine

Scatola del terminale positivo, con diodo baypass e diodo di ritegno. Sotto una delle altre scatole, tutte uguali.

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Per fissare il pannello sul tetto dell’officina ho realizzato un telaio di ferro scatolato, con del tubolare quadrato vuoto recuperato da un vecchio divano letto, ormai inservibile. Il telaio è mobile e con inclinazione regolabile, a seconda delle stagioni, imperniato nel lato superiore con tre staffe a cravatta, di quelle che servono per sorreggere dei tubi al muro. Si vedono a destra.

Immagine

Questo sotto è il pannello montato sul “trespolo” che poi ho fissato a due tubi verticali sporgenti dal tetto.
Sul lato sinistro si vede una delle due lunghe staffe forate che permettono la regolazione.

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Nella foto sotto si vede meglio. Siete pregati di far finta di niente per quel che riguarda il disordine cronico attorno….. :D

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Qui sotto si vedono le forature delle staffe, cinque buchi, il primo e l’ultimo corrispondono ai solstizi invernale ed estivo, il centrale agli equinozi, e gli altri due buchi sono per posizioni intermedie. C’è la possibilità di mantenerlo perpendicolare alla direzione dei raggi solari praticamente tutto l’anno, anche se non so se avrò il tempo e la voglia di salire sul tetto tutte le volte…. Alla fine probabilmente troverò una posizione ottimale e lo lascerò così. :D

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Sistemazione dei cavi e montaggio finale.

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I cavi sono l’unica cosa che ho acquistato, sono da 6mmq, uno rosso e uno nero, due rotoli da cento metri in previsione di un futuro impianto più “grosso”. Naturalmente nessuno vieta di usare cavi di recupero, purché l'isolante sia in buone condizioni.
Siccome il tutto dovrà stare alle intemperie, per evitare ossidazioni varie ho impregnato ben bene i terminali con vaselina industriale, prima di serrarli negli appositi morsetti. Ho cosparso i fili di vaselina prima di arrotolarli, in modo che penetrasse anche tra i vari refoli di rame. Schiacciandoli bene serrando forte la vite (attenzione a non spanarle!) la vaselina sguscia esternamente e non impedisce il normale contatto elettrico, ma forma uno strato protettivo.

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Dopo il serraggio.

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Nessun commento sul ditone, per favore, è lì solo per coprire un riflesso di sole che impediva alla macchina fotografica di focalizzare bene i particolari. :lol:
Sotto il tutto montato sul tetto. Il telaio fissato ai due tubi verticali, su cui può ruotare il pannello, è fatto con degli spezzoni di avanzo di tubo per idraulica aggiuntati, quello sopra da ¾ di pollice e quello sotto da ½ . Il tutto abbondantemente verniciato con della buona vernice antiruggine.

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Dei due tubi verticali, uno c’era già e serve come sostegno ad un'antenna filare Long Wire Windom, si vede la fune di tiro, l’altro l’ho montato allo scopo. I due tappi che chiudono la sommità dei tubi sono realizzati facendo restringere col calore di una fiamma due fondi di bottiglie di PET dell’acqua minerale. Come ho già scritto da qualche altra parte, sono degli ottimi termorestringenti di grosso diametro.
Appena montato il tutto, all’una ora legale, perciò le 12 ora solare, il pannello erogava 42V a vuoto, e 3A in corto. In quel periodo era collegato ad un banco di FE-NI posto subito sotto, senza alcun regolatore erogava 2,5A. Il banco, carico, segnava 27V a vuoto, che saliva a circa 30V dopo pochi minuti.
Qui sotto il tutto finito di montare e fotografato da dietro.
Canne di bambù sullo sfondo, anche se non siamo ai tropici. :D

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Il pannello è esposto quasi a Sud, con circa 10° in direzione Ovest.
Funziona perfettamente, tanto che ho dovuto staccarlo per non sovraccaricare le batterie.
Saluti.
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Centralina di controllo dell'impiantino.

