Bhè, quella dell'obsolescenza programmata non è proprio una novità...... Se ne parla già da parecchio, e tutti quelli che hanno le mani in pasta in un argomento specifico la conoscevano già.....
Ad esempio un meccanico d'auto potrà raccontarti un sacco di belle cose, sulle batterie (ma questo lo sapevamo....), ma anche su molti particolari meccanici come cinghie o cuscinetti o altra roba nel motore, o su alcune centraline elettroniche o anche solo sulle cerniere e le chiusure degli sportelli, e su un sacco di altri particolari. Tanto per dirne una, abbiamo dei motori che possono fare 250.000 - 300,000Km, ma le nostre macchine stanno sempre dal meccanico, eppure la tecnologia attuale potrebbe darci delle auto che non si fermano mai......
E nell'informatica? Abbiamo già una discussione sull'obsolescenza programmata delle stampanti, no? E le memorie? Vi è mai capitato che le memorie ram del vostro computer si guastino? A me si...... Si "consumano"...... Le celle di memoria ormai sono talmente stipate che sono fatte con tecnologia particolare che fa strati sottilissimi, di poche molecole, che col tempo e il passaggio degli elettroni si deteriorano. Ma anche i processori..... Lo sanno bene gli "overcklocchisti", che vedono scemare la vita dei loro processori molto velocemente.
Per non parlare degli elettrodomestici..... La lavatrice di mia madre (una "semiautomatica" degli anni '60.....) durò vent'anni, poi il motore fu riciclato in una fabbrichetta di quà, lavorando in mezzo ai composti chimici con cui si fanno i palloncini per altri dieci anni. E la lavatrice si guastò perché lo schassis di ferro smaltato si era corroso di ruggine, non perché quello che c'era dentro non andasse più, anche se era stata riparata due o tre volte.... He si, perché a quei tempi le cose si riparavano.... Si riparavano i ferri da stiro, i frullatori, le radio e i televisori, le prime lavastoviglie, ai frigoriferi si potevano cambiare le guarnizioni o far ricaricare il gas, anche se di solito duravano decenni e decenni senza interventi esterni. C'erano laboratori di riparazioni per qualsiasi cosa, e un sacco di bravi artigiani viveva di questo.....
Una volta si riparavano perfino i vestiti.... E non stò parlando di rammendi, ma di vere e proprie riparazioni. Le giacche si "rivoltavano", ossia si andava dal sarto che le scuciva completamente e poi le ricuciva dopo aver rigirato la stoffa col dentro in fuori, tornavano nuove..... Stessa cosa per i pantaloni, anche se più spesso si "aggiustavano" per i figli o i più piccoli. Si rammendavano perfino le calze da donna. Nelle lavanderie c'era quasi sempre l'angolo della "rammendatrice" che con un oculare come quello dell'orologiaio rammendava le smagliature, e le calze tornavano nuove. Si rammendavano i maglioni, riprendendo con l'uncinetto per la maglia le smagliature e ricucendole col filo di lana dello stesso colore. Si riparavano le scarpe, che a volte dopo riparate da un buon ciabattino erano meglio di quelle nuove.....
Si riparava di tutto.... E pensa a quanta gente viveva del proprio lavoro in questo modo..... E guarda caso in questo modo il denaro aveva un valore maggiore......
Adesso si butta di tutto, perché le cose sono fatte in modo che durino poco, ma non c'è proporzione tra il loro costo e la loro durata. Una volta un paio di scarpe ti durava anche 20 anni, ora se ne cambiano un paio ogni due anni, che difficilmente durano di più, ma non costano un decimo.....
Non sono d'accordo che il consumismo abbia avuto un qualche effetto positivo. Molto spesso ci si accorge che gli oggetti vengono costruiti in modo incompleto e poco duraturo anche se si hanno già pronti sistemi migliori e più avanzati, ma non si immettono in circolazione per farti pagare gli "intermedi". Non so voi, ma io ho aperto una montagna di apparecchiature elettroniche, in molte ho trovato circuiti stampati pronti per ricevere componenti che non erano stati montati. In altre erano state eliminate alcune possibilità di funzionamento che invece erano già implementate, me che poi sono state rese funzionali solo sui modelli successivi, solo per fare in modo che il consumatore fosse attratto dalle nuove performance.
Il consumismo ha tolto lavoro ad un sacco di persone, o meglio, li ha costretti a lavorare in modo differente, perché quelli che prima erano artigiani o contadini poi sono andati a lavorare nelle fabbriche, perdendo la propria identità e la propria inventiva, lavorando per arricchire pochi e sempre gli stessi, lavorare di più per acquistare cose scadenti e costose che si rompono subito. Lavorare in modo innaturale, turni di notte, alla catena di montaggio o alle macchine da stampaggio o altre piacevolezze del genere.....
Che senso ha cambiare 10 cellulari in due anni, se basta aspettare quei due anni e poi acquistare direttamente il modello più nuovo? Serve a far sfornare alle fabbriche dieci volte più roba di quanta ce ne serva, in modo da guadagnare dieci volte di più e spremerci le tasche nella stessa misura...... È solo un esempio, ma calza a pennello con molti giovani di adesso.....
Tanto per farne un altro, sappiamo benissimo che la tecnologia per mettere in circolazione macchine elettriche esiste già adesso, anzi, ovviamente con qualche limitazione in più, esisteva già negli anni '80. Invece adesso si vedono in circolazione le prime "ibride"..... Che promettono risparmi miracolosi sui consumi di carburante, ma che nessuno poi dice quanto verranno a costare sostituzioni e manutenzioni.
Gli artigiani di una volta potevano permettersi di ricevere "visite" nei loro laboratori, e far quattro chiacchiere durante il lavoro. Dal ciabattino c'era sempre qualcuno che gli teneva compagnia, e mentre chiodava suole o ribatteva tomaie scambiava due parole con l'amico di turno. Io lavoravo in officina, da elettrauto, e c'era sempre qualche cliente affezionato o un amico del proprietario che si fermava a raccontare qualcosa. Nei laboratori di riparazioni elettroniche, radio e TV, c'era sempre qualcuno appassionato dell'argomento che chiedeva spiegazioni o scambiava esperienze. Molto raramente si lavorava "di corsa" o con affanno, a meno che non si avessero delle scadenze particolari, o non si fosse rimasti indietro col lavoro. Si "lavorava per vivere", non si "viveva per lavorare", come invece mi sembra si sia costretti a fare ora......
Lavorare, lavorare, e ancora lavorare, per guadagnare, guadagnare e poi spendere e spendere in cose superflue e appariscenti, ma che ci hanno fatto credere che siano necessarie, ecco cosa è il consumismo..... Solo che adesso le risorse si stringono, e una economia basata su questo sistema è diventata traballante e farraginosa, al punto che si seguita a lavorare ma...... Ormai solo per lo stretto necessario, malfatto, scadente e costoso.
Non farti abbindolare, da quel canale TV, sanno vendere molto bene la loro merce, ma se guardi i loro documentari con mente analitica, ti accorgerai che molto spesso peccano di sensazionalismo o tentano di farti credere che la luna "vera" è quella nel pozzo..... Non per niente è roba americana.
