

Moderatori: Ferrobattuto, Dolomitico
Hal9000 ha scritto:Ciao a tutti,
interessante discussione, di fatti una moderata sovratensione in fase di carica fà bene al ripristino dei reagenmti chimici, il problema con le batterie commerciali è di natura meccanica costruttiva, sulle batterie che comprate, che siano da avviamento (automobile) o stazionarie abbiamo le materie attive (gli ossidi) pressati su piastre o dentro tubicini su anime conduttive quindi una generazione vigorosa di gas (il bollire quando si và a 15V e oltre) tende a formare delle forze meccaniche espansive dall'interno della materia attiva pressata che con il tempo tende a sbriciolare e mandare in giro a spasso e poi sul fondo gli ossidi, ovvero la componente che determina il valore di aper ora.
[glow=red]Inoltre con tutti questi ossidi che se ne vanno a spasso c'è anche un effetto galvanico di trasporto del piombo verso il negativo, in quando appena una molecola di PbO2 staccatasi dal positivo se prima di depositarsi sul fondo entra a contatto con l'elettrodo negativo crea una micro cella + e - trasformandosi in PbSO4 per poi "ricaricarsi" subito in materia negativa ovvero Pb posoro, di fatti nella mia piccola esperienza con elementi stazionari vecchi si evidenziano depositi di piombo spugnoso sulle piastre negative.[/glow]
Questo per dire che una ricarica a tensione superiore sicuramente effettua una carica completa anti-solfatazione, ma di contro determina una usura meccanica sulle piastre convenzionalmente costruite commercialmente, quindi bisogna trovare una via di mezzo tra solfatazione ed usura meccanica perchè ai due estremi entrambi i mali portano alla morte della batteria!
Un altro problema di una ricarica a tensione più elevata sugli accumulatori commerciali è anche il fatto che con la "migrazione" del piombo dal positivo al negativo essendo tali batterie oggigiorno costruite con separatori porosi pressati tra le piastre senza spazio libero si andrebbero a creare ponti conduttivi di deppositi di piombo inquinando i separatori portanto quindi a corti nelle celle.
Per questo motivo i regolatori più decenti caricano le batterie fino a 14,7V poi dopo 2 ore o al raggiungimento del valore C100 di corrente scendono a 13,5V ed occasionalmente portano la fase dei 14,7V a 15V, la cosidetta equalizzazione, di solito effettuata 1 volta al mese dai morningstar o dopo una scarica profonda, è risultato essere la pratica migliore, il miglior compromesso, sulle batterie commerciali oggigiorno realizzate.
Se però cambiassimo una variabile del problema, per esempio il metodo meccanico costruttivo, senza andare a toccare la chimica, la ricarica a 2,6 - 2,7V per elemento sarebbe perfettamente fattibile, per esempio con delle batterie realizzate in fai-da-te con contenimento forzato delle materie attive, per esempio la cilindrica su cui stò sperimentando, di fatti effetturare una adeguata desolfatazione su grossi banchi di accumulatori non è fattibile tenendo gli accumulatori on-line, ma per via dei potenti picchi di tensione e corrente da mandargli tramite grosse bobine è sempre meglio effettuare il procedimento scollegando il banco dal sistema off-grid in questione, ma se al posto di accumulatori "commerciali" fragilini, mettessimo degli accumulatori grossi, robusti e progettati meccanicamente per contenere le materie attive allora una ricarica profonda a 16V sarebbe pienamente fattibile ed essendo una corrente DC senza impulsi potenzialmente dannosi si potrebbe tranquillamente effettuare con gli accumulatori on-line nell'impianti, anzi basterebbe riprogrammare le soglie sui regolatori di carica, cosa semplicissima su regolatori outback o morningstar perchè già prevista tramite menù o programmazione già dal costruttore.
eneo ha scritto:Ho evidenziato quello perche' secondo me e' stato il problema che hanno avuto le sma.
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