Messaggio da Ferrobattuto » 7 dic 2011, 22:39

Naturalmente montato il tutto serviva un sistema per controllare tensioni e correnti. Ho realizzato un piccolo pannello di controllo con due strumenti e poca altra roba. Il tutto all’insegna della semplicità, dell’economia e del riciclo di materiale usato.
Lo schema è quello sotto:

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Spero nessuno si scandalizzi per lo schema disegnato a mano….. :D
Subito dopo l’ingresso “IN” c’è un interruttore per disconnettere il pannello fotovoltaico nel caso le batterie siano già abbastanza cariche. Ai capi dell’interruttore “S1” ci sono i terminali del deviatore “S2” che fa capo al voltmetro. Con l’interruttore S1 aperto, portando S2 sulla posizione V1 si può controllare indipendentemente la tensione del pannello, per casi di nuvolo o pioggia o eventuali ombreggiature, mentre portandolo su V2 la tensione e lo stato di carica delle batterie. Subito dopo S1 c’è una boccola di presa positiva, indicata con “2”, poi in serie l’amperometro e infine le due boccole d’uscita per le batterie e il carico, la cui positiva indicata col numero “1”.
In questo modo si vede costantemente la corrente di carica dal pannello solare, mentre spostando il terminale positivo delle batterie sulla boccola “2” e lasciando il carico sulla boccola “1” si vede la corrente prelevata dalle batterie.
Sotto la foto del frontalino appena montato:

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Il cablaggio dietro agli strumenti:

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Filo da 6mmq e stagno abbondante, così da limitare il più possibile la resistenza ohmica. Sotto lo “strumento” montato. :D

Immagine

Fortunatamente non si vede il contenitore, che se pur di esecuzione professionale, molto robusto e preciso, con verniciatura in nero opaco e brucole da 3mm al posto delle solite viti, purtroppo ormai ha un aspetto molto…. “vissuto”. :D Il frontalino l’ho fatto con un ritaglio di lamiera di alluminio, forato e poi satinato con paglia d’acciaio. Gli strumenti sono stati recuperati da vecchi alimentatori guasti, come pure gli interruttori e le boccole.
Sotto ancora montato sul posto con tutti i fili collegati.

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I due cavi a destra vengono dal pannello fotovoltaico, quelli a sinistra più sottili dal banco batterie, mentre quelli grossi vanno ad un UPS sotto test, quello di questa discussione quì: http://www.offgrid2.altervista.org/view ... &t=55#p335 Infatti nella foto n°6 si vede la centralina e il banco di accumulatori alcalini, durante il test dell'UPS. Si vede anche nella foto n°9, con l'UPS montato e collegato definitivamente a fianco, come stà tutt'ora.
Quella che si legge sul voltmetro è la tensione delle batterie, in quanto S1 al momento è chiuso, e quella sull’amperometro la corrente erogata dal pannello. Metà pomeriggio con tempo un po’ coperto, 600mA.
Ovviamente il tutto non è paragonabile ad un impianto con regolatore elettronico ecc ecc, ma non era nelle mie intenzioni. In futuro nessuno vieta di inserire tra la boccola d’ingresso e l’interruttore S1 un qualche sistema elettronico di regolazione. Il tutto ha funzionato bene per parecchi mesi, fino all'estate scorsa, quando ho smontato il banco di alcaline per poterlo portare a casa di Hal9000, insieme a dell'altro materiale, scambiando il tutto con altri 8 pannelli simili che spero quanto prima di poter montare a fianco degli altri.
Attualmente non ho batterie di accumulo, stò cercando di rimediare degli elementi stazionari o da muletto usati, mentre nel frattempo ho cominciato a cimentarmi nell'autocostruzione di un grosso elemento Planté, fatto anche quello (similmente a quello piccolo sperimentale) con materiale di recupero. Nel caso riuscissi ne farei dodici per un totale di 24V, e naturalmente appena possibile posterò il tutto.
Saluti.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da maxlinux2000 » 9 dic 2011, 14:30

Compliamenti!! :D Parte di questo lavoro lo avevo già visto n altre foto, ma ora lo hai spiegato molto meglio.
Bella l'idea del grasso di vaselina. Alla prossima manutenzione glielo aggiungo.
Approposito, ho recuperato una vecchia matassa di cavo da 6mm, ma il rame è diventato nero. Anche se ne speli 2 metri il rame è sempre nero, immagina per tutta la lunghezza del cavo.
Pensi che sia un grosso problema?

