Allora i magnetoidraulici sono interruttori automatici, simili ai magnetotermici, ma adatti agli impianti in continua.
tipo questi per capirci
http://www.osculati.com/it/cat/Scheda.aspx?id=1066 (scusate per la pubblicità, purtroppo osculati non mi passa la percentuale...)
Comunque i magnetotermici usati in corrente continua di solito sono poco affidabile perchè si comportano in modo diverso dall'atteso.
Quelli che ti ho indicato (ovviamente anche molte altre marche) sono specifici per l'uso.
il termine "idraulico" si riferisce ad una sorta di ammortizzatore presente all'interno che ha la funzione di stabilire il tempo di intervento, frenando il movimento. un interruttore da 10 A nominali scatta in 1/100 s con 100 A, con 50 A coi mette 10/100 s, con 15 A 5 secondi... i numeri sono vviamente un esempio e non esatti.
La sezione dei fili come l'avete calcolata? Spiego... i parametri in base a cui si effettua il calcolo sono due: il calore da dissipare e la caduta di tensione.
In un impianto a 220 V la caduta di tensione è quasi sempre trascurabile e quindi sono in uso semplici tabelle che stabiliscono che per una presa da 10 A ci vogliono tot mm quadri, e così via.
A 12 volt è quasi sempre più importante la caduta di tensione , piuttosto che la dissipazione di calore.
Le sezioni usate dagli elettricisti civili, quasi sempre danno cadute di tensione poco adatte all'utilizzo in barca: salpancore con tirano su la catena, luci fioche e così via...
Quello che viene fuori è che la sezione "giusta" per una certa corrente cambia con la lunghezza del filo....
Da qualche parte ho un foglio excel per fare i conti, se serve lo cerco.
Rame normale e rame stagnato. Il rame normale sotto l'effetto combinato della tensione elettrica e della salsedine si ossida e corrode rapidamente, di solito diventando di un nero fangoso... il filo così ossidato non solo fa male contatto e produce cadute di tensione più elevate, ma si spezza con facilità.
Il mio suggerimento sarebbe di fare almeno i cablaggi critici (luci di navigazione, strumenti...) con filo stagnato che è molto più resistente a questo tipo di ossidazione. Se un cablaggio si rompe in mare la riparazione non è facile: intanto bisogna trovare dove è il danno, poi giuntare un filo ossidato è tutto fuorché semplice.
Per le acque nere dovrei avere la traduzione di un articolo di una nota esperta americana su gli strumenti e i materiali giusti per questo uso, specie per le leggi americane, piuttosto rigide (ma anche quelle europee sono diventate rigide...)
Lo cerco e ti passo il link, magari ti risulta utile.
Paolo