Ma ora che hai diversi pannelli, non sarebbe il caso di mettere in parallelo 10 batterie come ho fatto io e con un relè di massima tarato a 28V simuli il regolatore?
Mi chiedevo anche se non fosse possibile usare un regolatore a 24V cannibalizzato da un alternatore di camion....
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 9 dic 2011, 18:03

In realtà, anche io avrei fretta di montare quei pannelli, ma il tetto dove devo montarli (a terra non ho posto, che altrimenti li avrei gia installati) è rovinato, fatto di legno e vecchio di diversi anni, già perde in diversi punti, e aggiungerci quel peso peggiorerebbe le cose, se addirittura non ne decretasse la fine. Sotto c'è l'officina, il laboratorio da falegname e la rimessa del trattore, meglio non rischiare. Stò aspettando la primavera, se son rose fioriranno..... :D Nel frattempo rimedio batterie, se le trovo buone meccanicamente, non è detto che non le colleghi a quel pannellino orfano rimasto su, magari col desolfatatore, se sono guaste le ammucchio sul nutrito cumulo che già c'è. Possono servire a scambiare peso per peso con altre, forse stazionarie o da muletto se le trovo (magari!!!), oppure alla fine per ricavarne piombo.
Trovare vecchi regolatori esterni a 24V ormai è come vincere un terno al lotto...... Però si può provare a "strapazzarne" uno normale a 24V per farlo diventare sensibile ad una tensione maggiore. Oppure si potrebbe farne uno "elettronico" con un diodo zener, un trasistor di media potenza è un relè normale. E' da studiare un po'.....

La vasellina per uso industriale, o da lavoro, la vendono anche in barattoli da un chilo. Io ne rimediai uno un sacco di anni fa, e ancora mi dura......
Quel cavo da 6mmq che hai rimediato, mica per caso avesse l'isolante in gomma? Sai quella specie di isolante morbido nero e che quando lo tiri si allunga molto facilmente invece di rompersi. Quel tipo di gomma è vulcanizzato con lo zolfo, e alla lunga intacca il rame e lo annerisce. Nei casi peggiori, quando è vecchio di molti anni e si fessura, ci entra l'umidità e il rame si corrode, però in quel caso diventa verdastro, non nero. Potrebbe essere anche isolato in PVC come gli altri ma aver subito qualche maltrattamento. L'importante è che l'isolante sia buono. Il nero è ossido, per usarlo con sicurezza, che non dia falsi contatti, devi stagnarne i terminali. Ne spelli quanto ti serve, con una spazzoletta di quelle coi peli di ottone, di quelle che si usano per ravvivare le scarpe di pelle scamosciata, ce la passi facendo in modo che i peli di ottone penetrino tra i refoli, da diverse direzioni in modo che gratti bene un po' tutti, poi ungi tutto con la pasta salda e stagni con un saldatore ben caldo. Certo il terminale del cavo così è rigido, ma se lo devi stringere in una morsettiera va benissimo. Solo che il terminale deve essere stagnato perché i filetti dentro sono ossidati, e non fanno bene contatto tra loro. Se li stringi in una morsettiera, quelli fuori portano la corrente, quelli dentro facilmente no, e allora è come se avessi un cavo di sezione parecchio più piccola, se ci passa una corrente abbastanza forte, anche sopportabile da un cavo da 6mmq, potrebbe scaldarsi.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da maxlinux2000 » 9 dic 2011, 19:16

il cavo è un normale pvc di 10 anni fa. Mio padre quando ha fatto la sua ultima casa ne ha avanzato qualche matassina e dopo aver girato 10 anni in magazzino, me li ha dati. Penso che abbiano preso un po' di umidità, ma neppure tanta, il magazzina è bello asciutto. CMQ hai ragione, stagno i contatti e non ne parliamo più. Devo andare a comprare un po' di stagno e pasta salda perché ho solo una matassina di stagno da 1 mm per circuiti stampati.

Peccato avere i pannelli e non poterli montare :D ....e se tu costruissi con un po' di ferro a T e a L una tettoia, ove parcheggiare l'auto, oppure coltivare fiori (una serra)? In questo modo hai lo spazio sotto e aprofitti dei pannelli.

Altra idea... se hai una parete della casa rivolta a sud... perché non attacchi i pannelli direttamente sul muro? Sopratutto in inverno hai rendimenti più che accettabili. Pensa che i miei pannelli sono quasi in verticale... (75gradi)

...Poi quando il tetto verrà riparato puoi sempre approffittare delle impalcature e spostare i pannelli.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da bodo81 » 9 dic 2011, 19:33

offgrid2 ha scritto:Approposito, ho recuperato una vecchia matassa di cavo da 6mm, ma il rame è diventato nero. Anche se ne speli 2 metri il rame è sempre nero, immagina per tutta la lunghezza del cavo.
Pensi che sia un grosso problema?

ho avuto anche io sto problema dei cavi :x io ho + o - 50 m di cavo grosso, quello con 4 cavi dentro da 10mm. la bobina e stata per un paio di anni fuori sotto la pioggia e sole e il rame e diventato nero. io ho spelato quanto mi serviva poi l'ho messo nel acido muriatico finché si e pulito bene, dopo sciacquato con acqua e poi ho messo la vaselina

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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 9 dic 2011, 20:23

Quello dell'acido è un buon sistema, ma si rischia che se non si riesce a togliere completamente l'acido, poi il rame si seguita a corrodere. Quando immergi la punta del mazzetto di fili nell'acido, per "osmosi", ossia quel principio che fa in modo che l'acqua penetra e si infiltra tra le cose sottili, l'acido risale dentro la guaina e si rischia di non riuscire a risciacquarlo per bene. Invece grattando a secco i filetti questo non succede. Purtroppo è un lavoro più scocciante..... Nella pasta salda c'è già una sostanza disossidante che funziona in modo simile all'acido muriatico, ma si annulla e si distrugge col calore della saldatura e non si rischiano corrosioni del rame.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 17 apr 2014, 19:04

Riprendo su questa discussione, in quanto si tratta dello stesso impianto e dello stesso posto, anche se è cambiato il pannello e ho adottato un paio di "gemelline" da 220Ah come banco di accumulo.

Come si può vedere nella foto, ho smontato il vecchio pannello (riposto per usi futuri insieme con altri otto simili..... ;) ) e montato il pannello rimediato ultimamente.

PNuovo01.JPG
PNuovo01.JPG (207.39 KiB) Visto 39412 volte


Il pannello è di recupero, da smontaggio per "incidente", infatti è tutt'altro che integro, ha ricevuto dei colpi tremendi che hanno frantumato tutto il vetro superficiale, è stato sostituito in un impianto connesso in rete e il gestore della ditta che ha fatto il lavoro è stato ben felice di regalarmelo pur di toglierselo dai piedi.

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PNuovo02.JPG (129.08 KiB) Visto 39412 volte


Come si vede nella foto sotto, il vetro che lo ricopre, probabilmente temperato, con gli urti si è ridotto in frantumi che restano al loro posto solo perché "incollati" dalla resina trasparente che c'è tra questo e le celle sotto.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 17 apr 2014, 19:09

Nella prossima foto si vedono i risultati di uno dei colpi che ha prodotto il danno.

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PNuovo03.JPG (208.49 KiB) Visto 39412 volte


Sembra una "picconata" data con la parte larga del piccone...... Non mi hanno saputo dire con che cosa è stato inferto, e non lo sanno nemmeno loro.
Sotto il retro del pannello in quel punto.

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PNuovo04.JPG (99.56 KiB) Visto 39412 volte


Fa impressione, sembra una vera e propria "ferita"......
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 17 apr 2014, 19:21

Se quello precendente può dirsi un "colpo mortale" quello che si vede ora è comunque una "ferita grave"....

PNuovo05.JPG
PNuovo05.JPG (179.82 KiB) Visto 39412 volte


Sembra inferto con la parte a punta del piccone.
A dispetto dei colpi e dei guasti provocati (volontariamente o meno), il pannello funziona ugualmente, in barba ai guastatori. :D
Questa sotto è la foto dell'etichetta con le caratteristiche e la marca del pannello, incollata posteriormente.

PNuovo06.JPG
PNuovo06.JPG (135.01 KiB) Visto 39412 volte


Da una prova fatta appena consegnato, in un giorno di sole di un mesetto fa, a mezzogiorno e con pannello perfettamente perpendicolare al sole, i dati si discostano poco da quelli di targa, ossia:

Tensione a vuoto circa 35,5V
Corrente di cortocircuito 7,8A (A pannello freddo, cala leggermente con l'aumentare della temperatura)

Presumo che ci siano almeno 3 celle in corto.......
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 17 apr 2014, 19:41

Sopra l'etichetta c'è la scatola impermeabile coi contatti, da cui fuoriescono i due cavi di connessione.

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PNuovo07.JPG (107.34 KiB) Visto 39411 volte


Ho contrassegnato con un giro di nastro rosso il positivo, perché sono dello stesso colere nero ma intestati con connettori stagni apposta maschio e femmina che ovviamente ho dovuto tagliare via in quanto si tratta comunque di una prova temporanea con un pannello avariato.
Il pannello, trattandosi di uno di quelli a 60 celle per impianti a tensione elevata per connessione alla rete, non è provvisto di diodo di blocco in uscita, così ho dovuto "improvvisare" con un diodo di dimensioni adeguate e un dissipatore.

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PNuovo08.JPG (166.87 KiB) Visto 39411 volte


Il diodo è uno di quelli "veloci" ma non uno schottky. Ha una caduta di tensione interna (misurata col tester) di circa 450mV, mentre gli schottky hanno una caduta di tensione inferiore, anche di soli 100-150mV, ma hanno spesso basse tensioni di rottura e correnti inverse "misurabili", mentre a me serviva un diodo con caratteristiche migliori.
Il primo giorno appena montato, alla sera ho potuto constatare di persona che allo scemare della luce solare il pannello riassorbiva corrente dalle batterie, anche se corrente limitata a diverse decine di mA.
Per raffreddare il diodo ho brutalizzato in vecchio dissipatore "a carciofo" per transistors di potenza. Il diodo dissipa circa mezzo Watt per ogni apere che ci passa dentro.
La centralina è la stessa usata in precedenza, senza alcuna modifica.
Naturalmente da quando ho montato il tutto il tempo è peggiorato...... E non ho potuto fare misure attendibili. La tensione e la corrente che si leggono sullo strumento sono del pomeriggio con cielo pressoché coperto.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 17 apr 2014, 20:02

Queste sono le "gemelle". :lol: Piuttosto voraci...... In quanto col pannello precedente difficilmente potevano avere più di 1,5-2A al massimo, mentre adesso anche con cielo non propriamente pulito si raggiungono facilmente i 4A

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PNuovo09.JPG (58.87 KiB) Visto 39411 volte


Naturalmente la corrente era troppo bassa, nel suo massimo al di sotto dell'1% della capacità di targa. Sospetto una discreta solfatazione. Ora spero che il tempo si rimetta e si possano desolfatare a dovere. Comunque anche con tempo estremamente variabile e sole a tratti, si sono potuti superare i 5A, in qualche caso raggiungere i 6A, e superare agevolmente i 30V.

PNuovo10.JPG
PNuovo10.JPG (157.87 KiB) Visto 39411 volte


Nel caso specifico siamo a 5,2A con 31V. Sono convinto, ma controlli futuri con tempo buono ce lo confermeranno, che con sole pieno si possano raggiungere agevolmente i "famosi" 32,4V..... Nonostante sia un pannello "sinistrato". :lol:

Conclusione, almeno per me: un pannello a 60 celle su un banco da 24V nominali si può usare anche senza regolatore. Con qualche compromesso sui rendimenti ma con molto risparmio di soldi.
Ovviamente per multipli di 24V nominali serviranno altrettanti pannelli connessi in serie: 2 per 48V, 4 per 96.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Dolomitico » 18 apr 2014, 23:07

Beh,che dire...come sempre un buon lavoro.
Curioso che un pannello con quei danni funzioni cosi bene,tutto sommato la perdita è contenuta,e per le tue batterie ci vuole tutto,secondo me ai 32.4v ci arrivi,forse anche di più,è che le batterie sono grandicelle,ma in fondo non è sbagliato,una ricarica lunga con correnti bassine è sempre benefica,bello anche il regolatore artigianale.
Per l'inverter cosa usi?Un'ups o un'onda quadra? o hai qualcos'altro?

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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 19 apr 2014, 10:44

In effetti con 220Ah ci vorrebbero almeno una decina di A per la ricarica, ma in fondo per il momento mi va bene così, in quanto non le stò utilizzando per alimentare nulla. In futuro penso di alimentarci almeno le luci dell'officina, ma dovrei rifarci l'impianto elettrico, molto vecchio e non previsto per questa funzione, non è sezionato. Purtroppo devo rimandare a dopo il rifacimento del tetto, che attualmente è un po'..... Precario. Quest'inverno infatti ho avuto paura per la neve, ma per fortuna non ne ha fatta.
La capacità di accumulo è buona, ma per poterla usare decentemente ci vorrebbero almeno tre o quattro pannelli di quel tipo in parallelo. Allora si avrebbe un certo equilibrio tra accumulo e ricarica, potendo gestire bene i consumi.
Il "regolatore" attualmente non è altro che il diodo di non ritorno, e la centralina è molto semplice, ma fare un circuito che scolleghi i pannelli arrivati alla tensione massima, o li scambi su un altro carico, sarebbe comunque molto semplice ed economico.
L'inverter che avevo era un vecchio UPS a 24V, molto robusto, ma si è quastato. Ne ho altri due ad onda sinusoidale pura, ma sono di bassissima potenza ( 5 o 600W....) e non reggono bene carichi molto induttivi, e soprattutto gli spunti, vanno subito in protezione. Al limite sarebbero buoni per le lampadine..... Ma ci penserò al momento opportuno.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Dolomitico » 19 apr 2014, 18:23

Beh,non so le tue esigenze,ma io ho fatto moltissimo con un inverter da 200wp,che funziona ancora,l'impianto a 12 va ancora con quello,quindi tutti gli aparecchi ricaricabili,portatile e pure una tv macinavano con quel piccolo inverter,se ne hai uno da 600w è cmq buono,logico che non puoi pretendere di accendere cose grosse,ma puoi lo stesso fare molto più di quello che credi,ci sono molteplici aparecchi che usano poca energia e si possono collegare tutti lì.
Poi il tuo impianto è a 24volt,resa più alta che i 12 v,poi 7 ampere di resa (mettiamo) per 6 ore di media piene al giorno fanno 30x7x6(ore stimate)=1260wp al giorno,non sono proprio noccioline,altro che le luci del laboratorio,ci fai girare anche qualcosa di più.
Non sminuire troppo l'impianto che hai,non ci accendi ancora un compressore a 220v ma solo perchè non hai l'inverter,per il resto se ci pensi puoi già ricavare molto se lo ottimizzi.

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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 19 apr 2014, 20:39

Dolomitico ha scritto:Non sminuire troppo l'impianto che hai....

No no, assolutamente, dopotutto 24V nominali per 220Ah sono oltre 5KW di accumulo, tutto sommato niente male..... Il 50% sono pur sempre 2500Wh. Più che sufficienti per far funzionare anche le luci di casa, che non consumano di certo così tanto. Il problema sono gli impianti, che sono molto vecchi e non sono sezionati nel modo giusto. Nella casa nuova per mia figlia ho sezionato tutto per bene, però al momento è vuota, mentre questa dove abito io ha un impianto che risale..... Alle guerre puniche! :lol: Rifare tutto significherebbe spaccare mezza casa, coi costi annessi, e per il momento mi costa meno pagare l'ENEL. :(
Per l'officina non è solo questione di inverter, ma anche di pannelli. Quella che dici tu è una resa ottimale in piena estate, e neanche sempre, ma per il resto dell'anno sono molto meno, ci vorrebbero altri due o tre pannelli in parallelo. Al momento stò facendo altre spese, ma appena possibile conto di prenderne diversi e nuovi.

Apro una piccola parentesi: In futuro mi piacerebbe realizzare per me un impianto a 96V nominali e mi sono fatto un po' di conti. Ho visto che avendo pannelli da 12V nominali (anche di recupero purché di uguale potenza) a 36 celle, se ne possono mettere 7 in serie per un totale di 252 celle, invece che 4 da 60 celle per un totale di 240. La differenza di tensione finale è minima, 6 o 7V sui circa 145-150V a vuoto, ancor meno sotto carico. Tutto sommato ancora compatibile col sistema senza regolatore che stò provando quì.
Checché ne pensino i "puristi" del rendimento, sono sempre più convinto che quello che non c'è non si può rompere e non ha bisogno di manutenzioni e regolazioni. Se il sistema funziona, anche se il rendimento è leggermente minore, quello che si spende per un MPPT o un buon PWM di marca si può usare, come ha detto anche Mac_giver, per qualche pannello in più.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da cristiano2B » 28 apr 2014, 20:39

Ma con la situazione acqua, come siamo messi?
a 31V bollono?
hai dovuto aggiungere acqua?
fuoriuscita di elettrolita?
tappi aperti o chiusi?
grazie.

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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 28 apr 2014, 22:56

Sono 11 giorni che stanno messe così e ancora non ho dovuto aggiungere acqua.
Non "bollono", tutt'al più fanno un po' di bollicine. Dopotutto anche 5 o 6A ad una batteria da 220Ah non è che facciano granché...... Si dovrebbero superare i 20A per cominciare a vedere qualcosa.
I tappi sono "accostati" ma non serrati, daltronde trattandosi di batterie "ferme" e non soggette a sballottamenti di autoveicoli i tappi volendo possono essere anche sopo poggiati sopra.
Fuoriuscita di elettrolita?...... Non so che "lavorìo" stia facendo la tua fantasia, mi spiace di non poter mettere un filmato per poterti deludere adeguatamente. :lol:
Sono asciutte, tanto per intendersi.
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da Ferrobattuto » 4 mag 2014, 15:03

Insomma, da quando ho montato 'sto pannello non si è riusciti ad avere un giorno di tempo sereno...... Tant'è che ormai dispero che il tempo nel prossimo futuro si rimetta adeguatamente. Con buona probabilità sarà una stagione da schifo, un po' come quella passata l'anno scorso. :angry:
Però qualche prova e qualche misura ho potuto farle ugualmente.
Anche con cielo coperto, durante il giorno la corrente oscilla facilmente tra 1 e 2A.
Nei momenti in cui si scopre il sole, ossia negli spazi tra una nuvola e l'altra, si arriva facilmente tra i 4 e i 5A.
Ho potuto constatare di persona l'effetto "bordo nuvola" ("coud edge", in lingua barbarica), per cui quando il sole "transita" sul bordo della nuvola, in quello strato di vapore più leggero e appena velato, la corrente balza facilmente ai 6 - 6,5A e a volte con punte maggiori.
Immagino che concorrano diversi fattori: il pannello "freddo", in quanto col sole pieno e la corrente che scorre in continuazione il pannello tende comunque a riscaldare leggermente e perdere così di efficienza. Forse anche un certo "filtraggio" in quanto solo le frequenza più basse dello spettro luminoso riescono a passare, e in ultimo (forse, ma è tutto da verificare.....) una sorta di "conversione" delle frequenze luminose dovuto al riscaldamento del vapore che compone la nuvola da parte del Sole, che aumenterebbe la quantità di "basse frequenze" contenute nella luce. Ma resta solo una mia ipotesi, chiaramente.....
Ho letto comunque in rete che i pannelli fotovoltaici sarebbero più sensibili alle frequenza intorno all'infrarosso, piuttosto che quelle della banda alta della luce, come il blu o il violetto.
C'è da aggiungere che il pannello non è certo messo con inclinazione ottimale, saranno al massimo 15-18 gradi dall'orizzontale, e poi è sempre e comunque un pannello rovinato.....
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Re: Impiantino di prova, realizzato con materiale di recuper

Messaggio da maxlinux2000 » 4 mag 2014, 15:13

nella stagione attuale 20-30º sono l'ideale per i pannelli fotovoltaici.
oggi devo cambiare anche io l' inclinazione dei pannelli. Attualmente sono a 45º, ma ora il sole è già molto alto alla mia latutudine.
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